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Daniel Ek, che giorni fa aveva annunciato di voler acquistare l’Arsenal, ha scatenato un polverone sui social network: “Cerca prima di pagarci”, dicono i musicisti

Daniel Ek, ideatore e CEO di Spotify, nelle scorse settimane è uscito allo scoperto formalizzando un’offerta importante per rilevare l’Arsenal. I fatti si sono sviluppati all’indomani dall’uscita dei Gunners dall’accordo per la Superlega, cosa che aveva fatto impazzire di rabbia i tifosi del club a tal punto che, durante quelle turbolente giornate, fuori dall’Emirates si scatenarono forti proteste.

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“Kroenke vattene” recitavano i cartelli che esortavano l’attuale padrone del club a cedere l’Arsenal. Ek si è detto disponibile quindi a subentrare non appena l’attuale board gli darà la possibilità di farlo: “Ho sempre tifato Arsenal – ha scritto qualche giorno dopo in un tweet – se ci sarà la possibilità di acquistarlo non avrò problemi a farlo”. Il problema è che non a tutti questa uscita è piaciuta.

Musicisti contro Ek: “Davvero pensi all’Arsenal?”

Infatti, molti artisti presenti su Spotify non hanno preso benissimo il fatto che Daniel Ek volesse impegnarsi economicamente in questo modo – si parla di un affare da 1,8 miliardi di sterline, qualora il closing andasse in porto – per l’Arsenal quando le cose, per l’azienda svedese, sembrano non andare benissimo: “Potremmo chiederti gentilmente di sistemare prima le cose con gli artisti e poi fare quello che ti pare con i calciatori?”, ha scritto Tim Burgess, frontman dei Charlatans.

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A fare da eco a un pensiero evidentemente molto diffuso ci hanno poi pensato gli utenti di Twitter, scatenati sotto il post di Ek. Tra i più rilanciati, ce n’è uno in cui un follower del magnate svedese si chiede se i calciatori dell’Arsenal eventualmente accetterebbero 7 millesimi di pounds come stipendio, oppure altri che sottolineano come gli artisti, per mantenere le loro opere disponibili in streaming, percepiscano una somma troppo bassa.

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Nel frattempo, Apple Music ha inviato una comunicazione ufficiale a tutti gli artisti presenti nel catalogo, confermando che l’azienda americana paga mediamente il doppio rispetto a Spotify. Tutto questo, ovviamente, va in risposta anche alla polemica che gli stessi musicisti avevano sollevato tempo fa, riguardante il fatto che lo streaming starebbe minacciando il mondo della musica. Cosa che, però, importa meno ai tifosi dell’Arsenal, pronti a tirare la volata a Ek aiutandolo, con le proteste, a rilevare il club.

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