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Ha condotto il Cosenza ad una clamorosa salvezza trasformandola in “regina del post lockdown” come definita dalla BBC. Ora Roberto Occhiuzzi è chiamato a confermare quanto di buono dimostrato nel finale della scorsa stagione

Dietro quell’etichetta da predestinato, si nasconde la disarmante semplicità di un giovane allenatore lontanissimo dagli stereotipi che caratterizzano la maggior parte dei suoi colleghi. Perfezionista, antidivo, eternamente grato a chi gli ha concesso l’opportunità della vita, dando probabilmente il via a una carriera che promette benissimo.

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Roberto Occhiuzzi, quarantenne tecnico del Cosenza, non ama gli eccessi e al chiacchiericcio dei social preferisce il lavoro quotidiano sul campo, unica strada verso il successo. Poche parole, molti fatti. Anche con i suoi giocatori, sempre i migliori che possa avere a disposizione, ai quali trasmette esempio, cultura del lavoro, cura meticolosa dei dettagli. Costantemente alla ricerca del miglioramento, crede che il risultato sia diretta conseguenza della prestazione, principio cardine della sua filosofia calcistica.

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In pochi mesi è riuscito non solo a condurre il Cosenza a una salvezza che appariva quantomai utopica, ma a risvegliare l’entusiasmo di una provincia per troppi anni lontana dai riflettori del calcio che conta. All’alba della sua prima stagione da capo allenatore, proviamo a scoprire chi è uno dei volti emergenti della nuova generazione di tecnici italiani.

Roberto Occhiuzzi, l’uomo del presidente

Roberto Occhiuzzi ha sempre avuto il Cosenza nel destino, prima da calciatore e successivamente da allenatore. L’evoluzione naturale del suo essere curioso e proteso all’apprendimento in ogni suo dettaglio, sin dai tempi dei primi calci al pallone sotto lo sguardo attento di un autentico maestro come Santino Mondello (ex calciatore di Catanzaro e Messina, scopritore tra gli altri di Rosina e Calaió). Del resto, le caratteristiche e la stoffa non gli erano mai mancate, anche se nessuno avrebbe mai ipotizzato potesse avere un simile impatto nel nuovo ruolo.

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Cresciuto nel settore giovanile rossoblu, aveva esordito in prima squadra nella stagione ‘98-‘99, vincendo due campionati e contribuendo alla risalita del club dalla D alla terza serie. Ritiratosi nel 2014, era a tornato a Cosenza per guidare l’Under 17, facendo letteralmente breccia nel cuore del presidente Guarascio. Promosso a vice di Stefano De Angelis nel 2016, assistente tecnico di Gaetano Fontana, nuovamente “secondo” di Piero Braglia, il tecnico della storica promozione in B dopo quindici anni.

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Un legame profondo quello instaurato con l’attuale allenatore dell’Avellino, colui che più di tutti gli ha trasmesso praticità e convinzione nel raggiungimento dell’obiettivo. E così la scorsa primavera, quando tutto sembrava ormai perduto e la salvezza appariva un miraggio, ecco la proposta che non t’aspetti. Un dovere rispondere presente, gesto destinato a cambiare la storia del campionato del Cosenza e probabilmente della giovane carriera di un autentico predestinato della panchina.

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La cavalcata del Cosenza dei record

La decisione a sorpresa di Bepi Pillon, subentrato proprio a Braglia, di lasciare il Cosenza per motivi legati all’approssimarsi dell’emergenza sanitaria ha spalancato a Roberto Occhiuzzi le porte della panchina. La tipica mossa operata da un club in difficoltà con l’intento di gettare le basi per il futuro, avranno pensato i tifosi, prima di essere felicemente smentiti.

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Vi siete mai chiesti infatti quale sia stata la squadra ad aver totalizzato più punti dopo lo stop imposto dal diffondersi pandemia? “La regina del post lockdown, meglio anche del Manchester City”, con queste parole la BBC ha definito il Cosenza al termine di un’analisi cha ha analizzato i risultati delle varie squadre impegnate nei maggiori campionati europei. 22 punti in 10 partite, 7 vittorie, 1 pareggio e 2 sconfitte, a una media di 2.2 a partita, capace di proiettare i Lupi fuori dalla sabbie mobili evitando anche di passare attraverso i playout. Un’impresa che ha dell’incredibile se rapportata al magro bottino ottenuto fino a quel momento (24 punti in 28 partite), firmata da un esordiente alla sua prima esperienza in assoluto da allenatore.

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Terzo tecnico più giovane della serie B dopo Zanetti e Dionisi, Roberto Occhiuzzi è chiamato a confermare quanto di buono dimostrato nel finale della scorsa stagione. Svanito l’effetto sorpresa sulle ali di un entusiasmo dilagante in grado di coinvolgere tutto il gruppo verso un risultato del quale sentiremo parlare ancora a lungo negli anni, dovrà calarsi in fretta nella realtà di un campionato colmo di insidie.

Ricavare il massimo dalla rosa a disposizione, facendo leva esclusivamente sui suoi principi, nonostante un mercato con pochi squilli e diverse scommesse. Un’altra sfida da vincere gestendo al meglio quell’ansia da risultato che caratterizza spesso e volentieri diverse piazze in giro per l’Italia, lasciando che il clamore mediatico si esaurisca e permetta ai suoi ragazzi di smaltire definitivamente le scorie di un campionato chiuso col botto.

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