Parlare di Toni Kroos in modo innovativo è tanto complicato quanto stimolante per chiunque abbia visto anche solo due partite del numero otto del Real Madrid. Da più di una decade stabilmente fra i tre centrocampisti più forti del mondo, senza che ce ne fosse il bisogno il tedesco ha sfoderato una prestazione fenomenale contro il Girona, nella gara decisiva per la Liga.
La gara di Kroos contro il Girona è un inno alla perfezione che da circa dieci anni è platealmente esibita nel suo fare il centrocampista in un modo così semplice da risultare incomprensibilmente difficile da replicare. Arrivato a Madrid a seguito della vittoria dei mondiali dell’estate 2014, Toni Kroos ha attraversato le epoche vincenti del Real tornato leggenda, diventandone parte integrante e fondamentale. Ma se dati, statistiche e il passato recente non ci interessano, ciò che vogliamo sottolineare è come a trentaquattro anni appena compiuti non ci fosse bisogno dell’ennesima master class per confermare come oggi, il numero otto del Real Madrid sia forse il centrocampista più forte in circolazione.
La sua gara contro la rivelazione della Liga al Bernabeu recita: 63 passaggi completati su 63 con una precisione del 98 per cento; 14 passaggi lunghi su 14 completati, 1 key pass effettuato, 4 duelli su 6 vinti, 2 tackle effettuati e 2 cross su 2 completati, il tutto condito da 70 tocchi di palla nel corso dei poco più di settanta minuti giocati. Tutto questo sarebbe “normale amministrazione” per le qualità del tedesco se non fosse che la gara contro il Girona corrispondeva a uno di quegli snodi fondamentali che cambiano le stagioni. Contro gli inseguitori il Madrid doveva vincere al Bernabeu e, nonostante le defezioni difensive di Rudiger e Nacho si fossero aggiunte a quelle di Militao ed Alaba, la calma consapevole di Kroos ha permesso ai blancos di stravincere un confronto diretto per il dominio della Liga.
Senza scomodare dati enormi, l’apologia di Toni Kroos oggi si conclude con un punto fermo nell’analisi delle sue statistiche: quando le gare contano, anche se contro un Girona facilmente domabile, Kroos è una certezza da una decade o poco più. Dieci anni fa, quando all’età di ventiquattro anni si apprestava a diventare campione del mondo con la Germania schiantando il Brasile nel Mineirazo, Kroos era titolare inamovibile della nazionale di Low e anche in quella rassegna, il suo nome nel tabellino si materializza nelle gare fondamentali: un assist contro il Portogallo all’esordio in Brasile, un assist contro la Francia ai quarti di finale, due gol e un assist nel 7-1 ai padroni di casa. Ma se non bastasse questo, dalla stagione 2013/2014 Toni Kroos non ha mai fatto registrare una percentuale di passaggi riusciti in stagione inferiore al 92 per cento, incrementata poi negli anni fino al 95 per cento di quella appena terminata. Oggi, a trentaquattro anni e con un palmarés che costringe Isco a commentare sui social per chiedere all’ex compagno di non ritirarsi così da offrire altre stagioni di grande calcio al mondo, Kroos prosegue nella sua opera fatta di precisione, semplicità e vittorie, unico linguaggio sportivo degno del suo talento.
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La Liga è del Real?
Fatti i doverosi complimenti a Kroos c’è un argomento preciso da analizzare dopo la vittoria del Madrid contro il Girona. Il 12 di febbraio, la Liga è ormai chiusa? Con quattordici giornate all’arrivo è praticamente impossibile pensare che lo sia, soprattutto con gli impegni in arrivo in Europa per la capolista, ma i cinque punti di vantaggio su un Girona ridimensionato dalla grandezza del Real Madrid potrebbero essere troppi anche per una cenerentola con grandi sogni e un attacco da 52 reti complessive. Appena dietro il Barcellona futuro orfano di Xavi, che a 51 punti guarda da lontanissimo il Real Madrid (primo a quota 61) e da poco più vicino il Girona (56) che però potrebbe essere irraggiungibile viste le difficoltà blaugrana di questa stagione. Per questo motivo la squadra di Joao Felix dovrà guardarsi da Simeone e compagni, che dopo la doppia sfida all’Inter in Champions League metteranno sicuramente nel mirino una rimonta possibile vista la distanza di soli tre punti tra loro e i catalani. Appuntamento quindi a metà marzo, quando al Wanda Metropolitano Atletico e Barcellona si sfideranno per poi attendere il Clasico di fine aprile, vero e proprio snodo del campionato, in cui siamo certi Toni Kroos metterà in scena l’ennesima master class della sua carriera.