Il 16 maggio 2004 si giocava l’ultima partita di Roberto Baggio: a San Siro fu ovazione per un campione capace di unire un popolo intero
San Siro, il teatro dei sogni, uno degli stadi più importanti e storici del mondo. Si è giocata qui l’ultima partita di Roberto Baggio in carriera, in un afoso pomeriggio primaverile di diciassette anni fa. Era maggio, il Milan ospitava il Brescia e, per la prima volta, il gemellaggio tra tifoseria passava in secondo piano perché quel giorno, sul prato verde dell’impianto milanese, uno dei più grandi calciatori italiani di sempre diceva addio al calcio.
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Un addio precoce, se consideriamo quanto giocano i calciatori al giorno d’oggi, che per certi versi ha ricordato quello di Michel Platini. Ma anche un saluto obbligato, per colpa di un fisico che non reggeva più e che, da lì in poi, non gli avrebbe permesso di esprimersi ancora a certi livelli. Meglio dire basta, pensò Baggio, che decise così di chiudere con quel Brescia entratogli nel cuore quando nessuno ormai sembrava volergli dare ancora una possibilità , tranne il presidente Corioni.
L’ultima partita di Roberto Baggio
Il 16 maggio 2004 il Brescia si presenta a San Siro già salvo da un pezzo, grazie soprattutto ai gol e alle giocate del suo numero 10, leader e capitano di una squadra operaia ma capace di strizzare più volte l’occhio all’Europa. I rossoneri, invece, sono già campioni d’Italia e si impongono anche quel giorno, in un match giocato al piccolo trotto, aperto da un gol di Shevchenko e terminato 4-2.
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Gli occhi, i riflettori sono però tutti puntati su di lui. L’ultima partita di Roberto Baggio scorre lenta, malinconica, i secondo passano ma nessuno degli interpreti in campo sembra voglia smettere di correre, perché fermarsi significherebbe salutarlo definitivamente e nessuno, proprio nessuno, è intenzionato a farlo.
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Baggio tocca qualche pallone alla sua maniera, manda in porta un paio di compagni, poi la sua partita finisce e tutto San Siro si alza in piedi ad applaudirlo. Nonostante abbia vestito anche i colori nerazzurri, per il Divin Codino questo e altro. Baggio ha unito un’intera nazione, facendola ridere e purtroppo anche piangere. Lascia dopo 643 partite, una miriade di infortuni e tante giocate straordinarie. Su di lui scriveranno liberi, gireranno documentari e, adesso, uscirà anche una serie. Ma, parlando di Baggio, sarà ancora sempre troppo poco.
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