Real Madrid Barcellona: i Blancos vincono il Clasico per la seconda volta in stagione. Zidane ingabbia Koeman con una partita tattica perfetta e agguanta l’Atletico Madrid in vetta (ma con una gara in più).
Siamo a Valdebebas e non al Santiago Bernabeu, ci sono rumori di fondo ma di tifosi nemmeno l’ombra. Eppure, il Clasico ci mette pochissimo ad accendersi e ad aumentare il ritmo. Buon per chi guarda, perché lo spettacolo è assicurato; ma buon anche per il Real Madrid, che ne trae soltanto benefici, a differenza del Barcellona che invece preferisce scandire i tempi della partita col suo palleggio. L’impostazione tattica è quella prevista. Zidane schiera un 4-3-3 che in fase di non possesso diventa 5-4-1, con Lucas Vazquez che sembra legato ad un filo lungo tutto il campo in verticale. Fa il terzo centrale quando si difende e la mezzala di inserimento quando si riparte in contropiede. Un lavoro che svolge in maniera perfetta e comporta non pochi problemi agli avversari. Che invece scendono in campo con l’ormai consueto 3-5-2: la sorpresa è l’esclusione di Griezmann, quindi Dembele di fianco a Messi in avanti. Koeman punta sul possesso palla e sulle trame di gioco nello stretto, e spera nel 10.
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Real Madrid Barcellona, la magia di Benzema
Il piano dell’olandese però è destinato ad affondare nella fitta pioggia di Madrid. Perché Zidane, ancora una volta, ha letto benissimo la partita: il lavoro tattico dei suoi rende impossibile il gioco del Barcellona, e in ripartenza il Real è letale perché si crea lo spazio giusto per colpire. Lo sfrutta meravigliosamente Federico Valverde, schierato da esterno a tutta fascia. Che taglia in due la difesa avversaria e serve nello spazio Lucas Vazquez, che come sempre segue l’azione che è una meraviglia: cross basso e sul primo palo, arriva Karim “The Dream” Benzema che decide di tornare a segnare in un Clasico (quattro anni dopo) di tacco. Una rete di straordiaria bellezza che sblocca così il risultato.
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Il raddoppio di Kroos
Ma è un gol importante perché consente al Real di fare ancor meglio la partita che Zidane aveva progettato. E infatti il Barça prova a spingere ma i Blancos si muovono all’unisono e non sbagliano un’uscita, né un intervento. E ancora in contropiede, poi, con Vinicius che sfila via ad Araujo e Mingueza e si conquista un calcio di punizione interessante. Il tiro di Kroos è destinato alle mani di Ter Stegen, ma succedono due cose: Pedri devia la palla e cambia totalmente la traiettoria, poi Jordi Alba, ben posizionato sulla linea, di testa non riesce a respingere ma, anzi, se la butta in porta. Il Real va così in vantaggio 2-0.
Siamo alla mezz’ora, i padroni di casa sono avanti di due reti e il Barcellona sbatte contro un muro. Servirebbe una giocata di Messi. E arriva, praticamente nei minuti di recupero, ma è un tentativo folle, geniale e… difficile. Si tratta del gol olimpico, cioè direttamente da calcio d’angolo; è il palo a togliere la gioia a Messi di inserire un nuovo tassello nel suo già fornitissimo repertorio. Niente gol quindi, ma il palo sembra dare un po’ di coraggio al Barça in vista del secondo tempo.
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Mingueza, l’uomo che non ti aspetti
Inizia la ripresa e Koeman butta dentro subito Griezmann. Tutta la ripresa è stata una continua ed estenuante partita a scacchi fra i due allenatori. Entrambe le difese sono passate da tre a quattro, poi da quattro a cinque, poi da cinque a tre e così via. Chiaramente è il Barcellona a spingere sull’acceleratore e il Real Madrid resta lì, in attesa. E ogni volta che riparte dà la sensazione di poter fare gol. Araujo infatti fa autopalo, Kroos ha una chance clamorosa di testa ma la butta fuori, Vinicius sbaglia di qualche centimetro un passaggio che avrebbe messo in porta Benzema.
Invece, dall’altra parte, il Barça crea poco ma al 60′ trova il gol che accorcia le distanze. Dal nulla, Messi disegna una linea di passaggio perfetta per Jordi Alba; cross basso, Griezmann la fa passare sotto le gambe e la palla arriva a… Mingueza, proprio lui, il difensore centrale della cantera, che in qualche modo riesce nella deviazione vincente. Una rete che accende gli animi e rende la partita ancor più bella, nonostante la pioggia fittissima.
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La delusione di Ilaix Moriba
Gli ospiti ci provano, in qualche modo trovano addirittura l’opportunità di andare in contropiede. Manca un po’ di lucidità nella fase finale, e soprattutto manca Messi. Che ha tre punizioni da ottima posizione per colpire, invece le calcia male. L’occasione più clamorosa per il pareggio arriva soltanto al 95′: Leo butta dentro un pallone dal cerchio di centrocampo, Lenglet trova la sponda per Ilaix Moriba, il classe 2003 che, in girata, prende in pieno la traversa.
Sarebbe stata una favola da sogno per il ragazzino trovare il gol del pareggio nel Clasico all’ultimo secondo, e invece deve ingoiare un rospo amarissimo. Da segnalare nel finale anche l’espulsione per Casemiro, la seconda in carriera – per un mediano come lui è sorprendente.
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Liga apertissima
Con questi tre punti il Real Madrid aggancia l’Atletico in vetta a 66 punti, mentre il Barcellona resta a 63. I Colchoneros, che non attraversano un periodo particolarmente positivo, scendono in campo domani sera contro il Real Betis e hanno l’opportunità di allungare di nuovo. Manca ancora un bel po’ alla fine del campionato, e quindi anche il Barça è ancora in corsa. Prima di questa sera, la squadra di Koeman non perdeva in campionato da quattro mesi. I blaugrana hanno sicuramente fatto un buon percorso di crescita, ma hanno fallito l’esame più importante. La lotta è ancora apertissima.