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Santiago Ormeño è divenuto all’improvviso uno degli attaccanti più convincenti del Messico, ma è stato ignorato dal Tricolor e ha scelto di votarsi al Perù, nazione d’origine del nonno

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Scaricato dal Messico e in lotta per la conquista della Copa America: è la curiosa storia di Santiago Ormeño, centravanti messicano appena convocato nel Perù, terra d’origine del nonno, che sogna in grande dopo la finale continentale del 2019.

Fino a un anno fa, Ormeño aveva avuto una carriera alquanto modesta, ma incredibilmente si è ritrovato a 27 anni a essere uno degli attaccanti più quotati della Liga MX, il massimo campionato messicano. E, dopo essersi accordato con i neocampioni nazionali del Leon, punta a una nuova grande affermazione.

Santiago Ormeño, eroe all’improvviso

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Nato a Città del Messico il 4 febbraio 1994, Santiago Ormeño è nipote di Walter Ormeño, portiere del Perù degli anni Cinquanta con esperienze con le maglie di Boca Juniors e Rosario Central, che andò a chiudere la carriera in Messico. Centravanti di scarso successo, ha iniziato la sua carriera nei ragazzi nel Club America, esordiendo nel 2012 con la squadra B in terza serie. Da lì in avanti, ha sempre avuto un ruolo di secondo piano in vari club della terza categoria messicana, come l’Universidad Nacional Premier, il Pioneros de Cancun e il Lobos BUAP.

 

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Nel 2018, dopo tanta gavetta, è stato ingaggiato dal Puebla, club di Liga MX, dove però è rimasto una riserva, giocando appena 8 partite in due anni. Poi è arrivata la pandemia e la sospensione del campionato, un evento che per molti ha rappresentato uno spartiacque: per Ormeño, decisamente in positivo. I club del campionato hanno organizzato un torneo di calcio virtuale per intrattenere i tifosi fino alla fine del lockdown, e l’attaccante è stato scelto dal Puebla come suo rappresentante: la sua abilità ai videogiochi lo ha portato fino alla finale, mentre il suo talento come showman lo ha reso molto celebre in Messico.

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Così, quando si è potuto tornare in campo, Santiago Ormeño ha iniziato a essere regolarmente schierato nel Puebla, e con grande sorpresa di tutti si è imposto come uno dei giocatori più determinanti deltorneo. Con 7 gol in 16 partite, ha riportato il Puebla alla fase finale dopo cinque anni di assenza; poi, nel campionato appena concluso, ha messo a referto 9 reti in 16 partite, conducendo la sua squadra al terzo posto in classifica e alla semifinale dei playoff scudetto, risultando il terzo miglior realizzatore del campionato e il primo tra i messicani.

Alla ricerca di una Nazionale

Questo però non è bastato a convincere il ct del Messico Tata Martino a convocarlo in Nazionale. “Osserviamo tutti gli aspetti di un giocatore – ha spiegato il tecnico argentino – non guardiamo solo al fatto che segna cinque o sei gol, ma anche la sua partecipazione al gioco“.

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D’altronde Martino ha già scartato un nome eccellente per l’attacco del Tricolor, ovvero Chicharito Hernandez, ma ancora non ha trovato un’alternativa all’infortunato Raul Jimenez in vista della Gold Cup che inizierà il 10 luglio. La recente sconfitta contro gli Stati Uniti nella finale della Nations League ha fatto suonare l’allarme, e adesso la principale opzione nel ruolo di centravanti dovrebbe essere Rogelio Funes Mori, punta argentina del Monterrey recentemente naturalizzato messicano e con l’ok della FIFA per giocare con la nuova Nazionale, nonostante abbia già una presenza con l’Albiceleste.

lapadula

Fonte: Instagram @disparoaporteria

A proposito di cambi di Nazionale, anche Santiago Ormeño, sentendosi escluso da Martino, ha preso la decisione di optare per una nuova squadra, rendendosi eleggibile per il Perù. Un bel colpo, visto che la Blanquirroja di Ricardo Gareca nel 2019 raggiunse la finale di Copa America, e da allora ha impreziosito il proprio attacco già con un altro straniero, Gianluca Lapadula.

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Per Santiago Ormeño, la scelta del Perù rappresenta un importante ritorno alle proprie origini famigliari, già tentato peraltro nel 2019 quando si accordò con il Real Garcilaso di Cuzco, chiudendo però solo 11° in campionato e dopo aver giocato giusto tre partite. E chissà che non riesca a regalare al Perù un titolo continentale che manca dal 1975, e che già suo nonno sfiorò due volte arrivando terzo sia nel 1949 che nel 1955.

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