Simone Zaza è uno dei simboli del Torino in decadenza e sta perdendo posizioni nelle gerarchie dell’attacco granata
Nel weekend in cui si gioca Torino-Inter tiene in banco in casa granata la situazione legata a Simone Zaza. Il centravanti lucano, pochi giorni fa, è stato suo malgrado l’argomento centrale di un’accesa discussione tra diversi sostenitori del Toro e la mamma, che su Facebook ha difeso il figlio dagli attacchi incrociati dei tifosi stufi delle prestazioni opache del numero 11.
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La signora Zaza, tra le tante cose, si è lasciata andare anche in qualche commento polemico contro la gestione societaria del Torino e la cosa ha un po’ fatto il giro del web, finendo addirittura sulle prime pagine sportive dei quotidiani torinesi. Insomma, che la situazione in casa granata non sia felice si sa, ed è una cosa che si protrae dall’estate 2019. Ma, in tutto questo, Zaza viene indicato come uno dei calciatori che plastificano il fallimento sportivo di una società troppo sparagnina a livello gestionale.
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Investimento fallimentare
Quando nell’estate del 2018 il Torino acquistò Zaza, molti tifosi storsero la bocca. E lo fecero a ragion veduta, per due motivi soprattutto: il primo di carattere campanilistico, visto che l’attaccante lanciato dall’Atalanta e consacratosi al Sassuolo arrivava – nonostante la parentesi di Valencia – dalla Juventus. In secondo luogo, c’erano molti dubbi sull’adattabilità in coppia con Belotti.
Se nel primo caso ogni tifoso può ragionare con la propria testa, nel secondo si sono verificate delle questioni oggettive delle quali chiunque si è accorto. In primis, extra campo a parte, Zaza non si associa bene con il Gallo, perché la sua tendenza a riempire l’area di rigore quasi costringe Belotti ad arretrare il proprio raggio d’azione, largo a sinistra, praticamente inoffensivo.
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Secondo poi, la punta potentina ha evidenziato delle carenze di base davvero notevoli, in passato mitigate probabilmente per il fatto di giocare in squadre che gli chiedevano semplicemente di finalizzare e basta. Cosa che, peraltro, Zaza al Torino ha fatto solo saltuariamente. Il tutto, per la modica cifra di 14 milioni di euro tra prestito oneroso e riscatto dal club spagnolo.
https://www.youtube.com/watch?v=o0XhOGLKFQw
Zaza e le gerarchie
Resta da capire, visto anche lo sfogo della madre che certifica – molto probabilmente – il pensiero del figlio, quali siano le prospettive per un ragazzo che ormai si avvia a compiere 30 anni. Il suo stipendio grava parecchio sulle casse del Torino, ma all’interno della rosa granata – soprattutto dopo gli sprazzi di classe fatti vedere a Crotone da Sanabria – Zaza rischia di retrocedere addirittura a quarta o quinta scelta.
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Infatti, con il rientro di Belotti e la voglia di spaccare il mondo di Bonazzoli, il numero 11 va a giocarsi le residue possibilità di scendere in campo con Simone Verdi, altro fallimento epocale della gestione Cairo. I gol segnati in queste tre stagioni sono pochi, uno degli ultimi però è arrivato contro l’Inter, nel match di andata di questa stagione. Guarda caso, i nerazzurri saranno l’avversaria del Torino nel prossimo turno. Sliding door?
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In partenza
Poi, a fine stagione, il Torino proverà a piazzarlo altrove. Nuovamente, perché già l’estate scorsa (e poi a gennaio) la società aveva cercato acquirenti. Qualche abboccamento c’è anche stato, ma l’agente ha fatto sapere a Cairo che Zaza si muove solo a titolo definitivo, ergo avendo qualche garanzia. Giustamente, va aggiunto, perché è stata la società a fargli un quinquennale insostenibile e adesso il calciatore può decidere come muoversi.
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Diverse saranno le prospettive qualora invece il Torino retrocedesse: a quel punto lo stesso Zaza potrebbe “accontentarsi” di partire con qualsiasi formula pur di rimanere in Serie A. E, a cifre contenute, può essere un affare per molte società di medio cabotaggio. In ogni caso, e questo è palese, il matrimonio con i granata è finito da tempo. Anzi, forse non è mai cominciato.
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