Sarri e la Juventus, l’allenatore della Lazio dopo la sconfitta dei suoi contro i bianconeri in Coppa Italia è tornato a parlare del suo periodo da tecnico alla Signora.
Maurizio Sarri, attuale allenatore della Lazio, ai tempi della manovra stipendi, per cui la Juventus e i suoi ex dirigenti sono sotto inchiesta, era proprio alla guida della squadra bianconera. Ieri, al termine della partita di Coppa Italia tra la sua Lazio e proprio la Juventus (che ha vinto 1-0 con gol di Bremer passando il turno), gli è stato chiesto di esprimersi in merito alla questione. “Io non ero nel CdA. Noi non abbiamo fatto assolutamente niente se non fare un piacere alla società sugli stipendi nel momento in cui ce l’ha chiesto, non penso a discussioni dal punto di vista del campo. La storia delle grandi società è fatto anche di questi momenti, la Juventus è una società forte. Pagherà quello che deve pagare e poi tornerà forte”, ha detto Sarri.
Cosa è la manovra stipendi della Juve
Che cos’è però la cosiddetta “manovra stipendi” di cui tanto si sta parlando in queste settimane e che rischia di penalizzare ulteriormente la Juventus. Ricordiamo che un anno fa circa era iniziata un’inchiesta sui movimenti finanziari del club bianconero: nel registro degli indagati erano finiti il presidente Andrea Agnelli, l’amministratore delegato Maurizio Arrivabene, il vice presidente Pavel Nedved e l’ex capo dell’area sportiva bianconera – oggi al Tottenham – Fabio Paratici. L’accusa riguardava reati di stampo economico: dalle false fatture alle false comunicazioni sociali e di mercato, oltre all’ostacolo agli organi di vigilanza. Nel mirino sono finiti i bilanci della società del 2019, del 2020 e del 2021.
Da questo filone – definito questione plusvalenze – il lavoro degli inquirenti ha fatto luce sulla “manovra stipendi”, ossia il taglio degli stipendi e la riduzione dei costi in due bilanci della società Juventus: 2020 e 2021. La Juventus durante l’era Covid, con le entrate azzerate, si era messa d’accordo con i calciatori: questi ultimi avrebbero evitato di percepire quattro mensilità, permettendo al club di risparmiare ben 90 milioni di euro. Per gli inquirenti – ed è stato confermato anche dalla versione di alcuni calciatori, interrogati come persone informate dei fatti -, la rinuncia era stata di una sola mensilità. Il gruppo squadra della Juventus avrebbe infatti firmato un accordo segreto, da non menzionare in interviste e da non comunicare a terzi, per il quale tre delle quattro mensilità rifiutate in maniera ufficiale sarebbero poi “rientrate” come bonus in aggiunta alle mensilità successive.
L’incongruenza tra la comunicazione ufficiale e quello che poi è emerso tra intercettazioni e indagini supplementari, oltre alle testimonianze dei giocatori, ha aperto gli occhi della Consob e della Procura di Torino. Perché potrebbe trattarsi di una manovra irregolare? Perché un pagamento può essere certamente slittato, ma a questo non deve corrispondere un posticipo dei costi. O almeno, nel bilancio, dovrebbe esserci una traccia della manovra effettuata. Per questo motivo la Juventus rischia dalla multa pecuniaria alla penalizzazione di punti. Secondo l’articolo 1 del codice di giustizia sportiva, la penalizzazione può influire sulla stagione in corso oppure quella successiva, se nel primo caso risulta “inefficace in termini di afflittività”, ossia se la penalizzazione non dovesse portare a un effetto pratico.