Xavi al Barcellona è praticamente una realtà in continuo divenire. Nelle ultime ore, dopo le dichiarazioni del CEO dell’Al Sadd, l’ex centrocampista blaugrana avrebbe scelto di pagarsi la clausola rescissoria per approdare in catalogna il prima possibile.
Al di là degli aspetti economici dunque, come giocherà Xavi al Barcellona? La rivoluzione che si prospettava con l’arrivo di Koeman è fallita sonoramente sia a livello tattico che sportivo, producendo mugugni da parte dei puristi catalani – impossibile vedere il Barça con la difesa a tre – rendendo necessaria una svolta, l’ennesima.
La partenza di Leo Messi poi, ha messo in mostra tutti i difetti di un Barcellona lontano parente di quello che ha fatto innamorare tutto il mondo quando in regia giocavano Andres Iniesta e Xavi Hernandez, facendo si che proprio da quest’ultimo si voglia ripartire per tornare alle origini.
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Xavi: come giocherà al Barça
Il fil rouge della prossima esperienza di Xavi al Barcellona sarà il profondo ritorno alle origini. Una immersione totale nel barcellonismo per tutti coloro che fanno parte della rosa blaugrana, con approfondimenti non solo tattici e tecnici ma sopratutto filosofici.
Il tiki-taka costruito da Guardiola dovrà tornare ad imperare dalle parti di Barcellona, nuovo, rivoluzionato e dotato di ritmo ed intensità propri di quel Barcellona di cui Xavi fu protagonista.
Il ritmo, la tecnica, la fantasia e la capacità di mandare in rete molteplici marcatori – oggi che Messi non è più una realtà del Camp Nou – saranno poi le armi a cui Xavi si affiderà per restituire dignità e forma di squadra alla rosa bistrattata da Koeman e da coloro che lo hanno preceduto.
Sebbene la qualità generale della squadra non sia all’altezza di quella vista nel 2015 – ultima stagione di Xavi al Camp Nou – ci sono elementi di spicco e veterani in grado di riportare in auge quell’aura di manifesta superiorità tecnica che ha caratterizzato il Barcellona degli anni di Guardiola e Luis Enrique.
Xavi dunque avrà inizialmente il compito di portare sui banchi di scuola della Masia non solo i giovani Pedri, Gavi, Balde e Nico Gonzales, ma di riportarci anche Pique, Sergio Busquets, Jordi Alba e Sergi Roberto, che avrebbero dovuto rappresentare la transizione dal vecchio Barça al nuovo, fallendo sonoramente la missione.
Il modulo: questioni tattiche
Arriviamo però alle questioni meramente tattiche: il modulo di riferimento – neanche a dirlo – sarà il 4-3-3. Schema basilare intorno al quale si sono costruite le fortune del Barcellona sin dai tempi di Koeman giocatore e che ha visto Xavi dominare la regia di tutta Europa.
Partendo da quello schema classico, le varianti saranno molteplici: innanzitutto la pressione e il ritmo negli scambi e nel recupero palla saranno fondamentali per rendere fluido lo schema di partenza. A seguire, la qualità dei giovani innesti provenienti dalla nuova generazione di canterani servirà a restituire un filo conduttore al gioco del Barcellona, affidatosi negli ultimi anni all’aliena – e isolata – classe di Messi predicatore nel deserto.
Ruolo centrale rivestiranno certamente Pedri e De Jong: i due alfieri della qualità in casa Barcellona saranno i perni intorno ai quali ruoterà tutta la struttura di gioco blaugrana, con Depay a fungere da collante tra la fase di finalizzazione e la fase di creazione.
Ma prima di scendere nei particolari della formazione, urge discutere del rapporto con la difesa. Famosissima la discussione tra Pique e Puyol relativa ad un pallone allontanato con troppa veemenza e poca lucidità dall’ex Manchester United, sarà questa la filosofia che Xavi riporterà tra le mura del Camp Nou.
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Bisognerà giocare con il pallone, muoverlo costantemente, affidandosi ad una difesa preventiva fatta di coperture e pressing asfissiante fondata sul modello di Guardiola. Un recupero palla intelligente e pro-attivo, che permetta di distruggere le certezze avversarie e consegni il possesso della sfera tra i piedi dei catalani. In questo modo la poco brillante difesa formata da Pique ed Eric Garcia dovrebbe tornare a guardare i compagni recuperare palla nella metà campo avversaria, limitandosi alla semplice amministrazione degli uno-contro-uno.
La formazione: gioventù scintillante
Il 4-3-3 di Xavi non potrà che disegnarsi sulle spalle di Pedri, De Jong, Depay e Ansu Fati. Se le gerarchie in difesa sembrano disegnate indelebilmente con Pique ed Eric Garcia centrali, Alba e Dest sugli esterni, a centrocampo Pedri e De Jong saranno le stelle polari, mentre Busquets farà da professore del barcellonismo ai giovani Gavi e Nico Gonzales.
Tra i giovani dunque, ampio spazio ai canterani che hanno già dimostrato di valere la prima squadra – Gavi su tutti – e a chi ancora ci si deve affacciare come Demir, classe 2003 dal fulgido talento.
In avanti la formazione è oggi tutta da rivoluzionare: con Aguero fermo ai box per un periodo di tempo oggi indeterminato, il Barcellona di Xavi punterà moltissimo sul raccordo di Depay tra finalizzazione e creazione, offrendo a Dembelé una seconda possibilità di redenzione (o forse terza, o quarta).
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A sinistra, il numero dieci del Barça è e sarà Ansu Fati: lo spagnolo è indubbiamente il miglior prodotto della cantera da molti anni a questa parte, e Xavi lo valorizzerà rendendolo centrale nel progetto e affiancandogli un esempio di duro lavoro e applicazione costante come Memphis Depay.
In porta, infine, la conferma di Ter Stegen appare scontata: se gli attriti tra lui e la società precedente erano considerevoli, con l’arrivo di Xavi si dovrebbe puntare alla conferma del portiere tedesco, uno dei migliori del suo ruolo.
Ecco il Barcellona di Xavi:
4-3-3: Ter Stegen; Serginho Dest, Pique, Eric Garcia, Jordi Alba; Sergio Busquets, Pedri, De Jong; Dembelé, Depay, Ansu Fati.
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