La guerra in Ucraina sconvolge la cronaca quotidiana, ma ha pesato molto anche sul rendimento dei giocatori ucraini negli ultimi mesi della stagione.
Torna a giocare questa sera in un match ufficiale, l’Ucraina, recuperando la prima partita del playoff di qualificazione ai Mondiali di Qatar 2022 contro la Scozia: in caso di vittoria, la formazione di Kiev affronterà il 5 giugno nell’ultimo match decisivo il Galles, per poi iniziare (8 e 11 giugno) la Nations League.
Un vero e proprio tour de force, innescato ovviamente dagli eventi di fine febbraio: l’invasione russa del paese che ha dato il via a una guerra sanguinosa e tutt’oggi in corso, che costringe la Nazionale in maglia gialla a giocare sostanzialmente in esilio, mentre il campionato locale è fermo.
Molti calciatori dell’Ucraina, in questi mesi, si sono espressi pubblicamente per il loro Paese, oltre all’ex-ct della Nazionale Andriy Shevchenko, che è stato anche ospite in vari programmi tv anche in Italia. È innegabile, però, che oltre ad aver bloccato il campionato locale il conflitto abbia segnato profondamente il rendimento dei calciatori ucraini negli ultimi mesi della stagione, non mettendo la formazione ora guidata da Oleksandr Petrakov di affrontare al meglio questo percorso di qualificazione.
Il peso della guerra sui giocatori dell’Ucraina
L’esempio più lampante è quello di Oleksandr Zinchenko, il giocatore del Machester City che è stato tra i primi e più espliciti commentatori della guerra, e che nella conferenza stampa di ieri sera è scoppiato a piangere mentreparlava del suo Paese invaso dai russi. Il suo rendimento in campo però non ha subito un calo evidente, anzi da aprile il giocatore ha finalmente trovato continuità di gioco col City, risultado anche decisivo nella conquista della Premier League con 3 assist.
Discorso diverso, invece, per Ruslan Malinovskyi, che in una stagione già di per sé difficile per l’Atalanta non è riuscito ad aggiungere il suo pieno contibuto nel girone di ritorno della Serie A. Da titolare fisso che era stato nel resto della stagione, il centrocampista dell’Ucraina ha giocato appena 12 partite su 16 dalla fine di febbraio, e solo cinque volte è rimasto in campo per più di un tempo. La sua media è stata di 41 minuti a partita.
Un trend simile a quello di altri suoi connazionali. Taras Kacharaba, difensore dello Slavia Praga, è praticamente scomparso dal campo dopo febbraio, anche a causa però di un infortunio all’inguine. Lo stesso si dica per Eduard Sobol, che è tornato a essere titolare del Club Brugge solo per due partite di maggio valide per il girone finale del campionato belga. Viktor Kovalenko dello Spezia è passato da un impego di 44,4 a 34,5 minuti a partita con Thiago Motta, e solo tre volte su undici partite di Serie A è rimasto in campo per più di 45 minuti.
Meglio è andata sicuramente a Vitaliy Mykolenko, arrivato a gennaio all’Everton e che ha continuato a giocare con continuità nel club di Liverpool, trovando anche la sua prima rete in Inghilterra l’8 maggio col Leicester. Ma, senza cambiare campionato, Andriy Yarmolenko del West Ham ha chiesto un periodo di pausa al suo allenatore dopo lo scoppio della guerra e, sebbene al ritorno abbia segnato subito due reti (una all’Aston Villa in Premier e una al Siviglia in Europa League), da quel momento ha fatto più panchina che campo.
Roman Yaremchuk, che il 23 febbraio era divenuto il primo calciatore a prendere pubblicamente posizione contro l’invasione dell’Ucraina, mostrando una maglietta in diretta tv dopo un gol in Champions League, da allora non ha praticamente più segnato (ad eccezione di una rete nel turno successivo al Liverpool, il 13 aprile). Fino a quel momento, la punta del Benfica aveva realizzato 8 gol e 6 assist in stagione.
Insomma, la situazione non è ideale per il ct Petrakov, considerando che la maggior parte di giocatori della sua Nazionale giocava in Ucraina, è quindi è ferma dalla fine di febbraio. Parliamo di elementi anche abbastanza importanti come il portiere Bushchan, i difensori Zabarnyi e Matvienko, e i centrocampisti Shaparenko e Tsyganov. Per riuscire a raggiungere un Mondiale che avrebbe un profilo simbolico molto importante, gli ucraini dovranno trovare energie extra nello spirito di gruppo e nel ruolo di rappresentati del Paese.
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