Spalletti e Osimhen sono due dei protagonisti del grande inizio di stagione del Napoli. E, tra di loro, pare esser nato un rapporto speciale
Dopo la bella vittoria del suo Napoli sul campo dell’Udinese, Luciano Spalletti si è soffermato ad analizzare la partita con dovizia di particolari. Ha parlato di campo, di calcio, incalzato da giornalisti che, senza nemmeno girarci troppo intorno, hanno domandato al tecnico se lo Scudetto è un obiettivo alla portata.
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Spalletti, da buon allenatore esperto quale è, ha dribblato la domanda spostando l’attenzione sui singoli e, in particolare, ha speso parole di elogio per Victor Osimhen: “Abbiamo la qualità dei calciatori. Osimhen va benissimo in campo aperto: gli manca un po’ di tecnica nello stretto, ma se si gioca negli spazi poi si fa fatica a tenerlo”.
Spalletti e Osimhen, una coppia inedita
Il centravanti nigeriano, intervenendo su un tiro di Insigne, ha finalmente trovato il suo primo gol in campionato, che arriva a pochi giorni dalla grandissima doppietta sul campo del Leicester. Il tecnico toscano lo adora, visto che sin dai primi giorni di ritiro estivo ha spesso speso belle parole per lui.
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In un certo senso, si può dire che Spalletti e Osimhen abbiano legato a fondo, non solo per quanto concerne il lavoro di campo ma proprio a livello personale. “Diventerà un super bomber – disse il mister dopo Leicester – se continua con questa applicazione può fare parecchia strada”.
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Chi segue quotidianamente le vicende del Napoli racconta di uno Spalletti fortemente legato al suo centravanti, tanto da catechizzarlo a parte riempiendogli la testa di consigli e nozioni tattiche. Quelle, per esempio, che gli erano un po’ mancata tra Charleroi e Lille, club nei quali il nigeriano aveva militato prima di sbarcare in Serie A.
Bastone e carota
In questi primi mesi di Napoli non sono però mancate nemmeno le tirate d’orecchie. La prima, quella che ha fatto capire a Osimhen di doversi rimettere in carreggiata, è arrivata dopo il rosso ingenuo preso contro il Venezia.
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Lì Spalletti lo ha preso in solitaria spiegandogli che in un percorso verso la maturità certi atteggiamenti non vanno bene. Il nigeriano ha capito, lavorando a testa bassa e conquistando l’intera famiglia del tecnico: a Udine era infatti presente la figlia del mister, Matilde, proprio con maglia numero 9 al seguito.
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“Non gliel’ho consigliata io – ha chiosato Spalletti – ha scelto lei”. Quanto al calciatore, secondo il toscano, “deve ancora migliorare un po’ nelle scelte di gioco e nei movimenti“, ma la qualità di base – non solo tecnica ma anche fisica – è indiscutibile. Il resto lo farà un legame recente ma già molto forte, un contesto in cui non si gioca per rubare il posto al compagno, ma per fare bene al suo fianco.
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