Renato Sanches: andata e ritorno. Ci sono voluti cinque anni, due fallimenti, tre campionati e tante lacrime, ma quello visto contro la Francia è finalmente il vero centrocampista totale esploso ad Euro 2016.
C’è voluto tanto, forse troppo, ma alla fine Renato Sanches è tornato quello che abbiamo imparato a conoscere nei dodici mesi della stagione 2015-16.
Una stagione vissuta da protagonista prima del rollercoaster che in tre anni lo ha portato al Lille, nel nord della Francia. Vediamo com’è andata.
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Renato Sanches: andata e ritorno
35 presenze, 2 gol, 1 assist e poi di corsa all’Europeo al fianco di Cristiano Ronaldo: questa la prima stagione da professionista di Renato Sanches prima di vincere il premio come miglior giovane della manifestazione, approdare al Bayern Monaco per 80 milioni di euro (tra bonus e parte fissa) e iniziare a piangere sonoramente.
“Penso che Renato Sanches esista solamente nelle competizioni internazionali”
Su Twitter, dopo l’imperiosa partita giocata contro la Francia, un utente apostrofava così la prestazione del portoghese: una stella cometa, visibile solamente nel corso delle competizioni internazionali.
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Eppure ci sono stati 1596 giorni di mezzo tra quello splendido gol alla Polonia nei quarti di Euro 2016 e il gol segnato ad Andorra lo scorso novembre: una montagna russa inarrestabile che ha percorso binari attraverso la Baviera e il Galles, per poi fermarsi – forse definitivamente – nel nord della Francia.
🇵🇹 Renato Sanches 🎯#OTD at EURO 2016, Portugal reached the semi-finals for the fourth time in five tournaments with a shoot-out win over Poland after a 1-1 draw.@selecaoportugal | @renatosanches35 pic.twitter.com/FBLuQ3LUpA
— UEFA EURO 2024 (@EURO2024) June 30, 2020
In quei 1596 giorni Renato Sanches ha vissuto da separato in casa al Bayern Monaco – troppo irruente, troppo giovane, troppo inesperto, troppo costoso – e poi da centro di gravità di uno Swansea in totale caduta libera.
A diciott’anni però, è facile che sia la pioggia del Galles a trascinarti a fondo, e non che il tuo talento riporti a galla una squadra destinata alla retrocessione.
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L’errore gallese
Da una splendida intervista del The Athletic a diverse personalità importanti nel corso della carriera di Renato Sanches emerge questa dichiarazione:
“Renato ha smesso di imparare quando ha lasciato il Benfica, e dovrebbe tornare al club dove è stato firmato per 750 euro e 25 palloni nel 2007. Ha bisogno di tornare in Portogallo perché è un ragazzo e non è pronto per il livello della Premier League”.
Le parole sono di Carlos Carvalhal, manager portoghese dello Swansea ai tempi dell’acquisto di Renato Sanches.
“Penso che l’errore non sia stato quello di andare al Bayern Monaco; penso che l’errore sia stato quello di andare allo Swansea. Quando Renato è andato allo Swansea – e ho parlato con lui in questo periodo – tutti si aspettavano che salvasse il club: ‘Ora abbiamo Renato dal Bayern Monaco!”
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Helder Cristovao è un 35 volte nazionale portoghese e allenatore del Benfica B quando Renato Sanches bullizzava letteralmente qualsiasi avversario si trovasse di fronte. L’analisi del problema è chiara: le pressioni erano troppe, lui si sentiva solo e in Galles non aveva alcuna intenzione di trasferircisi.
Se dunque lo Swansea è stato un vero e proprio errore condito dallo splendido passaggio al tabellone rosso come le magliette dello Swansea contro il Chelsea nel corso di una gara di Carabao Cup, il ritorno al Bayern Monaco non ha avuto miglior sorte.
Renato Sanches accidentally passes to a red advertising board instead of a team-mate during Swansea's defeat at Chelsea https://t.co/TfeTAAGSE4 pic.twitter.com/DPyo5lOiO8
— Sky Sports Premier League (@SkySportsPL) November 30, 2017
Il desiderio di rivalsa
Tornato in Baviera nell’estate del 2018 Renato Sanches ha fatto subito fatica a riambientarsi all’idea di calcio del Bayern, e ha più volte espresso il desiderio di cambiare aria, di nuovo.
L’investimento fatto sul suo talento era tale però che il Bayern volle provare, un’ennesima stagione, a tenerlo in rosa senza però grandi successi.
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Il trasferimento al Lille, giunto a seguito di fitti colloqui con José Fonte – portoghese capitano della squadra – Luis Campos – DS del Lille – e Gerard Lopez – l’allora presidente del club – ha progressivamente restituito fiducia e concretezza a un giocatore in totale crisi identitaria.
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Nella prima parte della scorsa stagione, Renato Sanches ha carburato scrollandosi di dosso tutti i fantasmi dei tre anni precedenti: a marzo 2020, appena prima della chiusura della Ligue 1 a causa pandemia, è entrato in nomination come miglior giocatore del mese con Kylian Mbappé grazie ai 3 gol in 9 partite segnati con la maglia del Lille.
La stagione successiva è ripartita all’insegna del ritorno in nazionale – ottobre 2020 – e della grandissima prestazione sfoderata con il Milan a San Siro: un Lille spaziale, un Renato Sanches dominante.
Poche settimane dopo ecco la conclusione di quei 1596 giorni: gol contro Andorra su assist di Cristiano Ronaldo, e balzo indietro fino al gol contro la Polonia di cinque anni prima.
Un Europeo per ricominciare
Ora che il Portogallo ha passato il girone più complicato dell’Europeo anche grazie a due grandissime prestazioni del talento del Lille contro Ungheria e Francia, ecco che lo spazio per Renato Sanches nell’undici di Fernando Santos sarà garantito anche contro il Belgio, domenica per gli ottavi di finale.
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E questa andata e ritorno è coincisa letteralmente con il ritorno in auge delle voci di mercato dai top club di tutta Europa:
“È un giocatore più maturo e un uomo più maturo. Ha migliorato il suo calcio. Ci sono già alcuni club interessati, perché abbiamo avuto una recente discussione. Ma tutti devono essere felici perché questo accada. Non so se Renato resterà con noi o no. Non ancora. Vediamo. Ma essendo un giocatore di alto, alto profilo, è logico che ci siano alcuni top club interessati a lui”.
Olivier Letang, direttore sportivo del Lille, attende il mercato, e intanto si gode Renato Sanches, campione in Ligue 1 nel nord della Francia.
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