Christian Pulisic non ha mai giocato così bene e una sua intervista al The Athletic conferma il suo impatto nel Milan.
Alzi la mano chi ha storto il naso pensando che l’acquisto di Pulisic non fosse così importante per il Milan. Certo, sostituire Messias e Salemaekers con il capitano degli Stati Uniti era un evidente upgrade ma i numeri dell’americano non convincevano a pieno – poco più di quaranta gol in quasi trecento presenze – e le sue recenti prestazioni in Premier lasciavano più dubbi che certezze.
Nelle sue avventure al Borussia Dortmund e al Chelsea aveva si ben figurato, ma lasciando sempre l’impressione di rendere molto di più nel contesto statunitense che non in quello di un top club europeo. Un po’ perché a Dortmund tutti sembrano far bene, e un po’ perché al Chelsea il suo status di alter-ego dei titolari non lo poneva come artefice principale delle vittorie dei blues, l’arrivo al Milan è stato accompagnato da scetticismo dovuto alla mancanza di conoscenza del giocatore e dei contesti in cui aveva giocato fino a quel momento. L’arrivo a Milano è stato sin da subito esaltante, come capita a molti giocatori provenienti dai forsennati ritmi della Premier League: due gol nelle prime due giornate di campionato, titolarità assicurata e un numero di ottime prestazioni indiscutibilmente alto. Tutto ciò ne ha progressivamente aumentato il peso specifico nell’economia del Milan che, nonostante i tanti alti e bassi di stagione, ha trovato in Pulisic la certezza di cui aveva bisogno. Fino a questo momento infatti, il trequartista americano ha giocato trentotto partite, per un totale di 2.762 minuti in campo, quasi il triplo di quelli giocati nell’ultima stagione con il Chelsea. In questo lasso di tempo, Pulisic ha segnato undici reti e fornito otto assist, rendendo il proprio calcio centro nevralgico di un Milan con una fascia destra finalmente decisiva. Oltre a questo, ha segnato due reti e fornito un assist in Europa League, tutti nelle gare ad eliminazione diretta contro lo Slavia Praga.
E se è di impatto decisivo di cui vogliamo parlare, l’incontro tra il Milan e Pulisic ha prodotto non solo una rinnovata e aggiornata versione di Capitan America, ma una statistica particolare che ne sottolinea l’importanza nella stagione – e nel futuro – rossonero. Secondo il portale Transfermarkt Pulisic figura al secondo posto in una speciale classifica comandata dal “cugino” Lautaro Martinez. Il portale tedesco ha infatti classificato i “giocatori più decisivi” del campionato di Serie A, o meglio coloro le cui reti hanno portato ad una vittoria della propria squadra. Contando solamente le reti segnate in Serie A infatti, troviamo come Lautaro Martinez comandi in solitaria con sette gol vittoria su ventitré gol totali, seguito proprio dal numero undici rossonero. Christian Pulisic ha infatti segnato otto reti in serie a, cinque delle quali si sono rivelate fondamentali ai fini del risultato finale del match. La classifica continua poi con Thuram, Pellegrini e Ferguson:
- Lautaro Martinez: 7 gol vittoria su 23 reti
- Christian Pulisic: 5 gol vittoria su 8 reti
- Marcus Thuram: 5 gol vittoria su 10 reti
- Lorenzo Pellegrini: 4 gol vittoria su 6 reti
- Lewis Ferguson: 4 gol vittoria su 6 reti
- Romelu Lukaku: 4 gol vittoria su 10 reti
- Victor Osimhen: 4 gol vittoria su 11 reti
- Dusan Vlahovic: 4 gol vittoria su 15 reti
Pulisic è l’MVP rossonero
Nell’intervista al The Athletic di gennaio, Pulisic ha confermato come non si sia mai divertito come nel corso di questa stagione e ha parlato dei propri miglioramenti tattici e tecnici dovuti allo spostamento sulla fascia destra. Ha parlato di come si sua intenzione tornare in MLS al termine della carriera sottolineando però come questo sia molto lontano nel tempo. Nonostante siano ormai dieci anni che Pulisic è in Europa, la sua carta di identità recita 1998, ventisei anni da compiere il prossimo settembre, il che significa che l’acquisto del Milan è non solo per il presente ma anche per il futuro.
In un ultimo passaggio Pulisic ripete come gli sia stata data una grande opportunità quest’estate e che il Milan sia ora la sua unica priorità. Un matrimonio felice insomma, in cui tutti rendono meglio: il Milan, che ha trovato un campione per il presente e per il futuro, e Pulisic, che finalmente ha trovato la propria dimensione.
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