Skip to main content

Vialli, nel finale della carriera, andò al Chelsea e assunse l’insolito ruolo di allenatore-giocatore: come nacque questa insolita decisione? Ecco la storia.

La fase conclusiva della carriera di Gianluca Vialli, scomparso oggi a 58 anni dopo una lunga malattia, è stata molto diversa rispetto a quella di tanti altri campioni del passato o contemporanei. Invece di andare a giocare negli Stati Uniti o nei paesi arabi (come fatto oggi da Cristiano Ronaldo), l’ex attaccante di Sampdoria e Juventus decise di andare in Inghilterra, firmando col Chelsea. Lì, sebbene avesse già 32 anni, divenne un idolo della tifoseria, trascinando i Blues a vincere diversi importanti titoali. Ma a sorprendere di più, in questa storia, è il fatto che ricopriì l’insolito ruolo sia di giocatore che di allenatore.

Vialli al Chelsea, da giocatore a giocatore-allenatore

Prima di tutto occorre dare un po’ di contesto. All’epoca (siamo nel 1996), Vialli era uno dei calciatori più famosi al mondo e un simbolo del calcio italiano: in circa dieci anni aveva conquistato praticamente tutti i titoli possibili per un giocatore professionista, e a 32 anni sentiva di dover cercare una nuova avventura. Anche perché nel frattempo nella Juventus si era ormai affermato Alessandro Del Piero, e proprio in quell’estate alla rosa si aggiungeva il promettente centravanti dell’Atalanta Christian Vieri.

L’Inghilterra era già allora un campionato molto affascinante, anche se il livello non era ancora alto come quello odierno. Nel 1992 era nata la Premier League, che grazie a una nuova suddivisione degli introiti dei diritti tv stava rendendo i club della prima divisione sempre più ricchi, e li aveva convinti ad aprirsi al calcio straniero, nell’ottica di rinnovare e rinforzare il prodotto. Iniziarono così ad arrivare importanti allenatori stranieri (Wenger) e soprattutto calciatori.

Gli italiani erano i più apprezzati, essendo all’epoca la Serie A il campionato più ricco e spettacolare al mondo. Il primo era stato, nel 1995, il centravanti del Torino Andrea Silenzi, trasferitosi senza però troppa fortuna al Nottingham Forest. Dopo di lui, però, i club inglesi si erano orientati su calciatori più affermati. In particolare nel 1996, anno in cui sbarcarono in Premier League Fabrizio Ravanelli, Roberto Di Matteo, Gianfranco Zola e, appunto, Gianluca Vialli. Gli ultimi tre tutti al Chelsea, storico club londinese che però non vinceva un titolo importante dalla Coppa delle Coppe del 1971.

Per rilanciare le ambizioni della sua squadra, il proprietario Ken Bates aveva deciso di affidare la panchina all’ex-attaccante di Milan e Sampdoria Ruud Gullit, che era arrivato come giocatore nel 1995. Un anno dopo, l’olandese prendeva il posto di Glenn Hoddle come player-manager, cioè giocatore-allenatore (una cosa da molto tempo frequente el calcio inglese, al punto che lo stesso Hoddle aveva rivestito quello stesso ruolo nei Blues). Gullit volle rinforzare la rosa con alcuni importanti acquisti, tra cui tre dei migliori giocatori della Serie A, che lo conosceva bene, e il centrale difensivo dello Strasburgo Frank Leboeuf.

Gianluca Vialli doveva essere la stella della squadra, vestendo la maglia numero 9 e giocando in attacco con Zola e Mark Hughes, mentre a centrocampo stava il capitano Dennis Wise (attuale presidente del Como). Fece 11 reti in quella stagione, in cui il Chelsea arrivò sesto in Premier League e vinse la FA Cup, tornando finalmente a mettere un trofeo in bacheca. Per l’annata successiva ci fuori nuovi importanti acquisti, come Ed de Goeij in porta, Graeme Le Saux e Celestine Babayaro in difesa, Gustavo Poyet a centrocampo, e Tore André Flo in attacco.

Ma a febbraio 1998, improvvisamente, Gullit decise di dimettersi e di ritirarsi dal calcio giocatore per continuare unicamente come allenatore. I motivi della sua rottura col Chelsea non sono mai chiari, anche perché i dirigenti del club assicurarono di avergli fatto ricche offerte per restare e che l’olandese le avesse rifiutate (per la stagione seguente si accordò poi col Newcastle). Bates affidò quindi il ruolo di giocatore-allenatore proprio a Vialli, che all’epoca aveva quasi 34 anni. In quella stagione, l’italiano riuscì incredibilmente a portare il Chelsea a vincere sia la Coppa di Lega inglese che la Coppa delle Coppe, centrando un quarto posto che valeva la qualificazione alla Champions League. Si trattò senza dubbio della miglior stagione dell’intera storia dei Blues.

Vialli rimase in carica come giocatore-allenatore del Chelsea anche nella stagione 1998/1999, quando alla rosa si aggiunsero Marcel Desailly, Brian Laudrup e Pierluigi Casiraghi, ma anche una promessa come Samuele Dalla Bona (arrivato dai ragazzi dell’Atalanta assieme a Luca Percassi, attuale amministratore delegato della Dea). La squadra inglese riuscì a battere a sorpresa il Real Madrid e a conquistare la Supercoppa UEFA, chiudendo poi al terzo posto in Premier League. Vialli giocò ancora 20 partite, segnando 10 reti, ma al termine della stagione decise di ritirarsi, mantenendo la carica di allenatore.

Vialli aggiunse alla squadra giocatori d’esperienza come Didier Deschamps e George Weah, un giovane come Mario Melchiot e un colpo a sorpresa come Gabriele Ambrosetti (protagonista di una grande Coppa delle Coppe l’anno prima col Vicenza di Guidolin). Poi consacrò il norvegese Flo come suo erede in qualità di centravanti dei Blues, e nel frattempo promosse in prima squadra il giovane difensore centrale John Terry. Al termine dell’annata 1999/2000, il Chelsea chiuse solo quinto in classifica, ma vinse la FA Cup e raggiunse incredibilmente i quarti di Champions League.

La nuova stagione iniziò alla grande, con la conquista del Charity Shield contro il Manchester United di Sir Alex Ferguson, che rese Vialli l’allenatore più vincente della storia del Chelsea fino a quel momento. Poi, però, rapidamente le cose s’incrinarono. Nonostante diversi nuovi innesti (Carlo Cudicini, Jimmy Floyd Hasselbaink, Christian Panucci, Winston Bogarde, Slavisa Jokanovic, Mario Stanica, Eidur Gudjohnsen), l’avvio di Premier League del Chelsea fu molto deludente, e sorsero contrasti tra Vialli e alcuni giocatori (Zola, Deschamps, Petrescu), che a settembre condussero al licenziamento del tecnico italiano. Ormai, però, la strada per i Blues era segnata, e come suo sostituto fu chiamato Claudio Ranieri. Ma questa è un’altra storia.

Leave a Reply

Procedendo, dichiari aver compreso e dai il tuo consenso affinché il tuo indirizzo IP e le informazioni del browser potrebbero essere processati dai plugin di sicurezza installati in questo sito.
×