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Suggestione scandalistica di mercato o concreta possibilità? La notizia di un possibile addio di Cristiano Ronaldo alla Juventus può avere un suo fondamento, ma richiede un’analisi seria e approfondita.

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La bomba è stata sganciata ieri dal quotidiano catalano Sport: la Juventus starebbe pianificando di liberarsi di Cristiano Ronaldo a fine stagione, per una cifra che si aggira attorno ai 100 milioni di euro. Ovvero la stessa per cui, nell’estate del 2018, il portoghese arrivò a Torino.

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L’indiscrezione di Sport va logicamente presa con le pinze, ma comunque da considare anche perché tra le tante ipotesi di calciomercato che ci rimbalzano addosso quotidianamente, quella sull’addio di Ronaldo alla Juventus ricorre fin dalla scorsa estate e il nome più spesso accostato al portoghese è quello del PSG. Ma la Juventus avrebbe davvero qualche vantaggio nel vendere quello che è a tutti gli effetti il suo miglior giocatore?

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Un bilancio da risistemare

Un primo aspetto da considerare è che i bianconeri hanno effettivamente un bilancio che, negli ultimi anni, è andato peggiorando. Non è una novità: tanti grandi club hanno conti non ottimali, ma nonostante questo la situazione della Juventus non si può considerare effettivamente grave (come lo è, per intenderci, quella del Barcellona).

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La questione, però, non va sottovalutata: l’ultimo bilancio, presentato a settembre, segnava una perdita di 89,7 milioni di euro e un indebitamento complessivo di 385,2 milioni. Numeri senza dubbio peggiori rispetto al 2018, anno dell’acquisto di Ronaldo, ma comunque migliori rispetto alla scorsa stagione, anche per merito di alcune importanti cessioni. E stiamo comunque parlando di un’annata funestata dalla pandemia, che ha messo in difficoltà quasi tutti.

Ronaldo, però, ha un ingombrante ingaggio da 31 milioni di euro all’anno, di gran lunga il più pesante della Serie A: tre stagioni fa si parlava molto di come il suo arrivo avrebbe comportato grandi vantaggi economici per la Juventus, che in breve avrebbero permesso di recuperare la spesa fatta per lui, ma al momento i numeri sembrano smentire questo scenario.

Cederlo per alleggerire i debiti può essere un’opzione valida, ma se il problema della Juventus fosse unicamente finanziario questa non sarebbe la soluzione, bensì solo un palliativo. Per vincere servono i campioni, e i campioni costano: più che privarsi di Ronaldo, una squadra ambiziosa dovrebbe pensare a come ristrutturare il proprio business in maniera sostenibile, senza perdere in competitività.

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L’età e il rapporto con Dybala

C’è poi la questione anagrafica. È fuori discussione che il portoghese sia ancora oggi un giocatore estremamente determinante in Italia e in Europa, ma a febbraio compirà 36 anni e la prossima sarà la sua ultima annata in bianconero: quando il contratto di Ronaldo scadrà, la Juventus dovrà decidere se lasciarlo andar via a zero o rinnovarlo per qualche altra stagione, sempre di riuscire a trovare un accordo che vada bene al giocatore.

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Non è del tutto da escludere, allora, che prima di quella data la società possa decidere di risolvere la situazione cedendo Ronaldo in anticipo, ora che il suo valore è ancora molto alto. Quanto concreta sia la possibilità di recuperare i 100 milioni spesi per il suo acquisto è difficile a dirsi, specialmente con il mercato ai tempi del coronavirus: vendere oggi a buon prezzo è molto difficile, specialmente con un giocatore non più giovanissimo.

Un’eventuale partenza di Ronaldo potrebbe significare anche la risoluzione di un altro problema di cui oggi si discute molto in casa juventina: la situazione di Dybala. Dall’arrivo del portoghese, la Joya ha vissuto tanti alti e bassi: è finito ai margini della squadra con Allegri, è tornato ad essere utile con Sarri, e ora sembra di nuovo in un periodo negativo. La convivenza con Ronaldo sembra avergli fatto più male che bene e forse avrebbe bisogno di tornare ad essere il punto di riferimento unico della squadra.

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Nonostante tutto questo, un’eventuale cessione prima della scadenza del contratto potrebbe avere un impatto psicologico non ottimale sull’ambiente: nel 2018, Ronaldo arrivò alla Juventus con l’esplicito ruolo di ciliegina sulla torta, per far fare il salto di qualità a una squadra fortissima e portarla a vincere la Champions League.

Questo non solo non è successo, ma anzi la Juve è sembrata diventare meno sicura di sé in Europa, e con Pirlo abbiamo iniziato a vedere una rifondazione della rosa che potrebbe richiedere del tempo per raggiungere il suo pieno potenziale, mentre avere Ronaldo in squadra impone di vincere in tempi brevi.

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Cedere il fuoriclasse portoghese significherebbe dichiarare il fallimento di un progetto su cui la Juventus ha investito molto a livello economico, e automaticamente l’avvio di un nuovo piano sportivo: non è una soluzione semplice da prendere. Soprattutto perché siamo solo all’inizio del terzo anno dell’era Ronaldo, e ancora non si sa cosa questa stagione potrebbe riservare alla Juventus.

Certamente la società torinese avrà una o più opzioni sul prossimo futuro della squadra e di Cristiano Ronaldo, e la cessione è verosimilmente una di esse, come parte di un più ampio ventaglio di possibilità. Ma che sia già stata presa la decisione definitiva, al momento, è un’ipotesi poco realistica.

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