Il procuratore Chiné, chi è e cosa fa il magistrato che si sta occupando del processo sportivo contro la Juventus.
Giuseppe Chiné dal 2019 é il nuovo responsabile della Procura Federale della Figc. Ha 54 anni, è un magistrato nel Consiglio di Stato, ha assunto l’incarico dopo le dimissioni di Giuseppe Pecoraro. Chiné, già dal 2014 componente della Procura Figc, è magistrato amministrativo nel Consiglio di Stato dal 2018. Tra i suoi incarichi prima di quello in Figc quello di capo di Gabinetto al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nel primo Governo Conte e di capo di Gabinetto al Ministero della Salute nel Governo precedente. Giuseppe Chiné, sposato con Maria Grazia, ha due figli, Adele e Bruno. Vive da molti anni a Roma ma è originario di Bovalino, in provincia di Reggio Calabria.
Giuseppe Chiné Juventus
Inizialmente la nomina di Chiné doveva essere “provvisoria”, perché il magistrato calabrese stava già operando in Figc. Il presidente della Federcalcio Gravina lo aveva nominato procuratore aggiunto insieme ad altre quattro persone: Marco Di Lello (con funzioni di procuratore federale Interregionale), Alessandro Gentili (assegnato alla Procura Federale Interregionale), Gioacchino Tornatore e Luigi De Ficchy. Non sono mancate le polemiche nel passato di Chiné, con tanto di doppia interrogazione parlamentare nel maggio 2021, quando il magistrato era finito sotto la lente d’ingrandimento del Senato della Repubblica.
A presentare una interrogazione, tre senatori: Elio Lannutti, Luisa Angrisani e Margherita Corrado. “Il motivo – scriveva ad esempio il quotidiano Repubblica – è che Chinè dal 16 febbraio è diventato il Capo di gabinetto del Ministro Franco al Mef. Un incarico di grande prestigio, che si è aggiunto a quello di Procuratore federale. Solo che nella dichiarazione di insussistenza di cause di inconferibilità e incompatibilità ha omesso di comunicare proprio il suo incarico federale, segnalando come unico incarico presso enti pubblici o privati quello da Giudice tributario presso la Commissione di giustizia tributaria”.
Dopo l’estate del 2021 altra polemica e altra interrogazione parlamentare nei confronti di Chiné, stavolta da parte dell’onorevole Andrea Del Mastro Delle Vedove. Oltre alla questione precedente stavolta c’è dell’altro: “L’incarico calcistico, in scadenza a giugno 2021, viene rinnovato nel mese di aprile. E a luglio Chiné è confermato nella carica, ma stavolta comunica la nomina sportiva. Con un errore, o un falso”, accusa Delmastro nell’interrogazione parlamentare. Come si legge su alcuni quotidiani: “Perché Chiné dirige la Procura federale appunto da dicembre di due anni prima, dopo le dimissioni del prefetto Pecoraro, suo predecessore. All’epoca si pensava ad un incarico di breve durata, fino ad agosto 2020, ma fu prorogato di un anno causa emergenza Covid”.
Perché le polemiche su Chiné? Sempre dai quotidiani: “Perché il capo di gabinetto dell’economia dirige il traffico di svariati quattrini. Una parte è indirizzata anche verso il mondo delle sport e le varie federazioni, segnatamente anche quella del calcio, per la quale è chiamato a giudicare. È normale? Finora nessuno ha risposto ad interrogativi emersi, anche se in maniera parziale pure a mezzo stampa”. Ora tocca al processo-Juve.