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Il Napoli si gioca una grossa fetta di qualificazione alla seconda fase di Europa League sul campo della Real Sociedad. Squadra ostica, troppo spesso sottovalutata

Il lockdown seguente allo scoppio di una grave pandemia mondiale ha rappresentato un disastro economico e sanitario praticamente per tutti. Il calcio si è fermato e, quando è ripreso dopo tre mesi di stop, alcuni valori in campo si sono quasi capovolti. È accaduto, per esempio, alla Real Sociedad: prima che il Coronavirus stoppasse tutte le manifestazioni sportive, i baschi erano addirittura terzi in classifica di una Liga che, fino a quel momento, avevano animato alla grande.

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La squadra di Imanol Alguacil, infatti, era tra le compagini spagnole più in palla, come dimostrato peraltro dal percorso parallelo in Copa del Rey. La cui finale, lo storico primo derby contro l’Athletic nel torneo nazionale, si deve ancora giocare. I txurri-urdin ci hanno rinunciato perché senza pubblico non è vero derby, ma – paradossalmente – visto l’andamento del post lockdown, forse procrastinare l’impegno forse non è stata poi una brutta idea.

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Real Sociedad, duro ostacolo per il Napoli

Alla fine la Real Sociedad ha chiuso la Liga 2019/20 al sesto posto, strappando il pass per la fase a gruppi di Europa League. Dove, in seguito al sorteggio di Nyon, è stata abbinata al Napoli. La squadra di Gattuso è attesa così da una difficile trasferta sul campo di San Sebastian, nel quale i baschi hanno perso solo due volte negli ultimi cinque mesi, peraltro anche sfortunatamente (come dimostra, per esempio, la recente sconfitta contro il Valencia).

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Nonostante la stagione sia solo agli inizi e il fatto che in Liga alcune squadre non hanno ancora disputato tutte e sette le giornate, la Real Sociedad comanda il campionato spagnolo con 14 punti e, all’appuntamento col Napoli, si presenta come un osso decisamente duro da affrontare. Peraltro, la banda Gattuso non potrà permettersi un ulteriore passo falso dopo la brutta sconfitta dell’esordio, patita al San Paolo contro l’AZ.

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Forti e sottovalutati

Presentare la Real Sociedad ci obbliga a una considerazione di base dalla quale si deve per forza partire: è una squadra forte. Nonostante ciò, nell’immaginario collettivo al club di San Sebastian probabilmente non viene riconosciuto il vero valore, impennatosi dall’arrivo ad Anoeta di Imanol Alguacil. Il tecnico, subentrato in un momento di difficoltà ad Asier Garitano, ha rianimato una squadra che aveva perso ogni equilibrio.

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Classe 1971, basco di Orio, nel suo background Alguacil ha collezionato diverse esperienze formative proprio nel settore giovanile della Real Sociedad, club per il quale ha giocato per 8 anni dopo aver militato nel vivaio biancoblu. Tornato a San Sebastian dopo il ritiro, ha preso in mano le redini della prima squadra nel marzo del 2018 e poi nuovamente a dicembre, sostituendo prima Eusebio e poi, appunto, Garitano.

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Come gioca la Real Sociedad di Alguacil

Da Eusebio ha carpito alcuni segreti nella gestione dello spogliatoio, da Garitano ha ereditato il modulo di base, un 4-2-3-1 che esalta ogni singolo giocatore in forza alla compagine basca. Alguacil, inizialmente, avrebbe dovuto ricoprire il ruolo di allenatore a interim, ma le prove della squadra con lui in panchina – tra le quali spicca una vittoria al Bernabeu – hanno fatto cambiare idea alla dirigenza, che così lo ha confermato facendogli firmare un contratto fino al 2021.

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Non appena si è insediato, ha subito cercato di valorizzare l’enorme mole di talento a disposizione da centrocampo in su, provando a prevenire inevitabili svarioni difensivi provenienti da un comparto arretrato abbastanza mediocre. Che, però, si muove armonicamente all’interno di una squadra che gioca a memoria. Palleggio, possesso, movimenti asfissianti e continui tra le linee portano la Real Sociedad a essere una delle squadre a produrre più giocate offensive di tutta la Liga, valorizzando contemporaneamente mezzali, trequartisti, esterni e due punte, che si alternano a seconda del match.

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Stelle e punti di forza

Perso Martin Odegaard, uno degli mvp della passata stagione, la Real Sociedad ha inserito nel motore David Silva, soffiato alla Lazio, il cui compito in soldoni è proprio quello di sostituire il norvegese. Il resto della squadra è lo stesso dello scorso anno. A centrocampo brilla la stella di Mikel Merino, un profilo totale cresciuto tantissimo da quando è atterrato ad Anoeta, affiancato da Martin Zubimendi, pepita 21enne proveniente dal vivaio e lanciata quest’anno da Alguacil.

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Mikel Oyarzabal, sotto la cura del tecnico di Orio, si sta invece consacrando: nell’ultima stagione l’esterno sinistro ha totalizzato 12 gol e altrettanti assist, quest’anno è partito con 4 reti che, di recente, gli hanno spalancato le porte della nazionale. Davanti, nonostante la presenza di un big come Willian José, si sta ritagliando una grande spazio un altro ex baby prodigio del calcio europeo come Aleksander Isak, borseggiato un anno fa al Borussia Dortmund e inserito al centro di un progetto sportivo ambizioso.

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Come detto in precedenza, la Real Sociedad è vulnerabile soprattutto dietro, e sarà lì che il Napoli dovrà colpire se vuole pensare di andare a punti. I due centrali, Elustondo e Le Normand, soffrono gli attacchi frontali e, in tal senso, l’utilizzo di Osimhen potrebbe rappresentare un buon mismatch. Anche le fasce possono essere attaccate con facilità. In particolar modo la destra, dove Zaldua viene aiutato poco in copertura da Portu. Insomma, per sbancare Anoeta servirà un Napoli al top, capace di rispettare un’avversaria che ha dimostrato, nelle serate di grazia, di poter mettere sotto chiunque.

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