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L’estate scorsa la Juventus ha preso una decisione forte, di grande coraggio: via Allegri, reduce dall’ennesimo Scudetto, dentro Maurizio Sarri. Il messaggio della proprietà era chiaro: grazie Max, ma adesso vogliamo giocare bene a calcio. Con Pep Guardiola inarrivabile, nonostante le speculazioni di una parte della stampa, Agnelli e Nedved optarono per l’ex Chelsea, fresco vincitore dell’Europa League. Che a Londra, ma soprattutto a Napoli, aveva dimostrato la sua propensione ad una certa filosofia di gioco.

La Champions League è il pallino della Juventus: l’ultimo grande trofeo per chiudere un ciclo pazzesco di successi. 70 milioni per De Ligt, poi Rabiot e Ramsey, Danilo e il ritorno di Higuaìn per un calciomercato apparentemente pazzesco. Tutto per un unico obiettivo: la coppa dalle grandi orecchie. Un traguardo ancora possibile visto che il ritorno degli ottavi di finale e il resto del torneo si giocherà ad agosto. Una buona notizia per Sarri perché, alle condizioni attuali (e in realtà a quelle di tutta la stagione), la Juve non andrebbe molto lontano.

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Sarri-Juventus, la scintilla non è mai scattata

Ieri un altro trofeo perso dopo la Supercoppa Italiana contro la Lazio. Ma oltre alla sconfitta in sé, ciò che lascia perplessi è il gioco espresso dalla squadra, praticamente inesistente. Così è stato anche contro il Milan, ma l’espulsione di Rebic e un atteggiamento “conservativo” dei rossoneri non hanno creato problemi a Bonucci&co. Il Napoli, invece, di problemi ne ha creati e come. Gli uomini di Gattuso hanno sfiorato il gol ad ogni contropiede, quasi ad ogni possesso. Al contrario, la Juve, che ha avuto in mano il pallino del gioco, non è mai riuscita a rendersi pericolosa. E preoccupa anche la condizione di Cristiano Ronaldo: Milan e poi Napoli, al suo posto sembrava esserci il gemello cattivo.

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Sui social ogni tifoso invoca il ritorno di Allegri. Oltre a queste due finali perse, che di certo non aiutano, è evidente che fra Sarri e la tifoseria non è mai scattata la scintilla. Ciò che è emerso da questo rapporto è una sorta di incompatibilità. Sarri non sembra fatto per la Juve e la Juve non sembra fatta per Sarri. Per carattere, per storia, per “stile”. A differenza di Max, che era come disegnato a pennello per una società come quella bianconera.

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Calciomercato Juventus, errori di valutazione

Ma le colpe non sono tutte dell’allenatore. Anzi, forse soltanto la metà. Buona parte della responsabilità è anche di Agnelli, Nedved e Paratici. Non perché hanno scelto Sarri, ma perché non sono riusciti a mettergli a disposizione ciò che gli serviva. Sembrerà esagerato visti i nomi, ma il calciomercato della Juventus, a posteriori, possiamo dire che è stato sopravvalutato. Sia per la scelta degli acquisti che per le cessioni.

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Ad oggi appaiono come rimpianti in particolare due calciatori: Emre Can e Mario Mandzukic, lasciati andare via forse troppo facilmente. Il primo in favore di Adrien Rabiot, che gioca con lo stesso entusiasmo di chi è in fila alle poste (ma con otto milioni all’anno sul conto corrente), il secondo perché lontano dalle idee di gioco dell’allenatore. Eppure, uno come il croato, che ogni volta in campo sputa sangue, sarebbe tornato utile in alcune occasioni, sicuramente nella partita di ieri sera contro il Napoli.

Stesso discorso anche per Emre Can, soprattutto se gli è stato preferito Rabiot. E infatti al Borussia Dortmund sta facendo piuttosto bene. Se su Mandzukic pesavano anche l’età e lo stipendio, sul centrocampista tedesco, oltre ad un discorso meramente economico (preso a zero e rivenduto a 25 milioni) ci sono davvero poche scuse. E questo è un chiaro errore di valutazione: di Sarri ma anche del club. Uno dei tanti di una stagione che soltanto la Champions può salvare.

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