Luciano Spalletti, CT dell’Italia, si è reso protagonista di un gesto inedito in vista degli Europei che si disputeranno in Germania
Luciano Spalletti, 65 anni, è pronto a prendersi definitivamente l’Italia. Il tempo delle amichevoli e delle gare di qualificazione è già finito. Si fa sul serio ora perché alle porte c’è l’Europeo e gli Azzurri scendono in campo da detentori del trofeo. E così il tecnico Campione d’Italia con il Napoli, dopo l’impresa con i partenopei, è pronto a replicarsi anche con la selezione. Il raduno è già iniziato ed il CT dovrà rinunciare ad uno dei pilastri della difesa: il riferimento è a Scalvini, 20 anni, che nel recupero della gara contro la Fiorentina si è procurato la rottura del legamento crociato che gli imporrà uno stop di sei mesi. Al suo posto sarà convocato lo juventino Gatti, 25 anni. Nessun dramma, però, per il CT che sta lavorando a Coverciano non solo sull’aspetto tattico. Spalletti vuole entrare nelle menti dei calciatori ed ha addirittura scritto i suoi diktat su una lavagna. Sei punti focali da mandare a memoria e ripetere come un mantra assoluto, sei punti che possono garantire la gloria con la vittoria della competizione. I “6 comandamenti” di Luciano Spalletti, insomma, che svelano quello che sarà lo stile di gioco degli Azzurri nella spedizione in Germania.
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I 6 comandamenti di Spalletti: tutti i punti
In primis, la pressione continua. Si tratta del primo punto del CT che vuole la riconquista del pallone il più in avanti possibile, andando avanti con coraggio e, al contempo, togliendo fiducia agli avversari. Fondamentale anche la gestione della palla: il controllo del gioco è garantito da un buon fraseggio e dalla precisione, con la tecnica fondamentale in questo. Non solo, quindi, fisicità, utile per andare ad aggredire l’avversario. Spalletti, poi, vuole i calciatori “legati” un’Italia compatta tra i reparti, con i calciatori vicini e corti ed una distanza di squadra non eccessiva. Un problema, questo, emerso anche durante le gare di qualificazione, con gli Azzurri che spesso perdevano compattezza andando ad allungarsi. Su questo sta lavorando Spalletti perché le giuste distanze sono fondamentali per l’equilibrio tattico in quanto aiutano a recuperare palla senza esporsi alle ripartenze con il rischio di incassare poi gol. E riconquistare palla velocemente è certamente il miglior modo per difendersi: da qui la riaggressione feroce chiesta da Spalletti ai suoi calciatori. La voglia di pressare ed attaccante, dal punto di vista emotivo, hanno un significato di prevalenza ed aiutano, in questo senso, le distanze corte e la densità. Sulla lavagna c’è anche un eloquente “tornare a casa” che non vuol dire certo l’eliminazione precoce, anzi. E’ la fase successiva all’impossibilità di aggredire l’avversario e conquistare in modo veloce la sfera. A quel punto è necessario riprendere le posizioni componendo nuovamente il blocco squadra e coprendo gli spazi sistemando, ovviamente, la fase difensiva in modo da non rischiare. “Ordine, studio e preparazione” chiudono i comandamenti del CT: riorganizzata e con un nuovo ordine tattico, la squadra deve tornare a pressar e fare il suo gioco.