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Carlos Tevez ha segnato il suo quinto gol in carriera al River Plate: breve storia del rapporto tra l’Apache e gli odiati rivali cittadini

La Liga Profesional, torneo intermedio inventato dalla sempre originale federazione argentina, entra nel vivo e, già nel primo turno della seconda fase, perde una delle sue protagoniste. Infatti, il calendario è stato spietato a far incontrare subito Boca Juniors e River Plate, in un Superclasico dai contenuti minori che, alla fine, ha visto trionfare gli xeneizes.

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Nonostante i millonarios avessero fuori 15 calciatori causa focolaio di Coronavirus – la società, però, ha deciso di non chiedere il rinvio del match – la partita si è comunque chiusa sull’1-1, venendo poi decisa dai calci di rigore. Nei tempi regolamentari, invece, si è ancora visto come la squadra di Gallardo sia un insieme di idee e talento senza eguali, con la stellina Julian Alvarez che, nella ripresa, ha pareggiato il vantaggio iniziale di Carlos Tevez.

Gol e grinta: il Superclasico di Tevez

La sua riconferma era in bilico fino a poco tempo fa: nell’ultimo anno, infatti, la posizione di Tevez sembrava scricchiolare, soprattutto da quando Angelici ha perso le presidenziali e, al suo posto, al timone del Boca Juniors, è tornato Ameal. Quest’ultimo ha portato in società Riquelme, vecchio idolo dell’ambiente boquense, nonché sponsor principale per il rinnovo di Tevez.

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Che, in campo, sta ripagando Miguel Russo con prestazioni da grande campione. Il tecnico degli xeneizes lo impiega esclusivamente come punta centrale, chiedendogli di ripiegare al minimo per essere più incisivo in zona gol. Contro il River Plate, Tevez ha messo seriamente in difficoltà la retroguardia avversaria e segnato un gol molto bello, con tanto di esultanza di scherno a completamento di una prestazione estremamente positiva.

Il River Plate è la sua vittima

Tra Tevez e il River Plate, infatti, non corre buon sangue. Se da una parte c’è una realtà che storicamente rappresenta la medio-alta borghesia argentina, dall’altra – sponda Boca Juniors – il tifo si vive in maniera differente, più ruspante e popolare. E Tevez, cresciuto a Villa 15 – conosciuta come la ‘ciudad oculta’, più volte omaggiata dallo stesso Carlitos -, ha trovato un’empatia incredibile con tutto ciò che ruota attorno al mondo boquense.

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Un  rapporto viscerale che trova la sua massima espressione nell’approccio del calciatore a ogni Superclasico, che sia una partita ufficiale o meno. Quello segnato poche ore fa è il quinto gol che Tevez marchia contro il River Plate. Per risalire il primo bisogna riavvolgere il nastro dei ricordi e tornare al 2004, nel 2-1 famoso per la sua esultanza in cui, dopo aver mimato una gallina – giocando così sul soprannome dispregiativo con il quale vengono identificati i tifosi del River – venne espulso, saltando così la finale di andata di Copa Libertadores.

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Poi, due anni dopo, Tevez punì il River Plate con la maglia del Corinthians, sempre durante un incontro internazionale. Il suo passaggio in Europa, diviso tra West Ham, i due club di Manchester e la Juventus, lo ha obbligato a un salto temporale di oltre dieci anni. Al suo ritorno al Boca Juniors, nel 2015, l’Apache torna a colpire gli odiati rivali con una doppietta in un Superlcasico di campionato giocato al Monumental.

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Il resto è storia recente, comprese le polemiche durante il lockdown del 2020, molto duro da affrontare in Sudamerica, quando Tevez – in riferimento alla ripresa del campionato – non le mandò a dire al presidente del River Plate, Rodolfo D’Onofrio: “È incredibile che in questo momento ci sia chi pensi a tornare in campo – disse, criticando la posizione del numero uno dei millonarios – ma la cosa non mi sorprende“. Il Superlcasico, in Argentina, è anche questo. E Tevez, storicamente, ha sempre saputo animarlo.

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