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Armand Laurienté è tornato a segnare ma ci si chiede quale sia il suo reale valore.

Due gol contro il Milan – come lo scorso anno contro la Roma – per confermare uno stato di forma che mancava da diversi mesi. Armand Laurienté non segnava in campionato dalla quinta giornata nella vittoria interna contro la Juventus. Da quel momento, buio totale sotto porta, difficoltà nel concludere l’azione e solamente qualche assist a condire una stagione che sembrava in linea con quella deludente del Sassuolo.

Nelle ultime due gare e in particolare dall’arrivo di Ballardini in panchina, il suo rendimento si è impennato, tornando ai livelli del primo anno in Serie A. La domanda che le gare contro Salernitana e Milan lasciano è quindi una sola: abbiamo già visto il vero Laurienté? O ciò che ha mostrato in queste due stagioni è solo uno sprazzo di un talento che – messo nelle giuste condizioni – potrebbe essere un fattore per la nostra Serie A?

Partiamo dai dati: nella stagione di esordio il francese ha messo insieme sette gol e sei assist nelle ventotto presenze con il Sassuolo. Un rendimento da vero e proprio demonio arrivato dal Loirent, dove – prima di trasferirsi in Emilia – aveva segnato un gol e fornito un assist nelle tre presenze estive da titolare. Numeri molto incoraggianti, soprattutto a causa della natura offensiva del Sassuolo, squadra costruita per attaccare in ripartenza che con Dionisi riteneva di aver trovato un tecnico capace di esaltare i propri giocatori.

Le cose in questa stagione sono però degenerate e con loro anche il rendimento del ragazzo classe ‘98. Il Sassuolo ha perso la bussola, Berardi si è infortunato e a cinque giornate dalla fine la retrocessione è più di qualcosa di cui preoccuparsi. L’arrivo di Ballardini ha cambiato un po’ le carte in tavola facendo conquistare ai neroverdi sei punti in altrettante gare, ma i sette risultati negativi da gennaio a inizio marzo hanno gettato gli emiliani in un baratro dal quale sembra quasi impossibile uscire. In una situazione simile anche il talento e le sgasate di Laurienté si sono spenti, tenendolo lontano dalla rete per ventisei giornate e complicando anche il suo lavoro in zona assist a causa di una costruzione offensiva povera e priva di un vero finalizzatore.

Nonostante questo, in stagione sono cinque gli assist serviti, quattro dei quali nel lungo digiuno da gol, mitigato almeno in parte dalla partecipazione alle reti dei compagni.

Cosa dobbiamo aspettarci ora da Laurienté

Al netto dei numeri, nella scorsa stagione sembrava un vero e proprio flagello per le difese avversarie. Complice un Sassuolo abile in ripartenza e un’efficienza quasi scientifica in zone dal basso coefficiente realizzativo, Laurienté si era trasformato in una delle più belle rivelazioni dello scorso campionato. Controllava la palla con l’esterno attaccando il terzino di turno in maniera talmente efficace da risultare simile a Rafael Leao, tagliava alle spalle dei difensori riuscendo a segnare come nel caso della doppietta all’Olimpico costata la fiducia di Mourinho a Karsdorp e portava in dote tutta la tecnica in velocità che lo aveva reso nei fatti migliore di Boga, ex dieci agli ordini di Dionisi.

Ha sempre segnato poco – lo scorso anno le sette reti hanno corrisposto al suo massimale – e per questo le aspettative nei suoi confronti vivono oggi un bivio importante: Laurienté è il giocatore mozzafiato della scorsa stagione con ampi margini di miglioramento, o quanto visto in questa stagione è la realtà a cui bisognerà abituarsi una volta che il campionato ha imparato a conoscerlo?

Noi propendiamo per la prima alternativa, quantomeno a causa della stagione invereconda che sta vivendo il Sassuolo. Lo scorso anno il francese è arrivato in Italia portando a Dionisi esattamente ciò di cui aveva bisogno e il suo entusiasmo offensivo non veniva compreso dalle difese avversarie. Nella stagione attuale le accelerazioni si sono ridotte così come i dribbling in uno-contro-uno, facendolo risultare più prevedibile e meno decisivo.

I due gol con il Milan sono però il manifesto di ciò che Laurienté è capace di fare: la prima rete arriva al decimo minuto grazie ad un taglio alle spalle del disattento Florenzi. La seconda giunge dal cuore dell’area di rigore, dove la difesa del Milan lascia lo spazio per una conclusione di destro all’altezza del dischetto del rigore.

Spazi e libertà d’azione, una condizione che fa esaltare le caratteristiche del francese e che difficilmente il Sassuolo è riuscito a creare rendendo difficile il compito dell’esterno.

Cosa aspettarsi quindi dalla prossima stagione? Innanzitutto un trasferimento qualora gli emiliani dovessero retrocedere, magari in una squadra capace di creare le condizioni migliori per le sue qualità: spazio e libertà.

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