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San Patrignano, la celebre comunità di recupero per tossicodipendenti vicino Rimini, è al centro della nuova docuserie Netflix, che esplora anche il ruolo di Gian Marco Moratti e accenna ai legami con l’Inter.

È uscita in questi giorni su Netflix la docuserie SanPa, che in cinque episodi racconta la lunga e controversa storia di San Patrignano, la più grande comunità di recupero per tossicodipendenti in Europa. La serie, diretta da Cosima Spender, sta facendo molto discutere per la sua precisione e il grande livello di approfondimento, anche se la Comunità ne ha subito preso le distanze.

Ma a noi, la storia di San Patrignano, interessa soprattutto in virtù dei forti legami tra il suo fondatore Vincenzo Muccioli e l’imprenditore Gian Marco Moratti, molto presente nella serie. Moratti è stato a lungo uno dei principali soci dell’Inter, e fin dagli anni Ottanta ha intessuto rapporti tra il club e la Comunità, tanto da arrivare a organizzare delle amichevoli tra i nerazzurri e la squadra locale, di cui si vedono alcuni spezzoni in SanPa.

Moratti e San Patrignano

Andiamo con ordine. La Comunità nasce nel 1978 a San Patrignano, una località sulle colline dell’entroterra riminese, in un piccolo podere di proprietà di Vincenzo Muccioli che prima gestiva lì un’azienda agricola. In pochi anni, la Comunità ottiene una certa fama per il suo insolito approccio: Muccioli la gestisce in proprio, senza l’aiuto di psicologi, farmaci o personale medico, instaurando un forte rapporto coi ragazzi. Fin da subito, però, le voci parlano di metodi coercitivi e violenze, che porteranno anche a un processo, iniziato nel 1980 ma conclusosi con l’assoluzione in appello di Muccioli. Nel tempo, luci e ombre si alterneranno implacabili attorno al centro di recupero riminese.

san patrignano

Fonte Immagine: Rimini2.0

In anni in cui il problema della tossicodipendenza minacciava di distruggere una generazione, San Patrignano diventa un tema estremamente sentito e dibattuto in Italia, attirando l’attenzione dei media e anche di importanti finanziatori, su tutti Gian Marco Moratti. È il presidente della Saras, una nota raffineria petrolifera, e uno degli industriali più ricchi e influenti d’Italia. Suo padre Angelo è stato presidente dell’Inter negli anni Sessanta, il momento migliore della storia nerazzurra, e Gian Marco è rimasto legato alla società anche dopo che questa ha cambiato proprietario.

Non è chiarissimo come Moratti e Muccioli si siano avvicinati: il sito di San Patrignano si limita a dire che i due si conobbero nel 1979 tramite una comune amicizia, e che l’imprenditore rimase così colpito dal progetto di Muccioli da volerlo sposare in toto. Al punto che a volte lui e sua moglie Letizia (in seguito presidente RAI, e poi sindaco di Milano), arrivano a passare dei periodi di tempo in Comunità e aiutare Muccioli e i suoi collaboratori. Nel 1984, Moratti dirà in un’intervista: “Per Letizia e per me, ma anche per i nostri figli, San Patrignano è stata ed è una esperienza di vita che ci ha arricchito moltissimo“.

Nel corso degli anni, la famiglia Moratti è arrivata a versare diversi milioni nella Comunità e, dopo la morte di Vincenzo Muccioli, il suo ruolo è divenuto sempre più presente; nel 2011, i Moratti hanno estromesso Andrea, figlio di Muccioli, e assunto la guida di San Patrignano. Quando, nel 2018, Gian Marco Moratti è morto, la cerimonia funebre si è tenuta nell’Auditorium della Comunità – ormai divenuta una cittadina quasi autonoma con qualche migliaio di abitanti, tra operatori e ospiti – e il suo corpo è stato seppellito nel cimitero locale.

Il sostegno dell’Inter alla Comunità

Già all’epoca, Moratti era uno dei principali soci di minoranza dell’Inter e spinse fin da subito per sostenere San Patrignano organizzando una squadra di calcio locale e facendole affrontare in amichevole i nerazzurri. Nel corso della serie, assistiamo ad alcuni spezzoni di una partita giocata ai tempi di Giovanni Trapattoni, allenatore interista dal 1986 al 1991, ma ce ne sono state diverse.

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Fonte Immagine: @sanpatrignano (Instagram)

Inizialmente, Gian Marco Moratti vi partecipava anche come giocatore, ovviamente nelle fila del San Patrignano, ma a quanto pare non era bravissimo col pallone tra i piedi e, col tempo, ha preferito divenire l’allenatore della squadra. Il legame tra l’Inter e la Comunità si è rinsaldato ulteriormente quando, nel 1995, il fratello minore di Gian Marco, Massimo, ha rilevato il club nerazzurro.

Nello stesso anno moriva Vincenzo Muccioli e, da allora, è stato più volte organizzato un torneo di calcio in suo ricordo, rivolto alle formazioni Esordienti (la fascia d’età 11-12 anni) di varie società italiane, tra cui ovviamente non è mai mancata l’Inter. Tra gli ospiti d’onore del Memorial ci sono stati nomi noti del calcio italiano, come Alberto Zaccheroni e il recentemente scomparso Paolo Rossi.

I legami tra l’Inter e San Patrignano sono continuati negli anni. Nel 2013, il capitano nerazzurro Javier Zanetti si recò in visita alla Comunità per parlare ai suoi giovani ospiti, cosa ripetuta poi anche da altri suoi colleghi, come ad esempio Marco Materazzi. Nel 2015, la sfida di Serie A tra Cagliari e Inter divenne occasione per una raccolta fondi che coinvolse Lega Calcio, AIA e AIAC, con l’obiettivo di ristrutturare un edificio abitativo a San Patrignano. Oggi, dopo la morte di Gian Marco Moratti e il passaggio dell’Inter in mani straniere, i rapporti con la Comunità sembrano essersi affievoliti.

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