Il Cittadella è una delle realtà più interessanti della Serie B, grazie a una società organizzata e alla bravura di mister Venturato
Se al quinto piazzamento di fila ai playoff il Cittadella può sognare concretamente la Serie A, il merito va ascritto senz’altro a una dirigenza competente e a una proprietà appassionata, ma contestualmente non si può non menzionare il grande impatto avuto dal tecnico Roberto Venturato.
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Arrivato nel 2015 per sostituire Foscarini, Venturato ha saputo non solo dare ulteriore solidità al Cittadella, ma lo ha confermato come una delle realtà più importanti dell’intera serie cadetta, nonostante il monte ingaggi più basso delle prime due serie professionistiche italiane e un bacino di utenza che, unito a una semplice conduzione societaria a livello familiare, non lascia spazio a particolari voli pindarici.
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Tremendo el roto de la Cittadella al Monza. 3-0 en el partido de ida de semifinales en el Tombolato con una tripletta de Enrico Baldini (¡en invierno jugaba en Serie C con el Fano!). Un pasito más cerca de romper el "gafe" de su 1º ascenso a la Serie A. Bravo por Venturato. 👏🏻 pic.twitter.com/A9yQSA5H8W
— Mario Reinoso (@MarioReinoso17) May 17, 2021
Chi è Venturato, l’allenatore del Cittadella dei miracoli
Classe 1963, Roberto Venturato è nato in Australia da una famiglia di emigranti originari della provincia di Treviso, ma da giovanissimo è rientrato in Italia, a Cremona, dove ha cominciato a giocare a calcio. Ex centrocampista di buona esperienza, ha militato principalmente in Serie C, categoria dalla quale è partita anche la sua carriera da allenatore.
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Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, infatti, il Pizzighettone decide di offrirgli un contratto per il settore giovanile nel quale Venturato lavora per cinque anni, prima di metterne insieme altrettanti sulla panchina della prima squadra. Nella provincia cremonese sgrezza le sue qualità da mister, a Cremona città, invece, diventa assistente di Emiliano Mondonico prima di prendere in mano la squadra nella stagione 2009/10.
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Prima di Cittadella, infine, Venturato ha messo insieme due esperienze alla Pergolettese con in mezzo la chiamata del Piacenza, club che non gli permette nemmeno di finire la stagione. L’esonero spinge Venturato a guardarsi attorno e, nel 2015, ad accettare la chiamata del Cittadella: “Mi sono bastati pochi minuti per accettare” dichiarò ai tempi del suo arrivo, sponsorizzato dal direttore generale Stefano Marchetti, alla disperata ricerca dell’erede giusto di Glerean, Maran e Foscarini.
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https://www.youtube.com/watch?v=XWpUquGVlzk
Come gioca il Cittadella di Venturato
Come i suoi predecessori, Venturato ha insistito su una filosofia di gioco e un modulo, il 4-3-1-2, facilmente assimilabili, visto che il Cittadella è una squadra che ogni anno perde i suoi pezzi migliori. Per esempio, a gennaio c’era necessità di una punta in più e, viste le risorse economiche ristrette, la scelta è ricaduta su Enrico Baldini, ex Primavera dell’Inter arrivato dal Fano.
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Uomini, prima che calciatori. Questo è il diktat sul quale lavora la dirigenza granata, che più di una volta ha fatto quadrato attorno al proprio allenatore. Venturato, per esempio, quest’anno ha lanciato tra i pali l’albanese Kastrati, uno dei migliori portieri della cadetteria e leader di una difesa che si poggia su due terzini completi come Ghiringhelli e Donnarumma più Perticone e Adorni come centrali.
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In mezzo, accanto all’eterno Manuel Iori, si muovono Branca – interessante mezzala sinistra – e soprattutto Alessio Vita, ex Primavera del Torino mai sbocciato definitivamente, che compongono un trio forte atleticamente e fisicamente. Proia e D’URso si alternano da trequartisti, mentre davanti si Venturato ruota Baldini, Tsadjout, Beretta e soprattutto Ogunseye, anche lui scoperto da Marchetti in Serie C.
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