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Shevchenko è il nuovo allenatore del Genoa, alla prima esperienza con un club di calcio dopo gli anni alla guida della Nazionale ucraina: cosa aspettarsi da lui?

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Magari non sarà espertissimo, e guidare un club di Serie A non è come allenare una Nazionale con molto talento come l’Ucraina, ma Andriy Shevchenko arriva al Genoa con un curriculum già di tutto rispetto, dopo aver ottenuto il miglior risultato della storia ucraina agli Europei (i quarti di finale della scorsa estate).

Il suo ingaggio da parte della nuova proprietà americana 777 Partners ha chiaramente motivazioni di marketing, legate alla fama internazionale di Sheva e alle potenzialità che essa rappresenta per il brand rossoblù, ma il 45enne tecnico di Kiev è stato capace di modernizzare il gioco dell’Ucraina e ha le carte in regola per fare bene anche in Italia.

Shevchenko, come gioca: un’analisi tattica

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L’approccio tattico di Shevchenko è la risultante delle sue esperienze da giocatore alla guida di due dei più grandi allenatori di tutti i tempi: da un lato Valeriy Lobanovskyi, il rivoluzionario tecnico che lo ha cresciuto e fatto esplodere alla Dinamo Kiev, che gli ha trasmesso la cura maniacale dei dettagli; dall’altro Carlo Ancelotti, che lo ha consacrato al Milan, portandolo a vincere il Pallone d’Oro, e da cui Sheva ha ripreso la compatezza e lo stile difensivo.

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Fonte: @dadopagani (Instagram)

Jonathan Wilson sul Guardian ha messo in evidenza come la filosofia di gioco dello Shevchenko allenatore sia fortemente influenzata da quanto appreso da Ancelotti, al punto che il suo staff nell’Ucraina condivideva due ex-milanista come Andrea Maldera e Mauro Tassotti, che era già stato vice proprio di Carletto al Milan.

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La parola d’ordine è “equilibrio”: l’Ucraina di Sheva ha dimostrato di sapersi adattare all’avversario di volta in volta, di essere una squadra compatta particolarmente abile nel difendersi e pressando bassa, per poi colpire in contropiede. Ma contro rivali più alla sua portata, ha saputo combattere per il possesso del pallone, esprimendo un calcio più offensivo.

Come giocherà il Genoa di Shevchenko

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Al Genoa, chiaramente, Andriy Shevchenko avrà a che fare con un contesto e una rosa molto diversi. Essendo solo la sua seconda esperienza in panchina e la prima in un club, non è escluso che vedremo sorprese ed esperimenti, ma è facile che il suo primo approccio ai liguri passi dall’utilizzo del 4-3-3 già applicato in Nazionale.

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Questo schieramento presenta, com’è ovvio, un piccolo problema a livello difensivo: il Genoa è stato costruito per giocare con una difesa a tre, e infatti abbonda di centrali. Disponendosi a quattro, Sheva dovrà scegliere tra il capitano Criscito (fin qui fondamentale) e i più giovani Maksimovic e Vanheudsen. Sarà questo il primo dubbio da sciogliere, anche se al momento gli infortuni rendono la gamma di scelte meno vasta di quanto non suggerirebbe la rosa.

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Fonte: andriyshevchenko (Instagram)

Durante gli scorsi Europei, l’Ucraina ha anche sperimentato più volte la difesa a tre, per cui non è da escludere che il nuovo allenatore decida di ripiegare su un modulo più familiare per i giocatori genoani. Ciò che ci si attende da lui, però, è la capacità di dare fiducia al reparto offensivo.

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Destro o, in alternativa, Pandev continueranno a essere il fulcro dell’attacco, come lo è stato Yaremchuk in Nazionale. Accanto ad essi, sarà importante far crescere i giovani a disposizione: nell’Ucraina, Sheva ha costruito i suoi successi su ragazzi come Zinchenko, Shaparenko e Mykolenko; al Genoa si potrà concentrare su Rovella, ma anche su Portanova, Kallon e Buksa.

Sulla carta, la rosa dei liguri non sembra la più adeguata alle idee tattiche messe in mostra in questi cinque anni da Shevchenko, quindi l’allenatore est-europeo dovrà cercare di adattarsi al suo meglio. Almeno fino a gennaio, quando la nuova proprietà potrebbe andare sul mercato e aiutarlo a rendere il Genoa un po’ più suo.

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