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Trevor Francis non c’è più: l’attaccante che ha giocato anche in Serie A con le maglie di Sampdoria e Atalanta è morto all’età di 69 anni.

Il mondo del calcio è ancora una volta in lutto e deve dire addio a un’icona del calcio inglese, passata anche per l’Italia. Stiamo parlando di Trevor Francis, icona del calcio anni ’70 e ’80, soprattutto in Inghilterra. È morto all’età di 69 anni a Marbella in seguito a un infarto fulminante. I più giovani non possono ricordarlo, anche perché stiamo parlando soprattutto di un idolo del calcio anglosassone, ma ha deciso anche una Coppa dei Campioni. Si tratta di quella del 1979, in cui vestiva la maglia del Nottingham e ha segnato una rete pesantissima nello scontro finale contro il Malmo.

Insomma, non stiamo parlando proprio di un calciatore qualsiasi, ma di un simbolo del pallone che ha marchiato indelebilmente la sua epoca. È nato il 19 aprile del 1954 a Plymouth, nel Regno Unito, ma è riuscito a farsi amare anche in Italia. Ne è testimonianza anche il giornalista Maurizio Maggiani che su di lui ha detto: “Le mie simpatie andranno alla selezione italiana ma se mai dovesse perdere il titolo mondiale per null’altro che non sia un goal di Zidane, non alzerò la mia mano e la mia voce contro il giocatore che più amo da quando non vedo più giocare: Trevor Francis”. E ovviamente anche in Inghilterra non sono rimasti indifferenti. Vi riportiamo le parole di uno dei più importanti calciatori di quelle parti, Gary Lineker, che su di lui si è pronunciato così: “Sono profondamente rattristato nel sentire che Trevor Francis è morto. Un calciatore meraviglioso e un uomo adorabile. È stato un piacere lavorare al suo fianco sia sul campo che in televisione. RIP Trevor”. Francis era famoso per i suoi dribbling, ma, almeno in Italia, anche per una forza muscolare non proprio prorompente. I difensori gli hanno spesso riservato dei trattamenti non proprio lusinghieri e probabilmente anche per questo non è riuscito a eccellere nel nostro paese.

Trevor Francis carriera

Nella sua carriera, però, non c’è stata solo la bellissima Coppa dei Campioni del 1979 vinta con il Nottingham, ma anche l’esperienza al Birmingham e un passato tutto italiano, non sempre positivo. Le tracce più significative, infatti, sono rimaste con la Sampdoria, con cui ha vinto una Coppa Italia nel 1984-85 e laureandosi anche capocannoniere del torneo. Ha giocato anche con l’Atalanta, ma la gloria più importante è stata comunque essere diventato un’icona per i tifosi del Nottingham. Nel 1980, infatti, è riuscito a vincere la seconda Coppa dei Campioni consecutiva e anche la Supercoppa del 1979. Con la maglia dell’Inghilterra non gli è andata benissimo, ma neanche così male: ha totalizzato 52 presenze e segnato 12 gol. La sua carriera da calciatore si è conclusa nel 1994 quando vestiva la maglia dello Sheffield Wednesday. Subito dopo ha deciso di intraprendere l’avventura da allenatore, questa volta non così fortunate. Lo ricordiamo, infatti, sulle panchine del QPR, ancora di Sheffield Wednesday e Birmingham, poi anche del Crystal Palace. Ha smesso, però, nel 2003 e con un episodio che ha scritto una pagina molto brutta nella storia del calcio: ha malmenato il suo secondo portiere.