Il Verona non è più spacciato: la squadra veneta, terzu’ultima in Serie A, sta risalendo rapidamente la classifica, e ora può veramente credere nella salvezza.
Il 13 novembre, perdendo 2-1 in casa contro lo Spezia, il Verona si ritrovava ultimo in classifica con soli 5 punti, appena prima della sosta per il Mondiale. Aveva vinto una sola partita, e la distanza dalla zona salvezza, rappresentata proprio dallo Spezia, era in quel momento di 8 punti. Gli scaligeri sembravano la prima condannata certa alla retrocessione in Serie B, dopo anni di incredibili salvezze.
Esattamente tre mesi dopo (ma solo uno e mezzo dalla ripresa del campionato), il Verona è invece incredibilmente in corsa per una salvezza che adesso appare più che mai probabile. Il 13 febbraio, vincendo 1-0 in casa sulla Salernitana, è salita a quota 17 punti: ora è terz’ultimo, ma a soli due punti dallo Spezia, che in compenso è in crisi nera e potrebbe cambiare allenatore.
I numeri dei veneti nel 2023 sono impressionanti: 10 punti in 7 partite, tre vittorie e una sola sconfitta (1-0 a San Siro con l’Inter), quattro risultati utili consecutivi. Una squadra completamente rinata, che sta mantenendo un ritmo d’alta classifica. Cosa è cambiato nella formazione scaligera?
La resurrezione del Verona
L’uomo della svolta è, incredibile ma vero, un allenatore semisconosciuto chiamato Marco Zaffaroni. Milanese di 54 anni, Zaffaroni è noto soprattutto per aver portato il Monza dalla Serie D alla C nel 2017, ma non aveva mai allenato in A, e la sua unica stagione in B, al Cosenza, si è interrotta con l’esonero a dicembre 2021. Il Verona lo ha scelto un po’ a sorpresa un anno dopo, dato che il tecnico della Primavera Salvatore Bocchetti – subentrato a ottobre a Cioffi – aveva esaurito la sua proroga per allenare in Serie A senza il patentino.
Il nuovo allenatore non ha cambiato nulla a livello di modulo, confermando il 3-4-2-1 già usato anche da Bocchetti. Anche a livello di uomini in campo ha fatto pochi cambiamenti, come ad esempio ridando fiducia al giovane scozzese Josh Doig, che dopo un buon inizio di stagione era un po’ scivolato fuori dai titolari. Poi ha dato finalmente una forma fissa all’attacco, che in precedenza cambiava spesso interpreti: in particolare, Zaffaroni, ha sostituito i due trequartisti alle spalle di Djuric, avanzando Lazovic e affiancandogli Kallon, entrambi preferiti alla coppia Verdi-Lasagna.
Molto ruota attorno alla rivitalizzazione della manovra offensiva. Prima di Zaffaroni, il Verona aveva segnato appena 12 reti in 15 partite; con lui è a quota 8 in 7 partite, solo l’Inter è riuscita a non prendere gol dagli scaligeri. Ecco perché è sull’attacco che si è concentrato il mercato invernale del club: sono arrivati i trequartisti Duda (chiamato a sostituire il partente Ilic) e Praszelik, il centravanti Gaich e, soprattutto, l’ala rivelazione Ngonge, autore di due gol.
Ma il grande protagonista del nuovo Verona di Zaffaroni è senza dubbio il 32enne laterale sinistro Darko Lazovic. In questi anni, prima con Juric e poi con Tudor, si è abituato a giocare esterno di centrocampo, ma il nuovo allenatore lo ha avanzato sulla trequarti, sfruttandone al massimo le doti offensive. Il serbo, nella prima parte della stagione, non aveva mai segnato e aveva fatto un solo assist: attualmente, con 3 gol e 5 assist, è il miglior giocatore del Veron in entrambe le classifiche di squadra. Gran parte della salvezza passa anche dai suoi piedi.