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Il Bologna si è ufficialmente qualificato in Champions League ma lo ha fatto spendendo davvero poco: ecco come Sartori è riuscito nel miracolo. 

La scorsa estate il Bologna di Thiago Motta arrivava da un nono posto conquistato con 54 punti in campionato, e una stagione altalenante che ha visto momenti di divertimento e di vittorie alternarsi a momenti di buio totale come nei mesi di agosto e di maggio in cui per diverse settimane la vittoria non sorrise ai rossoblù. Al termine della stagione, la conferma di Thiago Motta e del progetto di Saputo e Sartori non è mai stata messa in discussione e anzi, il calciomercato ha dimostrato come si credesse fortemente nel lavoro dell’allenatore e nello sviluppo del progetto di rosa che stava procedendo da alcune stagioni. L’addio di Arnautovic e di Gary Medel – ad esempio – sono state le testimonianze della rottura finale con il vecchio ciclo bolognese, e la propulsione per dare ancor più fiducia alle scelte coraggiose del direttore sportivo e ai giovani calciatori alle dipendenze di Thiago Motta. É inutile quindi ripetere come la stagione ad un passo dalla conclusione sia stata incredibile per il Bologna che con 67 punti conquistati a due giornate dalla fine è matematicamente certo di aver compiuto un vero miracolo piazzandosi davanti a compagini come il Napoli campione d’Italia e la Lazio seconda lo scorso anno. 

Thiago Motta è riuscito a farlo con una rosa dalla media età di 24,7 anni, la terza più giovane del campionato dietro a Lecce (24,1) e a pari merito con il Frosinone (24,7), entrambe invischiate fino alla fine nella lotta per non retrocedere. Se il dato dell’età non fosse sufficiente a sottolineare la bontà del percorso rossoblù, l’analisi delle spese del mercato estivo e invernale permettono di comprendere come sia possibile raggiungere risultati insperati anche senza spendere eccessivamente. In estate il DS Sartori ha proceduto a svecchiare ulteriormente la rosa, proseguendo sulla strada tracciata da diverse stagioni che racconta di giovani di altissima qualità dal potenziale ancora inespresso e quindi da valorizzare sia in ottica di campo che in ottica di futura rivendita. Il primo degli acquisti che si possono annoverare in questa categoria è certamente Riccardo Calafiori, arrivato dal Basilea per 4 milioni di euro e ora nel mirino della Juventus che in estate aveva tolto al Bologna Andrea Cambiaso, esterno a tutta fascia che Calafiori ha rimpiazzato in maniera egregia. Come il difensore del Basilea anche Kristiansen, praticamente sempre titolare con Thiago Motta e arrivato in prestito dal Leicester per un milione di euro, con la possibilità di rivedere la sua situazione nell’estate incipiente. Stesso discorso valido per Alexis Saelemakers, arrivato in prestito dal Milan come esubero per 500 mila euro e ora essenziale nelle rotazioni del tecnico italo-brasiliano. Tra le spese estive da ricordare poi, ci sono Beukema e Karlsson, arrivati entrambi dall’AZ Alkmaar per un totale di 20 milioni (9 per il difensore, 11 per il centravanti) andando incontro a stagioni diametralmente opposte per infortuni e ambientamento, così come i nove milioni spesi per acquistare Ndoye dal Basilea, ricostruendo il tandem  svizzero con Calafiori. Sartori non si è però fermato qui: altri 5 milioni sono stati spesi per Posch, rientrato all’Hoffenheim al termine della scorsa stagione e acquistato dal Bologna dopo un’ottima stagione in Emilia. 

Il colpo dell’estate – oltre alla permanenza di Zirkzee – risponde al nome di Fabbian. Il centrocampista è arrivato dall’Inter per 5 milioni di euro con l’inserimento di una clausola di recompra pari a 12 milioni nell’estate 2025. Un affare che ha permesso ai rossoblù di inserire in rosa il ragazzo e di tenerselo stretto almeno fino alla fine della prossima stagione. 

Bologna: cessioni ed acquisti invernali 

Prima dell’inizio della stagione non solo Arnautovic e Medel hanno lasciato Bologna. Insieme a loro anche Schouten (12 milioni) , Nico Dominguez (10 milioni) e Musa Barrow (8,5) milioni hanno scelto diversi campionati per continuare la propria carriera e permettere al Bologna di investire su nuovi talenti tutti da migliorare. Se l’addio di Barrow ha lasciato tutti contenti sin dall’inizio, stessa cosa non si può dire della cessione di Nico Dominguez, motore del centrocampo di Thiago Motta e vero e proprio perno intorno al quale il tecnico ha fatto ruotare il suo Bologna nella scorsa stagione. Nella logica del mercato però, il Nottingham Forrest è sembrata la soluzione migliore per il futuro di tutte le parti in causa e – facendo di necessità virtù – Thiago Motta si è adeguato, e lo ha fatto richiamando in Serie A Remo Freuler, arrivato in prestito proprio dal Nottingham Forrest e capace di rendersi subito utile per l’equilibrio dei rossoblù. 

Ultimo capitolo dedicato al mercato invernale, alle modiche cifre investite sul futuro della squadra anche in vista di un mercato estivo che – per forza di cose – dovrà cercare di tenere in equilibrio una squadra che ora vola sulle ali di un entusiasmo mai provato prima. 12 i milioni investiti su Castro, attaccante del Velez classe 2004 che ha già esordito con Thiago Motta; 4,5 quelli investiti sul centrale serbo Ilic dal Partizan Belgrado, e un prestito, già molto fruttuoso dalla squadra amica AZ Alkmaar, di Odgaard, ala destra già a segno due volte nella seconda parte di stagione. 

Un’operazione di fino quella relativa al mercato del Bologna, che riporta le cifre finali a 34 milioni incassati per le cessioni – e molti altri risparmiati per i pesanti stipendi di Medel e Arnautovic – a fronte di 65,5 milioni spesi per entrambe le sessioni, facendo salire il valore della rosa a 254,5 milioni di euro, il settimo di tutta la Serie A. 

Per fare un paragone, il Milan nel solo mercato estivo ha speso 116,50 milioni di euro, la Juventus 86,5, il Napoli 105. Cifre più alte di quelle spese dalla dirigenza del Bologna che hanno portato a risultati simili – nel caso del Milan – a concorrere con i rossoblù – nel caso della Juventus – e a rincorrere un posizionamento Champions League ormai impossibile come nel caso del Napoli. Non è quindi necessario spendere tanto per ottenere risultati oltre ogni immaginazione, ma occorrono programmazione, organizzazione e la capacità di trovare la qualità dove nessuno pensava esistesse. 

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