La Covisoc ha spedito una relazione alla FIGC in cui viene denunciato il solito sistema delle plusvalenze gonfiate: nel mirino c’è anche la Juventus
Calciatori valutati senza una reale ragione sportiva. Con queste sette parole la Covisoc, ovvero la Commissione di vigilanza sulle società di calcio, ha chiuso la lettera indirizzata al procuratore della FIGC Giuseppe Chinè e al presidente federale Gravina, contenente una relazione dettagliata su una questione che in Italia è già stata ampiamente dibattuta.
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Si tratta, infatti, ancora una volta del tema plusvalenze: nello specifico, il report della Covisoc pone sotto la lente di ingrandimento una sessantina di trasferimenti avvenuti tra il 2019 e il 2021, menzionati sotto forma di scambi a prezzi molto alti senza però muovere altrettanti soldi presenti nelle casse dei club.
Plusvalenze gonfiate: la Covisoc lancia l’allarme
Questi affari per la Covisoc incidono molto sui bilanci delle squadre di calcio. Il tema plusvalenze è molto delicato, ma nella relazione – oltre a rimarcare una situazione generale che sta diventando insostenibile – vengono fatti anche nomi, cognomi e soprattutto vengono menzionate anche le società che avrebbero, condizionale d’obbligo, pompato le valutazioni dei propri tesserati.
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Una su tutte, la Juventus: pochi mesi fa i bianconeri imbastirono uno scambio di mercato con il Marsiglia, mandando in Costa Azzurra il centrocampista Franco Tongya e prendendo in cambio l’esterno Marley Aké, valutandoli 8 milioni di euro cadauno senza apparenti meriti sportivi.
Oppure il Napoli, che nell’affare Osimhen spedì a Lille ben quattro giovani del proprio settore giovanile, valutati complessivamente 20 milioni di euro. Tre di loro sono tornati in Italia dopo pochi mesi e attualmente sono dispersi tra la Serie C e la D, il quarto è ancora in Francia ma non gioca mai.
Il caso Juventus
Oltre all’affare Tongya-Aké, la Juventus in questa relazione viene descritta come club che fa utilizzo abitudinario di questa strategia delle plusvalenze gonfiate. Infatti, la Covisoc snocciola anche qualche numero, precisando che sarebbero ben 42 i trasferimenti bianconeri interessati, 21 dei quali avrebbero generato la bellezza di 90 milioni di euro.
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Queste operazioni avrebbero però fatto circolare soltanto 3 milioni di euro, producendo benefici al bilancio della Juventus per circa 40 milioni di euro. A tutto ciò va aggiunta l’indagine del 2018 che aveva nel mirino i trasferimenti di Inter e Milan, arenatasi per un motivo molto semplice: al momento, non esistono parametri per stabilire se il valore di una cessione o scambio sia o meno congruo.
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Ergo, più che un report quella della Covisoc sembrerebbe più un’indagine esplorativa, capace di evidenziare un sistema ormai tristemente ben noto tralasciando ben aperto il tema di cui sopra. LA conclusione, quindi, è che fino a quando qualche organo superiore non farà chiarezza una volta per tutte, in questi casi è impossibile che sussista anche solo l’ipotesi di reato.
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