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Il Real Madrid ha vinto il suo 34esimo titolo al termine di una stagione molto lunga e travagliata, tratteggiata dall’eterna sfida con il Barcellona

Il Real Madrid è campione di Spagna 2019/20. Un successo meritato e ottenuto dopo una stagione fatta di sorpassi e controsorpassi con i rivali di sempre del Barcellona, con i quali i merengues hanno duellato sin dal principio. I Blancos, vincendo la partita decisiva a Valdebebas contro il Villarreal, si sono assicurati il 34esimo titolo della loro storia. Nell’impianto intitolato al grande Alfredo Di Stefano, è stato il solito Karim Benzema a risolvere la questione.

Con una doppietta del centravanti francese il seppur generoso Submarino Amarillo si è dovuto arrendere, mentre in Catalogna il Barcellona cadeva in casa contro il già salvo Osasuna. Insomma, era solo questione di tempo perché Zinedine Zidane vincesse il suo secondo campionato da allenatore del Real Madrid. Zizou, infatti, ha portato nella bacheca del club due Champions League, però sempre faticando a imporsi in un torneo lungo. Da oggi, anche questa ossessione è stata spazzata.

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Real Madrid, una Liga meritata: la centralità di Zidane

Che il Real Madrid avrebbe vinto la Liga era diventato ormai quasi scontato. Dal rientro post lockdown, i merengues non hanno lasciato sul campo nemmeno mezzo punto, vincendo tutte le partite. Una dopo l’altra, da grande squadra, strapazzando qualunque avversario gli si fosse parato contro. E lo hanno fatto, molto spesso, dominando, cosa che nella prima parte di stagione non sempre gli era riuscita. Anzi, non erano rari i casi di un Madrid vittorioso grazie a colpi estemporanei dei suoi campioni.

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Ma la sosta forzata ha fatto bene, perché Zidane ha svestito i panni di allenatore e indossato quelli di psicologo. Un normalizzatore, il francese, bravo ad alzare un muro incrollabile attorno ai suoi mentre nella vicina Barcellona crisi societaria e voci di mercato sbriciolavano le certezze del club catalano. Inoltre, Zizou è riuscito mentalmente a recuperare praticamente tutti gli uomini in rosa – salvo rare eccezioni, tipo Gareth Bale -, sfruttando così le larghe rotazioni.

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In questa maniera, anche giocatori come Vinicius Junior, Rodrygo e Marco Asensio hanno contribuito in maniera decisiva alla conquista del titolo. Per non parlare, ovviamente, di Eden Hazard, rientrato a pieno regime dopo l’infortunio di inizio stagione. Il belga sarà il vero acquisto di primo piano per la prossima stagione, ma già ad agosto dovrà caricarsi la squadra sulle spalle per aiutarla a ribaltare lo svantaggio parziale nella doppia sfida di Champions League contro il Real Madrid.

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Courtois, Sergio Ramos, Benzema: la squadra dei record

Ma una squadra vera è composta soprattutto da uomini e campioni. Il Real Madrid ne ha davvero tanti, e il fatto che spesso non sia riuscita a sfruttare cotanta bontà va ascritto ad alcuni momenti di scarsa condizione fisica sulla quale Zidane e il suo staff hanno lavorato nella pausa. E così i singoli, una volta tirati a lucido, sono diventati decisivi. Per esempio Thibaut Courtois, tanto criticato in passato, ha vinto il suo terzo premio Zamora (riservato al miglior portiere della stagione) e il suo quinto campionato in carriera.

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E che dire di Sergio Ramos? La sua annata è stata straordinaria (i suoi numeri da record): oltre ad aver scollinato la doppia cifra di gol segnati, il difensore spagnolo ha avuto anche il grande merito di griffare alcune vittorie fondamentali nel cammino del Real Madrid. Florentino Perez, col quale Ramos non va più d’accordo ormai da anni, nel post Villarreal ha parlato del suo eventuale prolungamento di contratto: “Vi assicuro che terminerà qui la sua carriera – ha detto il numero uno del club – il suo ruolo è importante e il suo lavoro molto apprezzato”.

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Infine, una menzione a parte la merita Karim Benzema. La sua doppietta contro i valenciani ha regalato il titolo al Real Madrid, ma il francese ha giocato un’ultima parte di Liga da stropicciarsi gli occhi. Non si contano più i suoi numeri, i gol (come dimenticare quello al Valencia o il tacco contro l’Espanyol?) e le giocate d’alta scuola sciorinate dall’inizio di giugno. Il numero 9 sembra rinato, è tornato a toccare quota 20 gol in Liga e, come predisse Zidane poco più di un anno fa, lì davanti ha fatto benissimo le veci di Cristiano Ronaldo.

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Un andamento costante e il sorpasso decisivo

Liga meritata, si diceva. Il Real Madrid – come sottolinea un interessante grafico interattivo pubblicato da Diario As – ha praticamente sempre occupato i primi due posti in classifica. Dopo una partenza a rilento, ha scalato la graduatoria fino a prendersi il primo posto nel 21esimo turno, weekend della sconfitta del Barcellona a Mestalla contro il Valencia. Dopo vari sorpassi, alla 30esima giornata gli uomini di Zidane sono tornati primi senza più mollare la vetta.

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Lo hanno fatto girando su numeri impressionanti, perché se è vero che l’attacco dei merengues non ha prodotto come quello dei rivali blaugrana, la difesa ha subito solo 23 gol in 37 partite, una media di 0.621 ogni 90 minuti giocati alla quale si aggiungono ben 18 clean sheet. Courtois è stato il portiere più efficace della Liga, con 78 parate portate a compimento su 100 tiri in porta subiti, mettendo a referto lo 0.790% di interventi positivi.

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A questo, aggiungiamoci la grande crescita corale di una squadra che, grazie ad alcuni innesti recenti, si sta rinnovando. Oltre all’ormai famosa enclave brasiliana – a gennaio Reinier, classe 2002, ha raggiunto Vinicius Junior e Rodrygo – questa è stata la stagione di maturazione di Federico Valverde. Il Pajarito, classe 1998 e prodotto del sempre florido vivaio d’Uruguay, si è imposto a grandi livelli a tal punto che, spesso, Zidane ha dovuto ridisegnare e modificare il suo 4-3-3 per trovargli spazio accanto agli altri fenomeni della mediana. Peraltro, con grandi risultati.

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