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Dopo anni fuori dai radar in Inghilterra si è tornati a parlare di Danny Welbeck. Che, finalmente, è tornato protagonista in Premier League

Il 15 novembre 2008 un giovanissimo attaccante segnava il suo primo gol con la maglia del Manchester United. Quel ragazzo si chiamava Danny Welbeck e, ai tempi, veniva considerato come una delle next big thing inglesi. Nessuno poteva immaginare che da lì a qualche anno sarebbero emersi due fenomeni come Rashford e Greenwood e così, con Welbeck, la stampa inglese parlò subito di predestinato.

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Lo stesso fece Sir Alex Ferguson, alle battute finali della sua avventura sulla panchina dei Red Devils. Il manager scozzese aveva intravisto doti che effettivamente erano facilmente intuibili a occhio nudo. Ma, dodici anni dopo, Welbeck è dovuto ripartire dalla bassa Premier League, dopo alcune stagioni assoluto anonimato.

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Sul campo dell’Aston Villa, Welbeck ha segnato il suo primo gol con la maglia del Brighton alla terza apparizione assoluta con la maglia dei Seagulls, che in estate lo avevano prelevato a costo zero dopo che lo stesso attaccante si era svincolato dal Watford, fresco di retrocessione in Championship. Dobbiamo abbattere il monte ingaggi e tu non ci servi più: questo, in sostanza, si è sentito dire. E lo ha accettato, cambiando aria per l’ennesima volta.

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Welbeck e la gioia attesa due anni

Lo scorso luglio, in piena pandemia, Welbeck era finito sulle prime pagine dei giornali per via del suo ritorno al gol. La rovesciata segnata contro il Norwich gli aveva fatto ritrovare una gioia attesa oltre due anni, dai tempi in cui giocava ancora nell’Arsenal. I Gunners, già, un altro suo forte rimpianto: arrivato a Londra nell’estate del 2014, Welbeck ha praticamente sempre dovuto convivere con gli infortuni.

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Gli ultimi in ordine cronologico hanno interessato ginocchio e caviglia, non permettendogli di ritagliarsi il proprio spazio come avrebbe voluto. Infatti nelle ultime stagioni la punta di origini ghanesi ma cresciuta a Manchester ha sempre giocato col contagocce. E l’Arsenal, che voleva liberare il tetto salariale da un ingaggio spropositato, dopo cinque anni ha deciso di svincolarlo.

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Il Watford gli ha concesso un’occasione per rilanciarsi, ma la sfortunata stagione delle Hornets lo ha travolto. Nemmeno le ultime discrete prestazioni hanno aiutato il club del nordovest di Londra a salvarsi. Così, in un’ottica di forte spending review, anche il club giallorosso lo ha liberato, intimandogli di fare le valigie.

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Una nuova ripartenza

Danny Welbeck ha solo 29 anni ma si può dire che la sua carriera sia quasi al capolinea. Il fisico non regge e il Brighton lo ha firmato al minimo, concedendogli quella che probabilmente sarà la sua ultima occasione per rilanciarsi. Lo volevano in Turchia, ma lui ha detto no per rimanere in Premier League e a due passi dalla ‘sua’ Manchester.

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Dove, ancora oggi, vive la sua famiglia. Papà e mamma, entrambi immigrati dal Ghana, si sono stabiliti nel nord del paese per costruirsi una nuova vita. A Longsight, area metropolitana della città di forti influenze straniere, Welbeck si è subito ritagliato uno spazio nel calcio entrando a far parte dell’Academy del Manchester United.

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Ha debuttato giovanissimo, ma sin dal principio gli infortuni lo hanno devastato, spezzandone una carriera molto promettente. Dalla stagione 2014/15 in poi, non c’è stato un solo anno nel quale Welbeck non si sia dovuto fermare forzatamente almeno una volta. Graham Potter, a mercato chiuso, lo ha ricevuto in dote e adesso prova a implementarlo nel suo Brighton. Sperando che la sfortuna, almeno stavolta, lasci in pace un ragazzo  che in fondo vuole solo giocare a calcio.

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