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Massimo Pavanel ha allenato Zaccagni nella Primavera del Verona. Nella sua intervista a “Minuti di Recupero” racconta la sua crescita commentando le voci di mercato

Mattia Zaccagni ha rovesciato anche i giudizi con quel gol da copertina Panini. “Quando l’ha fatto ho pensato: allora sì, è pronto per una big”. Massimo Pavanel, tecnico della Feralpisalò, lo ha allenato nelle giovanili del Verona, ricorda il suo percorso, l’ha fotografato per Minuti di Recupero raccontando retroscena e provando a individuare le prospettive di questo centrocampista che all’età di 25 anni è esploso e ora sogna il grande salto. Il Napoli ci prova, il Milan ci spera, altre società lo monitorano. “Mattia è una delle mie più grandi soddisfazioni. Una gioia che condiviso con l’abilità del Verona nello scovarlo e nel valorizzarlo. Quando arrivò da noi sembrava un pulcino spaurito. Siamo stati bravi a intuirne le potenzialità tecniche e ad aspettarlo dal punto di vista fisico”.

pavanel zaccagni

Massimo Pavanel sulla panchina della Feralpisalò

Essere Zaccagni: la rovesciata il dribbling in verticale

C’è una qualità che caratterizza il calcio di Zaccagni: “Lui ha il dribbling in verticale” racconta Pavanel. “Quando supera l’uomo, Mattia non resta lì o torna indietro, ma ti apre in due il campo”. La questione del ruolo è attuale: “Per me è un centrocampista offensivo che sa fare tantissime cose. Con noi giocava come mezzala in una mediana a tre. Aveva compiti offensivi, era bravo ad inserirsi con o senza palla. Con Juric è cresciuto tanto grazie al lavoro dell’allenatore e al modulo, il 3-4-2-1, nel quale si trova a suo agio. Quando parte fai fatica a prenderlo. Accelera ed è immarcabile”.

Benedetta gavetta: la crescita di Zaccagni

Zaccagni, anni 25, 4 gol e 4 assist in campionato, è alle porte della sua consacrazione. Gli serviva una grande stagione per farsi notare, ha scelto di sfruttare questa per mettersi in vetrina. “La sua grande fortuna è stata la gavetta. Nessuno gli ha mai regalato nulla. Mattia è andato in C, ha giocato in B, è andato e tornato da Verona per imparare, per crescere”. Pavanel è convinto di una cosa: “Per me può fare di più in fase realizzativa perché ha un tiro secco. Calcia benissimo sia col destro che col sinistro. Ho notato che vuole entrare in area col pallone, ma se calciasse dai venti metri più volte potrebbe fare molti più gol”.

 

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Il Napoli e il precedente “Verdi”

Da piccolo non ha mai segnato in rovesciata: “Quel gol gli appartiene perché è bravissimo nella coordinazione. Quando ha segnato con la Spal ho pensato: allora sì, ci siamo, è pronto per una big”. Il Napoli ci sta seriamente pensando, qualcuno teme possa verificarsi il Verdi-bis: “Lui ha la personalità giusta e le spalle larghe per rischiare. Certo, tanti calciatori hanno pagato dazio nel grande salto, ma chi può dirlo cosa accadrà con lui? Intanto, se il Napoli lo vuole, significa che Mattia lo ha meritato. Poi, nel caso, toccherà a lui meritare quella maglia. Io, oltre a Verdi, ricordo lo scetticismo su Zielinski. Anche lui era reduce dall’Empoli ed è un ragazzo timido, eppure è riuscito a ritagliarsi uno spazio importante. Zaccagni, nel Napoli, potrebbe giocare al suo posto ma anche a sinistra, dove c’è Insigne, pur essendo meno punta e più centrocampista”.

Zaccagni e il futuro: quale la squadra giusta?

Il Verona, al momento, non lo cede. Nel caso, accetterà “prenotazioni” per giugno. Ci provano in tante. Per Pavanel, l’identikit della sua prossima squadra è chiaro: “Zaccagni deve giocare in una squadra dove la tecnica sarà più importante della fisicità. Dove si valorizzerà il talento dei singoli. In questo senso, credo che, oltre al Napoli, la sua squadra ideale potrebbe essere il Sassuolo, che gioca un calcio piacevole e offensivo. Oppure dico Milan: i rossoneri stanno puntando sui giovani bravi nell’uno contro uno e Mattia in questo sa come esaltarsi”.

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