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Uno dei più grandi talenti sprecati del Regno Unito, Stan Bowles, è tornato a fare parlare di sé grazie a una classifica di France Football

Il settimanale francese France Football ha pubblicato la classifica dei 10 talenti sprecati del calcio mondiale. A comandare questa graduatoria c’è una vecchia conoscenza del calcio italiano, Antonio Cassano, definito anche dai francesi come il prototipo di potenziale fenomeno che, proprio a causa di un carattere fumantino che lo portava a essere poco professionale, ha raccolto molto meno rispetto a quelle che sarebbero state le sue possibilità.

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Al secondo posto, invece, si posiziona Paul Gascoigne, del quale non c’è molto da dire visto che dell’istrionico centrocampista inglese si sono già scritti fiumi di parole. Sul gradino più basso del podio, infine, troviamo Stan Bowles, istrionico talento britannico per il quale occorre girare le lancette indietro fino agli anni Settanta se lo si vuole inquadrare come personaggio.

stan bowles

Fonte immagine: @storiemaledette

Stan Bowles, amico della noia

Su Stan Bowles si sprecano storie, aneddoti e vicende varie che, soprattutto nei pub della Greater Manchester, fanno da tema principale. Amato trasversalmente da tutta la città per la sua pazzia in campo e fuori, il classe 1948 si rese celebre per alcuni comportamenti decisamente sopra le righe. Per esempio, ai tempi in cui giocava nel Manchester City, venne fuori sui giornali che fumava oltre 60 sigarette al giorno e di notte non stava mai a casa.

Lo paragonavano a George Best, ma lo stesso Bowles confesserà che la sua vita privata fosse molto più movimentata dell’asso gallese. Il calcio, fondamentalmente, era un impiccio in mezzo al resto delle sue attività e non sempre in campo i sui atteggiamenti erano integerrimi. Anzi, è famoso l’episodio capitato nel prepartita di una finale di FA Cup giocata dal suo QPR contro il Sunderland.

Stan Bowles, durante il riscaldamento, all’improvviso scagliò un pallone fortissimo contro la coppa esposta a bordo campo, mandandola per tetta tra lo stupore generale. “In quel momento mi stavo annoiando – confiderà – e volevo solo divertirmi un po’”, prima di scendere in campo e segnare la doppietta che regalerà il trofeo agli Hoops.

Stan Bowles

Fonte immagine: @storiemaledette

Gli esordi e la consacrazione

Cresciuto nell’academy del Manchester City, Stan Bowles ha coronato il sogno di vestire i colori della sua squadra del cuore da giovanissimo. Una volta approdato tra i grandi, però, i Citizens hanno capito che al ragazzo non interessava molto fare il calciatore, così lo liberarono a zero e lui si accasò al Bury.

L’impatto fu disastroso anche lì, tanto che con la maglia biancoblu Bowles mise assieme la miseria di 5 presenze. Scaricato anche dal Bury, tentò l’avventura con il Crewe Alexandra, in una quarta divisione agguerrita nella quale fece talmente bene da guadagnarsi la chiamata dalla seconda serie, in quel di Carlisle.

La svolta arrivò però nel 1972, quando il QPR lo acquistò per 112mila sterline e lo rese centrale nel proprio progetto tecnico. Ancora oggi, Stan Bowles è primatista di reti segnate in Europa con la squadra dell’ovest di Londra, dove ancora oggi viene ricordato come uno dei talenti più forti, incisivi e trascinanti dell’intera storia degli Hoops.

Dopo sette anni, 255 presenze e 70 gol a Loftus Road, il centrocampista mancuniano si accasa al Nottingham e termina la carriera tra Leyton Orient e Brentford. Un talento geniale, ribelle, che ubriacava di finte avversari e spesso anche i compagni, incapaci di stargli dietro. Questo era Stan Bowles, il terzo più grande what if del calcio mondiale.

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