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Raiola sarebbe stato escluso dalla trattativa per il rinnovo di Romagnoli, e questo potrebbe essere collegato allo sgarbo su Donnarumma. Come stanno veramente le cose?

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La nuova bomba di mercato non è un acquisto, ma la vicenda della “espulsione” di Mino Raiola, uno degli agenti più influenti del calcio mondiale, dalle trattative del Milan nel rinnovo di Alessio Romagnoli.

Una notizia che ha rincuorato molti tifosi, che non vedono con grande simpatia il procuratore dopo l’affaire Donnarumma e in generale tutti i suoi colleghi. Ma sulla questione ci sono ancora molti lati oscuri, e forse è troppo presto per “cantare vittoria”.

Il Milan contro Raiola: cos’è successo

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Ieri la Gazzetta dello Sport ha pubblicato un articolo in cui rivelava la decisione del Milan di escludere Raiola dalla trattativa sul rinnovo di Romagnoli. Una decisione abbastanza strana, resa possibile dall’approvazione del giocatore, intenzionato arinnovare col club rossonero e non rischiare una situazione di stallo come quella toccata mesi fa a Donnarumma, poi liberatosi a zero.

Maldini, Massara e Gazidis sarebbero quindi riusciti a rompere definitivamente con il procuratore italo-olandese, sempre molto discusso e poco amato dai tifosi, per molti ritenuto il simbolo dello strapotere degli agenti dei calciatori. Ma d’altronde il rapporto tra Raiola e la dirigenza milanista era già da tempo ai ferri corti: il trio di via Aldo Rossi si era infatti rifiutato di accettare le onerose condizioni richieste dal procuratore su Donnarumma, accettando lo stop delle trattative.

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Una nuova strategia nel rapporto tra la società e i rappresentanti dei giocatori, non semplice da percorrere, ma che al Milan ha già portato risultati positivi: si è liberato di inaggi ingombranti, rimpiazzandoli con giocatori interessanti e dal costo più contenuto (vedi Maignan).

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C’è davvero stata una rottura?

Dopo l’indiscrezione della Gazzetta, il Milan si è subito affrettato a chiarire di non aver mai posto veti verso nessun procuratore, ma d’altro canto sarebbe stato difficile rispondere diversamente. L’interazione con gli agenti è una parte fondamentale del lavoro di un dirigente, e inimicarsi l’intera categoria sarebbe un boomerang clamoroso.

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Più facile che il Milan abbia semplicemente raffreddato i rapporti con Raiola: d’altronde, i rossoneri hannoin rosa solo un altro giocatore della sua scuderia, Ibrahimovic, che ha 40 anni e difficilmente rinnoverà oltre il 2022. Tutti gli altri campioni che controlla sono generalmente fuori dagli standard economici attuali del Milan, per cui il danno sarebbe relativo.

Nell’ultimo periodo, inoltre, l’azione di mercato del club milanese si è orientata verso nuovi ambiti, in particolare quello della Ligue 1 (Maignan, Ballo-Touré, Leão, Pellegri, Adli e l’obiettivo Faivre vengono da lì), un campionato su cui Raiola ha attualmente ancora una presenza limitata. Battere altri terreni è un modo per stringere rapporti con altri procuratori, uscendo dal solito giro e provando nuove alleanze.

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Un particolare che dovrebbe anche spegnere un po’ di entusiasmo tra i tifosi: la presunta “espulsione” di Raiola da via Aldo Rossi non significa assolutamente una presa di posizione contro lo strapotere dei procuratori, ma al massimo contro uno specifico di essi. Il Milan resta ad esempio in ottimi rapporti con Gestifute, l’agenzia di un altro personaggio discusso come Jorge Mendes, procuratore di Rafael Leão e di altri giocatori che sono stati nell’ottica rossonera

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