Roberto Baggio alla Juventus, la storia del trasferimento del Divin Codino dalla Fiorentina in bianconero.
Nell’estate del 1990 l’Italia è in fermento. Il paese si prepara a vivere le proprie notti magiche, il Mondiale in casa, con un entusiasmo e una fiducia fuori dal normale. È un momento d’oro per il calcio italiano: la Sampdoria di Vialli e Mancini ha vinto la Coppa delle Coppe contro l’Anderlecht, il Milan di Sacchi ha battuto il Benfica in finale di Coppa dei Campioni con la firma di Rijkaard e la Juventus ha conquistato la Coppa UEFA ai danni della Fiorentina. L’Italia è regina d’Europa e vuole diventare anche la padrona del mondo. Con l’occasione di farlo in casa. Tutta Italia vive un’estate di ansia e trepidazione. Tranne Firenze, che vive un’estate nerissima.
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Baggio lascia la Fiorentina
L’estate del 1990 è anche quella in cui si consuma il passaggio di Roberto Baggio alla Juventus. Una trattativa che ha praticamente dominato le cronache per tutto l’anno, segnando la storia del calcio italiano per la risonanza che ha avuto. Da inizio stagione s’inizia a parlare di una possibile cessione del fenomeno azzurro, in viola dal 1985.
Il patron della Juventus, Gianni Agnelli, parla apertamente della volontà di portare Baggio a Torino. Il presidente della Fiorentina, il conte Flavio Callisto Pontello, non esclude la possibilità e cerca di scaricare le colpe sul giocatore, accusandolo di avanzare richieste economiche spropositate. Dal canto suo, Baggio ripete come un mantra di voler rimanere a Firenze. I tifosi nell’incertezza della situazione si scagliano apertamente contro la proprietà, creando col passare del tempo un clima sempre più rovente.
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A fine gennaio la FIGC si trova addrittura costretta ad aprire un’indagine per capire se ci sia davvero un accordo già in essere per il passaggio di Baggio alla Juventus a fine anno, che comprometterebbe la regolarità della stagione. Sembra una spy story da action movie americano, si risolve in una commedia all’italiana con un grande nulla di fatto. Baggio dice di non aver sentito nessuno, Pontello continua a scaricare le responsabilità sul giocatore e Agnelli ripete di ammirare il giocatore. Il che non è certamente un crimine.
La tensione esplode al termine della stagione. Dopo l’ultima giornata di campionato, con la Fiorentina che batte 4-1 l’Atalanta evitando la retrocessione, Baggio dichiara ai giornalisti di essere pronto anche a firmare in bianco per rimanere in Toscana e che, se qualcuno lo vuole vendere, deve assumersi le proprie responsabilità. Due giorni dopo, sul campo neutro di Avellino, la Fiorentina pareggia 0-0 nel ritorno della finale di Coppa UEFA contro la Juventus. In virtù del 3-1 dell’andata, i bianconeri vincono la coppa.
Firenze è sull’orlo del baratro e la spinta definitiva arriva dalla conferenza stampa del procuratore di Baggio, Antonio Caliendo, che annuncia il passaggio del giocatore alla Juventus. In città esplode il caos.
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A Firenze esplode il caos
Firenze vive delle giornate di inferno. In città scoppia una vera e propria rivolta. La tensione conquista le strade ed esplode con tutta la sua forza. I tifosi prendono d’assalto la sede della Fiorentina, si dirigono verso casa del conte Pontello. Scoppia addirittura un incendio in un cantiere della ditta del patron della Fiorentina. Deve intervenire la polizia per frenare le cariche, gli scontri con le forze armate si propagano per tutta la città. Sembrano scene proveniente dagli anni di piombo che in quell’estate del ’90 stavano finalmente diventando un ricordo del passato.
I disordini vanno avanti quasi senza sosta per ben due giorni. Poi la rabbia dei fiorentini cambia scenario, dalla città si dirige verso Coverciano, dove l’Italia era in ritiro per preparare i Mondiali del 1990. I giornali iniziano addirittura a parlare di un possibile attentato alla sede del raduno azzurro, che viene blindato come fosse un carcere di massima sicurezza.
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L’apice delle proteste si tocca quando, con una decisione abbastanza discutibile, la FIGC decide di aprire le porte ai tifosi per assistere a un allenamento degli azzurri. I tifosi fiorentini si riversano in massa nella vicina Coverciano e massacrano letteralmente Baggio, insultato e fischiato costantemente.
La rabbia dei tifosi che esplode con rabbia, il conte Pontello che cerca di uscire al meglio da quella brutta situazione, il procuratore Caliendo che ha intessuto le fitte trame della trattativa. In mezzo Roberto Baggio, figlio strappato dal ventre materno. Il divin codino è la vittima di uno dei più incredibili casi del nostro calcio, inerme assiste al proprio tradimento. Subito dopo una finale di Coppa UEFA persona e immediatamente prima di un mondiale in cui è chiamato a fare gli onori di casa. In questo clima si consuma il passaggio di Roberto Baggio, dalla Fiorentina alla Juventus, per l’allora cifra record di 25 miliardi di lire. Forse il trasferimento più eclatante della storia del calcio italiano.
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