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La fuga di cervelli – in questo caso di piedi buoni – dal campionato italiano verso quelli esteri sta diventando sempre più frequente in queste stagioni. Molti calciatori italiani sono tentati dalle avventure all’esterno del Bel Paese, anche se spesso queste durano poco o non vanno a buon fine. Il caso di Samuele Longo rappresenta però esattamente il contrario: l’attaccante di proprietà dell’Inter (e che proprio recentemente ha firmato un rinnovo di contratto fino alla fine di quest’anno) ha trovato una sua dimensione ottimale nella Segunda Division spagnola.

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Dopo stagioni molto positive al Girona e al Tenerife ha vestito anche la maglia del Deportivo La Coruna. Il problema, semmai, è che Samuele Longo rappresenta una rara eccezione: un giocatore italiano che sta facendo benissimo all’estero ma che, in patria, almeno per ora potrebbe essere considerato come uno dei talenti sprecati più grandi mai visti su un campo di calcio. Questo perché le statistiche di Longo – che, ricordiamo, di mestiere fa l’attaccante – in Italia sono incredibilmente agghiaccianti e qualcuno azzarda addirittura a definire il ragazzo come il peggior attaccante nella storia della Serie A.

La strana carriera italiana di Samuele Longo, recordman negativo della Serie A

Come quella di tanti giovani poi smarritisi all’improvviso, la strada di Samuele Longo sembrava essere in discesa già dalla gioventù. Dopo qualche prestito in varie realtà giovanili – tra cui il Genoa – Samuele Longo si stabilisce all’Inter e trova la sua fortuna nella stagione 2011-2012. L’attaccante lega il suo nome e il suo destino a quello che si rivelerà essere un vero e proprio fenomeno per quanto riguarda il lavoro con le squadre giovanili, ovvero Andrea Stramaccioni.

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L’allenatore dimostra subito di credere in lui e Samuele Longo lo ripaga a suon di gol: 8 nella stagione regolare di campionato, 4 nei playoff Primavera (tripletta al Milan in semifinale e gol alla Lazio in Finale), 2 nel Torneo di Viareggio ma soprattutto altri 4 nella NextGen Series, la Champions League delle squadre Primavera.

Longo si farà valere soprattutto nella Finale del torneo, contro l’Ajax: prima segna il gol del momentaneo vantaggio e poi contribuisce alla vittoria realizzando il suo rigore nella lotteria in cui trionfano i nerazzurri. “Stramaccioni mi ha insegnato tantissimo a livello tecnico e umano, lo ringrazierò sempre per quello che ha fatto”, rivelò il ragazzo nelle settimane successive.

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Le cose per il tecnico erano cambiate: dopo l’esonero di Claudio Ranieri la società decide di affidare proprio a lui la panchina della prima squadra, nelle gare finali della stagione 2011-2012. Nelle intenzioni di tutti Stramaccioni è un traghettatore: tornerà ad “esserlo” prima dell’esonero nel 2013 ma, nel frattempo, si era conquistato la conferma con alcune vittorie importanti (tra qui una nel Derby per 4-2).

Lo stesso allenatore decide di portare in prima squadra qualche suo fedelissimo e tra questi c’è anche Longo, che si regala prima l’esordio in Serie A nella gara persa contro la Lazio per 3-1 e poi il primo gettone in una competizione europea nel preliminare di Europa League contro l’Hajduk Spalato. La valutazione successiva dell’Inter è quella di un qualsiasi top club italiano: “non vogliamo bruciare il giocatore, mandiamolo in prestito”. Inizia così la prima avventura spagnola di Samuele Longo, che per la stagione 2012-2013 diventa un attaccante dell’Espanyol.

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L’inizio della maledizione

Nei mesi in Liga Samuele Longo riesce a segnare 3 gol in 18 presenze. L’highlight principale della sua esperienza nella squadra di Barcellona denota però soprattutto una grande stranezza, insieme a un pizzico di nonsense. Durante la partita Espanyol-Athletic Bilbao all’80’ Longo segna il gol del 3-2 che consente ai padroni di casa di sorpassare gli ospiti. Si tratta di un gol stilisticamente non esaltante ma che permette di inquadrare perfettamente tutte le qualità dell’attaccante di proprietà dell’Inter.

Il ragazzo riceve una palla in profondità, effettua un ottimo taglio e si presenta solo davanti al portiere. Con freddezza aspetta che quest’ultimo faccia un movimento per poi batterlo abbastanza facilmente. Insomma, un gol da attaccante navigato ed esperto. Successivamente decide di andare a festeggiare abbracciando i suoi tifosi in curva ma, appena tornato al centro del campo, l’arbitro gli sventola un cartellino giallo: Samuele Longo, già ammonito, viene cacciato dal campo e l’Athletic Bilbao pareggerà la partita nel forcing finale in 11 vs 10.

Nonostante questo curioso episodio, tutto sommato la stagione in Liga dell’attaccante può considerarsi positiva vista la giovane età. Il ragazzo torna all’Inter soltanto per aspettare la sua destinazione successiva: viene così prestato all’Hellas Verona. Nella città di Romeo e Giulietta però ci sarà poco romanticismo per Longo: in Serie A gioca soltanto due volte con la maglia dei veronesi e l’unico gol lo sigla in Coppa Italia nella sconfitta per 4-1 contro la Sampdoria.

Qui si apre uno spinoff molto interessante e indicativo per la carriera di Samuele Longo: la Coppa Italia è in effetti la sua competizione italiana preferita. La maggior parte dei gol da professionista con squadre italiane arriveranno proprio nel palcoscenico della coppa nazionale, con il Verona e con il Cagliari (doppietta contro il Modena).

Aldilà di questo piccolo excursus, la scelta di Verona si rivela negativa per il ragazzo, che chiede immediatamente la cessione a gennaio. Per lui si aprono nuovamente le porte della Spagna: stavolta ad accoglierlo c’è il Rayo Vallecano, terza squadra di Madrid (Longo sembra specializzato nell’andare a giocare in squadre minori di grandi città estere). Nei sei mesi di permanenza arrivano 9 presenze ma nessuna rete per il ragazzo italiano, il quale comincia a mostrare le primissime avvisaglie di una crisi che diventerà sempre più evidente negli anni immediatamente successivi.

Il tracollo isolano

Dopo il secondo prestito infausto di fila Samuele Longo ha l’opportunità di misurarsi in maniera più o meno continuativa nel campionato di Serie A. A prelevarlo – sempre in prestito – è il Cagliari. L’occasione è ghiottissima per almeno un paio di motivi: in primis, la piazza isolana (generalmente tranquilla) potrebbe consentire al giocatore di maturare per bene. Secondariamente (ma non troppo), sulla panchina del Cagliari siede quello Zdenek Zeman che di giovani rampanti negli ultimi anni ne aveva lanciati parecchi: due su tutti, Ciro Immobile e Lorenzo Insigne, due giocatori abbastanza bravi.

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Stavolta però l’Inter sceglie di “osare”: prestito sì, ma con diritto di riscatto per il Cagliari e contro-riscatto per i nerazzurri. Un messaggio nemmeno troppo velato per il giocatore, che ha necessità di spiccare finalmente il volo dopo qualche passo falso che ne stava pregiudicando l’ottima carriera in Primavera. La grande opportunità per Longo si trasforma però nella certezza di un qualcosa che non funziona: nonostante ben 27 partite – spesso da subentrato – giocate con il Cagliari, Longo non riesce a siglare mai una rete. Qualcosa che per un attaccante, evidentemente, rappresenta un problema serio.

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Ci va molto vicino svariate volte ma specialmente in occasione di una gara persa proprio contro l’Inter per 1-2: l’attaccante lavora bene col corpo su Juan Jesus, prende possesso del pallone e poi scarica un destro potente che si infrange sul palo. Il gol per il Cagliari effettivamente arriva ma solo perché la sfera batte sulla schiena del portiere interista per poi entrare in rete. Ovviamente la Lega di Serie A assegna l’autogol all’argentino Carrizo e Longo risulta dunque ancora ufficialmente a 0 gol in campionato.

La maledizione di Longo continua anche nella stagione successiva: il Cagliari, retrocesso nel frattempo in Serie B, decide di non riscattare il giocatore. Un club appena neopromosso prova invece a crederci: il Frosinone lo prende per farlo diventare la prima alternativa a Dionisi e Ciofani. Longo gioca 18 partite ma, anche in questo caso, il gol non arriva mai.

E i numeri si fanno davvero drammatici: nella sua carriera da professionista in Serie A, fino a quel momento, il calciatore ha giocato 48 gare ufficiali con 4 squadre diverse, senza mai andare in gol. Longo è probabilmente ancora oggi l’attaccante con più presenze in Serie A a non aver mai timbrato il cartellino nella massima competizione nostrana. Proprio quella al Frosinone resta, per adesso, l’ultima esperienza in Serie A per il calciatore.

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Paradiso spagnolo

La carriera di Longo arriva già ad un bivio nonostante la giovane età: il passato lo dipinge come una potenziale stella, il presente invece non consente di sorridere (se non nelle rappresentative Nazionali giovanili, nelle quali Longo mette a segno qualche rete). Nonostante il momento nero, l’Inter decide con una mossa a sorpresa di rinnovargli il contratto, fiera di un talento comunque cresciuto in casa ed evidentemente riconoscente per le vittorie giovanili. Stavolta Longo decide di fare un passo indietro, perché è meglio regnare all’Inferno che servire in Paradiso: per lui si aprono le porte della Segunda Division (ora conosciuta come LaLiga 2), la seconda serie spagnola.

L’ennesimo prestito della carriera lo porta al Girona ed è proprio qui che Longo intraprende la sua rinascita: con il club catalano l’attaccante – che negli anni precedenti aveva collezionato spesso retrocessioni – questa volta guadagna una storica promozione in Liga, la prima per la società. I numeri sono fantastici: in 34 presenze arrivano 14 gol e Longo termina per la prima volta una stagione in doppia cifra.

Nonostante l’opzione per il passaggio definitivo il Girona decide di non tenere il giocatore ma Longo ha ormai ritrovato sé stesso. Con il Tenerife arrivano 12 gol in 24 partite e la doppia cifra per il secondo anno. L’anno dopo arriva un’altra esperienza spagnola, all’Huesca: stavolta però Longo non lascia il secondo, così come non lascerà in un fugace ritorno italiano alla Cremonese.

Dopo aver vestito la prestigiosa maglia di un ormai decaduto Deportivo La Coruna, Longo torna un’altra volta in Italia per giocare a Venezia, in Serie B. Nei pochi mesi a sua disposizione segna comunque 4 gol in 17 presenze, mostrando di essersi parzialmente ripreso da un momento completamente tetro. Da pochi giorni ha firmato un nuovo contratto, stavolta a titolo definitivo, con il Vicenza. Attaccando peraltro l’Inter, definita “una mamma troppo ingombrante, non ho mai sentito la fiducia”.

Samuele Longo potrebbe dunque aver trovato, senza troppe pressioni, la possibilità di esaltarsi come quando era un ragazzino. Non sappiamo se ora riuscirà a giocare stabilmente in Italia ma, in fondo, lo speriamo: un attaccante capace come Samuele Longo non merita di vedere vuota la casella dei gol in Serie A. Sarà la sua storia a dire se la maturazione sarà completa e se, finalmente, l’ex predestinato potrà gioire per la prima volta nella sua patria natale.

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