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L’olandese Weghorst del Wolfsburg è indicato come il primo obiettivo in attacco della Roma: centravanti fisicamente imponente, è soprattutto un giocatore che in carriera ha sempre dimostrato di saper andare oltre i propri limiti

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25 gol e 8 assist in stagione, o ancora meglio: sei stagioni consecutive in doppia cifra coi gol. Wout Weghorst non sarà forse uno dei nomi più noti del calcio internazionale, ma è senza dubbio uno dei centravanti più prolifici ed efficaci in Europa.

Sono queste caratteristiche che lo hanno imposto all’attenzione di Tiago Pinto, il direttore generale della Roma, come primo rinforzo in attacco dell’era Mourinho ed erede designato di Edin Dzeko. Scopriamo di più sulla punta olandese del Wolfsburg.

L’inizio in sordina di Weghorst

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Che l’Olanda sia patria di grandi giocatori e di club che sanno scovare i giovani, è noto a tutti. Ma Wout Weghorst è un po’ un’eccezione, perché quando aveva solo vent’anni, nel 2012, decise di lasciare i Paesi Bassi per il vicino Belgio: dal settore giovanile del Willem II si trasferì al modesto Emmen, che sembrava l’unico contesto in cui un giocatore apparentemente modesto come lui poteva sperare di giocare.

 

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È da qui, allora, che la sua carriera è dovuta partire, con una lunga rincorsa verso il calcio dei grandi: 8 reti alla prima stagione, 12 alla seconda, e improvvisamente nei bassifondi della Eredivisie qualcuno iniziò a ricredersi. Nella stagione 2014/2015, con la maglia dell’Heracles Almelo, fece registrare 8 gol e 7 assist. Con i 12 gol dell’anno successivo, si guadagnò poi il salto nel più noto AZ Alkmaar.

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Qui fu protagonista di due ottime annate, soprattutto nella seconda (2017/2018), in cui trascinò l’AZ fino al terzo posto in classifica con una delle migliori medie realizzative del campionato. Quindi, il trasferimento al Wolfsburg, interessantissimo progetto diretto dal manager Jorg Schamdtke, dove Weghorst si è subito imposto come un giocatore di primissima qualità.

I numeri lo confermano: 18 gol e 7 assist alla stagione d’esordio in Bundesliga; 18 gol e 3 assist in quella successiva, in cui si è imposto come il terzo grande bomber del campionato dietro Lewandowski e Werner; e infine l’exploit del 2020/2021, con il Wolfsburg quarto in campionato e di ritorno in Champions League.

Wout Weghorst, il Vardy olandese

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Il soprannome gliel’ha dato Raphael Honigstein su The Athletic, anche se con il centravanti del Leicester Weghorst ha pochissimo in comune. Fisicamente, assomiglia di più a Peter Crouch, con i suoi quasi 2 metri d’altezza, il capello biondo e l’apparente mancanza di grazia. Di Vardy, invece, ha piuttosto il carattere, ciò che gli ha permesso di passare da potenziale giocatore di terza categoria a essere uno degli attaccanti più forti del continente.

Lavoro continuo per ritoccare i propri limiti, spostandoli sempre un po’ più in là. Nessuno lo ha mai considerato un giocatore dal potenziale sgnificativo, ma Weghorst ha saputo trasformare le critiche in punti di forza. All’Heracles, per esempio, ingaggiò un team di esperti per curare al meglio la propria forma fisica e mentale: un nutrizionista, un mental coach, un maestro di yoga, un allenatore personale focalizzato sulla tecnica di corsa. Più che le doti tecniche, sono infatti queste altre a dare la cifra di che tipo di giocatore sia.

Il punto sulle trattative

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Per adesso, la Gazzetta dello Sport lo avvicina alla Roma, come possibile sostituto di Edin Dzeko. Per il tipo di giocatore che è, Weghorst potrebbe essere perfetto per il ruolo: la fisicità è la stessa del bosniaco, e anche se la tecnica e l’estro non sono proprio allo stesso livello, in questi anni in Germania l’olandese ha dimostrato di saper servire anche molti assist ai compagni, evolvendosi in una punta completa.

L’aspetto mentale, però, potrebbe renderlo ancora più necessario alla Roma: in una squadra che ha dimostrato di avere spesso cali di concentrazione nel corso della stagione e anche della stessa partita, un elemento come lui potrebbe servire da contromisura, e avere un effetto di sprono sui compagni.

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