Fikayo Tomori è una delle sorprese più liete di questo avvio di stagione del Milan. Anche ieri contro la Juventus, giocando in un ruolo che non era il suo (terzino destro) ha ben figurato, risultando tra i migliori in campo.
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Multiruolo
Il Milan è la miglior difesa del campionato fin qui con 2 gol subiti in 4 partite. Tomori non ha saltato ancora un minuto e visto l’infortunio di Kjaer ieri sera a Torino è probabile che il superlavoro gli tocchi ancora per un po’.
Due gol subiti in maniera opposta dai rossoneri: il primo su un’azione manovrata del Cagliari con colpo di testa vincente di Deiola, l’altro con la Juventus con Morata a segnare in contropiede da un angolo a favore del Milan.
Tomori, come dicevamo, ieri sera è stato provato nientemeno che come terzino destro in sostituzione di Calabria. Mezz’ora in cui non ha sfigurato, prima di tornare “al suo posto” dopo il problema muscolare di Kjaer.
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L’inglese già in precedenza aveva giocato lì, da laterale destro in difesa, ma dobbiamo tornare indietro alla Championship 2017-18, quando militava nell’Hull City. In sostanza, un’era geologica fa.
Un’opzione in più comunque per Stefano Pioli, che da quando è al Milan ha dovuto arrabattarsi dietro a una lunga catena di infortuni che hanno flagellato l’intera rosa.
Tomori, va detto, è stato uno dei pochi non toccati. Infatti è dal giugno di un anno fa che non ha avuto intoppi e in generale in carriera non ne ha avuto quasi nessuno.
Meglio fuori
Ciò che sta emergendo nel rendimento di Tomori al Milan in questo avvio di stagione è l’incredibile aumento di livello quando i rossoneri giocano in trasferta. Tutti gli indicatori schizzano verso l’altro, moltiplicandosi anche per tre.
In casa ha una media di un contrasto vinto, un intercetto e due clearance, cioè due “spazzate”? Benissimo, fuori siamo come media rispettivamente a 2, 2.5 e 3.
Si moltiplicano per 4 anche le volte in cui Tomori mette gli avversari in fuorigioco, da 0.5 in casa a 2 in trasferta.
Questo solo per il campionato. In Champions, nella partita che il Milan ha giocato contro il Liverpool in cui nonostante la sconfitta e i 3 gol subiti Tomori è stato valutato tra i migliori in campo, il suo score difensivo è stato: 2 contrasti vinti, 3 palle recuperate e ben 3 tiri avversari respinti.
Una prova davvero da vecchio leone della difesa nonostante l’autogol segnato, che non è stato proprio colpa sua visto il doppio buco lasciato ad Alexander-Arnold da Leao e Bennacer, presi letteralmente d’infilata.
Sempre, comunque, in trasferta. Come se al momento di stringere i denti, di alzare una sorta di barricata, il Milan si rivolga quasi esclusivamente a Tomori, alla sua baldanza fisica e alla sua personalità.
Tecnicamente l’inglese non è un fenomeno, ma il suo contributo fin qua si sta rivelando fondamentale. Da tappabuchi comprato all’ultimo mercato invernale a pilastro insostituibile e multiuso, la parabola di Tomori al Milan sta ricordando quella del suo compagno di reparto Kjaer.
A questo punto non sembrano più una cifra enorme i 28 milioni spesi per lui dalla dirigenza rossonera, convinta di questo investimento che è stato, sì, il più alto nella storia del club per quanto riguarda un difensore centrale, ma che visti i tempi, insomma, vai a vedere che forse ci sta pure.
A 23 anni Tomori è già in grado di essere il leader di una difesa di una squadra di Serie A. In un contesto giovane spicca per personalità e potrebbe diventare il punto di riferimento del Milan, là dietro, per un bel po’.
Arrivare dal calcio inglese, poi, leader europeo riconosciuto a livello di club, è anche un discreto punto nel proprio curriculum.