Proprietario PSG: chi controlla il ricchissimo club francese che da anni domina il calciomercato, e a quanto ammonta il suo patrimonio?
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Il Paris Saint-Germain ha acquistato Sergio Ramos, e poi Donnarumma, e poi Hakimi, e poi Wijnaldum, e adesso Messi: chi può permettersi di spendere così tanti soldi, dopo che già pochi anni fa si assicurò per cifre record Neymar e Mbappé?
Spesso si parla della proprietà qatariota del PSG, ma chi c’è veramente dietro questa vaga espressione? La risposta, in realtà, non è semplicissima, perché il club ha un proprietario, ma che fa a sua volta capo a una proprietà più grande, che altri non è che la famiglia reale del Qatar. Cerchiamo di spiegare bene.
Proprietario PSG: chi è che controlla il club francese
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Nell’estate del 2011, il PSG è stato acquistato da QSI, ovvero Qatar Sports Investment, una grossa società qatariota diretta da Nasser Al-Khelaifi, un ex-tennista qatariota che oggi si dedica a una proficua carriera da imprenditore. Al-Khelaifi è infatti anche presidente del potente network televisivo beIN Media Group, è stato direttore della più nota tv in lingua araba Al -Jazeera, e da quando è divenuto presidente del PSG è divenuto una figura chiave del calcio europeo, tanto che oggi riveste la carica di presidente della European Club Association.
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Tuttavia, Al-Khelaifi non è realmente il proprietario del PSG: è solo il presidente della società che possiede il club. QSI è una sussidiaria (cioè, un’azienda controllata da un’altra azienda) della Qatar Investment Authority, il fondo sovrano del Qatar. Un fondo sovrano è un fondo d’investimento di proprietà pubblica, cioè di uno Stato, amministrato dal governo locale.
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Nel caso specifico, il Qatar è una monarchia costituzionale, che però di fatto agisce come monarchia assoluta: significa che il governo è controllato interamente dalla famiglia reale, cioè la famiglia Al-Thani, quella dell’attuale emiro (la massima figura politica nel Paese, una sorta di re) Tamin bin Hamad Al-Thani, al potere dal 2013.
Proprietario PSG: come fa il Qatar a essere così ricco
La famiglia Al-Thani è sempre stata particolarmente influente nella regione grazie alla sua ricchezza, guadagnata attraverso secoli di commerci internazionali, in particolare quello delle perle. Già dal 1913, avevano ottenuto l’indipendenza dell’attuale Qatar dall’Impero Ottomano, e avevano firmato importanti accordi con la Gran Bretagna per avere protezione militare.
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La svolta, per il Qatar, avvenne negli anni Trenta, con la grande crescita del mercato petrolifero e la scoperta di grossi giacimenti nel sottosuolo arabo. L’inizio delle trivellazioni e la vicinanza economica alla Gran Bretagna, permisero al piccolo emirato di rafforzarsi molto rapidamente e soprattutto di mantenersi indipendente dalle potenze locali come Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. La ridotta popolazione e il potere assoluto degli Al-Thani hanno fatto sì che le grandi ricchezze ottenute attraverso il commercio del petrolio e del gas naturale rimanessero concentrate nelle mani dello Stato, cioè della famiglia reale.
نرحب بالأخ الرئيس قيس سعيّد في قطر ونؤكد على متانة علاقات الأخوة بين بلدينا. أجرينا مباحثات حول تعميق وتوثيق التعاون الثنائي في شتى المجالات، وتبادلنا الرأي في قضايا حيوية تهم أمن ومصالح شعوبنا. نجدد وقوفنا مع الأشقاء في تونس لتحقيق الاستقرار والتنمية والتوافق. pic.twitter.com/ctoBf3G449
— تميم بن حمد (@TamimBinHamad) November 15, 2020
Proprietario PSG: a quanto ammonta il patrimonio qatariota
Nasser Al-Khelaifi, secondo il Daily Mirror, avrebbe un patrimonio personale di 6,2 miliardi di dollari, che ne fanno “solo” il decimo presidente di un club di calcio più ricco al mondo. Ma, come abbiamo già visto, Al-Khelaifi è solo l’amministratore del fondo che controlla il Paris Saint-Germain.
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La Qatar Investment Authority, per farsi un’idea, nel 2017 dichiarava un fatturato pari a 335 miliardi di dollari: i suoi affari comprendono quote importanti in Volkswagen, Credit Suisse anche nella Borsa di Londra, oltre a Porsche, Barclays, Airbus Group, Shell, Vivendi, Miramax, Tiffany’s e Harrods.
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