La Svizzera ha strappato all’Italia il primo posto nel girone e la qualificazione diretta ai Mondiali di Qatar 2022. Un successo costruito a partire dalla retroguardia.
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Il 16 giugno 2021, la Svizzera perdeva contro l’Italia con un netto 3-0; oggi è prima nel girone delle qualificazioni mondiali proprio davanti agli Azzurri, che ha bloccato prima sullo 0-0 interno e poi sull’1-1 all’Olimpico.
Molte cose sono cambiate in questi mesi, ma quella più evidente riguarda la solidità della difesa rossocrociata: agli Europei, gli elvetici arrivarono ai quarti di finale (la loro miglior prestazione di sempre) subendo però 9 gol in 5 partite, mentre ora sono la migliore retroguardia delle qualificazioni UEFA.
Una difesa insuperabile
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Solo due gol subiti in tutto il percorso di qualificazione ai Mondiali di Qatar 2022, stesso numero dell’Italia che però la Svizzera ha sopravanzato in virtù dei punti, oltre che della differenza reti complessiva. Incredibile, se si pensa che era stata la peggior difesa degli Europei tra le squadre arrivate fino ai quarti, a pari merito con l’Ucraina.
La forza del reparto arretrato non era mai stata una caratteristica tipica della Svizzera di Vladimir Petkovic, che aveva sempre avuto difficoltà a mantenere inviolata la propria porta: durante la scorsa Nations League, gli elvetici avevano subito gol in cinque delle sei partite del proprio girone, salvandosi solo nell’ultima, in casa contro l’Ucraina. Anche nelle qualificazioni mondiali, avevano esordito subendo un gol dalla Bulgaria, per poi respingere gli assalti della più modesta Lituania (quarto peggior attacco della competizione, dietro San Marino, Liechtenstein e Gibilterra).
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La svolta sembra essere arrivata grazie a Murat Yakin, l’ex-tecnico dello Sciaffusa subentrato alla guida della Nazionale lo scorso 9 agosto. Difensore elegante e carismatico, leader del Basilea degli anni Duemila, Yakin ha saputo rinnovare la Svizzera prima di tutto sotto il profilo della motivazione, riuscendo poi a consolidare la fase di non possesso.
Il lavoro di Yakin nella Svizzera
Dal suo arrivo, la formazione rossocrociata ha disputato sei partite ufficiali, tutte di qualificazioni UEFA, subendo una sola rete, a Roma contro l’Italia. Da settembre a oggi, infatti, la Svizzera ha subito meno gol di qualsiasi altra nazionale coinvolta nel percorso di qualificazione europeo.
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Nessun sostanziale cambio tattico o di uomini, però: Yakin ha confermato lo schieramento a quattro ereditato da Petkovic, con Elvedi e Akanji centrale, e come terzini Widmer e Rodriguez. Gli unici cambi sono avvenuti in queste ultime due partite, dove gli infortuni lo hanno costretto a impiegare dal primo minuto anche seconde linee come Mbabu e Schar.
Le cui prestazioni hanno però confermato che i progressi difensivi della Svizzera sono merito innanzitutto di un rinnovato atteggiamento psicologico, al punto che ieri contro la Bulgaria è stato possibile evitare di prendere gol nonostante la necessità di schierare come centrale Fabian Frei, in verità centrocampista nel Basilea. Ora, gli elvetici si ritrovano con un’ottima base da cui far incominciare la loro avventura ai prossimi Mondiali.
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