La Turchia sarĂ la prima avversaria dell’Italia agli Europei: una squadra giovane e talentuosa, che punta a sorprendere dopo un eccellente percorso di qualificazione
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Ăˆ la squadra che aprirĂ gli Europei contro l’Italia a Roma, questo venerdì 11 giugno, e si candida a essere la seconda forza nel girone degli Azzurri, nonchĂ© uno degli outsider piĂ¹ temibili del torneo.
La Turchia di Senol Gunes, 69enne tecnico che ha fatto le fortune di Trabzonspor e Besiktas, è lo sbocco di un movimento che attraverso il calcio vuole contribuire a riportare l’immagine del paese anatolico al centro del discorso sportivo e non solo. L’obiettivo è rinverdire i vasti dei primi anni Duemila, quando i turchi conquistarono il terzo posto sia ai Mondiali asiatici che alla successiva Confederations Cup, con in panchina proprio Gunes.
La generazione d’oro del calcio turco
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Alla base di tutto c’è un progetto sportivo incentrato sullo sviluppo dei giovani e la loro esportazione nei grandi campionati europei: 18 dei 26 convocati da Gunes non superano i 25 anni, e 10 di essi giocano giĂ nei principali tornei del continente (in totale, questo numero sale a 15 componenti della rosa). In confronto, nella Nazionale del 2002 erano solo sei gli Under-25, di cui tre militanti all’estero e nove complessivamente.
Secondo Transfermarkt, 12 giocatori turchi hanno valori di mercato superiori ai 10 milioni di euro, e si tratta quasi esclusivamente di giocatori giovani, in particolare difensori. Il reparto arretrato è infatti il vero punto di forza della Turchia, che durante le qualificazioni ha subito appena tre reti (due dall’Islanda e una dalla Francia), risultando la miglior difesa in assoluto alla pari del Belgio.
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Soyuncu, Demiral e Kabak formano un terzetto di centrali di altissimo livello, ai quali si potrebbero aggiungere Ayhan, Muldur e Celik, tutti a fare da muro davanti a Ugurcan Cakir, il portiere del Trabzonspor oggi tra i migliori della Super Lig. A centrocampo si fa notare Orkun Kokcu del Feyenoord, e anche a livello di mezzepunte Senol Gunes puĂ² dormire sonni tranquilli: Calhanoglu, Under e Yazici rappresentano giocatori di valore internazionale, e alle loro spalle scalpita la promessa Abdulkadir Omur.
Il ruolo di punta è quello dove la Turchia sembrava dover aver i problemi maggiori, ma l’impressionante stagione del veterano Burak Yilmaz, trascinatore a 35 anni dello scudetto del Lille, ha fornito agli anatolici il terminale offensivo perfetto. Mentre nel frattempo si puĂ² lasciar maturare con calma un altro giovanissimo, Halil Dervisoglu del Galatasaray.
Un progetto che viene da lontano
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La Turchia ha investito molto per costruire una Nazionale competiva a livello internazionale, ad esempio puntando tanto sul rientro in patria di giocatori nati e cresciuti all’estero. Il piĂ¹ noto è senza dubbio il caso di Hakan Calhanoglu, nato a Mannheim, in Germania, e che non ha mai vissuto o giocato in Turchia. Ma oltre a lui ci sono Kenan Karaman e Kaan Ayhan, anche loro tedeschi, l’austriaco Mert Muldur e gli olandesi Kokcu e Dervisoglu.
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Sfruttando l’emigrazione e le scuole calcio estere, Istanbul è riuscita a mettere assieme un gruppo giovane e talentuoso, affidandolo a un tecnico esperto a cui si deve il momento storicamente piĂ¹ proficuo del calcio locale. Ma d’altronde il governo turco sta spingendo molto sulle politiche di sport-washing per mezzo del calcio, e nonostante la pandemia abbia fatto saltare due volte la finale di Champions League ad Istanbul, il progetto sta dando ottimi frutti.
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Il presidente Erdogan suscita sempre polemiche in Europa per i suoi metodi autoritari e per i suoi atteggiamenti nei confronti dei diritti delle donne, e proprio tra i club e tra i tifosi di calcio ha spesso trovato oppositori. Ma negli ultimi anni la Nazionale si è trasformata in suo feudo, con i calciatori che spesso hanno celebrato i propri risultati con il controverso gesto del saluto militare, un implicito segno di supporto alle azioni dell’esercito turco in Siria.
Il percorso della Turchia verso gli Europei
Il percorso di qualificazione della Nazionale anatolica è stato semplicemente straordinario: come giĂ detto, la Turchia ha avuto la miglior difesa della fase preliminare, arrivando seconda nel Gruppo H a soli due punti dalla Francia campione del mondo in carica. I transalpini hanno subito una netta sconfitta per 2-0 a Konya due anni fa, e poi sono stati bloccati sull’1-1 a Saint-Denis.
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Ma rispetto ad allora, la Turchia ha perso uno dei suoi elementi chiave, la punta Cenk Tosun, bomber delle qualificazioni: nel 2020 ha perso quasi tutto l’anno per un infortunio al legamento crociato, e la sua assenza si è fatta notare in Nations League, dove gli uomini di Gunes hanno vinto una sola partita (contro la Russia), retrocedendo clamorosamente in Lega C. Tosun si è nuovamente infortunato ad aprile, e il suo rientro è previsto solo a metĂ ottobre.
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I primi match delle qualificazioni ai Mondiali del 2022, giocati tra marzo e aprile 2021, hanno mostrato una Turchia in ripresa, trascinata dalle reti di Burak Yilmaz, capace di distruggere per 4-2 l’Olanda e poi per 3-0 la promettente Norvegia. Nel terzo match, perĂ², gli anatolici sono stati fermati in casa sul 3-3 dalla modesta Lettonia, mostrando piĂ¹ di una crepa in una linea difensiva ritenuta quasi impenetrabile.
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