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Lo sciopero dei calciatori sembra un’eventualità sempre più concreta. A lanciare l’allarme è stato Ruben Dias, difensore del Manchester City, che durante il “Web Summit” ha partecipato a un panel intitolato “Fare la differenza, dentro e fuori dal campo”. Il portoghese ha parlato apertamente del sovraccarico di partite e delle pressioni sempre più intense che gli atleti sono chiamati a gestire. Con un calendario serrato e la crescente intensità delle competizioni, la prospettiva di uno sciopero non è mai stata così vicina.

Ruben Dias, uno dei pilastri del Manchester City di Pep Guardiola, ha preso posizione su un tema che sta sollevando preoccupazione tra i giocatori di livello internazionale. “Se dovesse accadere, è importante che siamo tutti uniti e lo facciamo tutti insieme,” ha dichiarato Dias, sottolineando la necessità di un fronte compatto. Per il difensore, l’eventualità di uno sciopero si fa concreta di fronte all’escalation di partite e ai rischi di infortuni che questo sovraccarico comporta: “Ora siamo concentrati sul quotidiano, ma a suo tempo dovremo pensarci. Dovrebbe esserci un limite al numero di partite.”

Un calendario estremo e i rischi per la salute dei giocatori

I giocatori oggi affrontano un calendario più fitto che mai, con competizioni che si sovrappongono e impegni ravvicinati sia a livello nazionale che internazionale. Dias ha sottolineato che questa mole di partite mette a dura prova i giocatori, che si trovano a dover sacrificare il recupero fisico e mentale. “Quando si parla di performance bisogna essere sicuri che i giocatori siano sicuri,” ha dichiarato il difensore. Il rischio di infortuni gravi è sempre dietro l’angolo, e gli atleti hanno bisogno di tempi di recupero adeguati per evitare danni permanenti.

Questo allarme arriva in un momento in cui molti calciatori stanno facendo i conti con infortuni anche gravi. Dias ha osservato come il calcio stia cambiando, ma con effetti non sempre positivi: “In passato avevamo un numero normale di partite. Ora siamo ben oltre.” La spinta per avere più partite, che risponde anche alla domanda degli appassionati e alle esigenze economiche del settore, sembra non tenere conto dei limiti fisici dei giocatori, che sono i veri protagonisti in campo.

Comprendiamo l’industria, ma sono i nostri corpi che sono in gioco,” ha aggiunto Dias, facendo appello all’umanità dietro l’industria dello sport. Secondo il difensore, è cruciale che i calciatori possano avere il tempo di riposarsi e recuperare per poter dare il massimo in campo. Il rischio, secondo lui, è di vedere una riduzione della qualità del gioco se i calciatori non possono prepararsi adeguatamente. L’imminente Mondiale per Club è uno degli eventi che rischia di peggiorare ulteriormente la situazione, aggiungendo ulteriori impegni per molti atleti già sovraccarichi.