Pioli è sempre più vicino all’esonero da allenatore del Milan: il suo futuro dipende solamente da una cosa, in questo momento.
La sconfitta di ieri sera a Bergamo riapre per l’ennesima volta quelle ferite mai rimarginate nel Milan di Stefano Pioli. Dall’incresibile scudetto del 2022, la formazione rossonera ha vissuto una lunga serie di alti e bassi, che hanno gradualmente eroso la solidità della panchina del tecnico emiliano. Non è la prima volta che l’allenatore ex Lazio e Inter si trova a rischio esonero da quando è al Milan, ma ogni volta il fatidico addio sembra avvicinarsi un passo di più, e secondo molte fonti, adesso la pazienza della società nei suoi riguardi ha raggiunto il suo punto limite.
Pioli è stato tenuto alla guida dei rossoneri, nonostante le critiche che lo circondano da diversi mesi, anche per un senso di riconoscenza per il lavoro fatto in occasione dello scudetto di due stagioni fa, ma ora questo credito pare esaurito. L’anno scorso fu decisiva per salvare la sua panchina la doppia sfida eccezionale nei quarti di Champions League contro il Napoli, squadra che pareva imbattibile in Italia e che invece dovette arrendersi ad aprile ai rossoneri, che raggiunsero così un’insperata semifinale di coppa. Negli stessi giorni, peraltro, i ragazzi di Pioli riuscirono addirittura a espugnare il Maradona in campionato con un 4-0 assolutamente imprevedibile, e questi risultati non fecero che ridare fiducia nei confronti del tecnico emiliano. È indiscutibile che, in questi anni a Milano, la sua capacità nel gestire una squadra molto giovane abbia rappresentato un fattore determinante nei successi del Milan e anche nella reputazione conquistata da Pioli, ma quest’anno viene chiamato logicamente a fare qualcosa di più, che finora non si sta vedendo. La spesa effettuata sul mercato in estate ammonta a circa 115 milioni di euro, e si tratta dell’investimento sul mercato più alto mai effettuato da RedBird, nonché del più alto dall’estate del 2019, che portò in dote Rafael Leao, Theo Hernandez, Franck Kessie e Ismael Bennacer. È normale che una simile cifra ponga pressioni considerevoli sull’allenatore, anche se va considerato che, presi singolarmente, i nuovi acquisti del Milan non abbiano un valore di mercato così elevato (nessuno ha superato i 20 milioni).
Ma che le cose non stiano andando bene è sotto gli occhi di tutti, e a inizio dicembre il Milan sembra già costretto a dover smettere di pensare allo scudetto: la distanza dall’Inter capolista ammonta oggi a 9 punti, e i rossoneri si trovano oggi più vicini a restare fuori dalle coppe europee (il Bologna ottavo, e con una partita in meno, sta solo 7 punti più dietro) che a tornare campioni d’Italia. In più, Pioli si trova sotto accusa anche per la discussa gestione di alcuni dei giocatori a sua disposizione, come i finora sotto-utilizzati Samuel Chukwueze e Noah Okafor. I due hanno messo assieme appena 1.051 minuti in due, con appena 3 reti segnate, ma sono costati complessivamente 34 milioni di euro. Non è una novità che l’allenatore del Milan presenti spesso difficoltà a includere alcuni giocatori nella sua squadra, mettendoli nelle condizioni ideali per rendere al meglio: è sucesso l’anno scorso con De Ketelaere, rinato negli ultimi mesi proprio all’Atalanta, e sta accadendo da un paio di stagioni con Adli.
La Champions doppiamente decisiva per Pioli: cosa può succedere
Tanto fu decisiva la scorsa primavera, con l’eliminazione del Napoli ai quarti di finale, di nuovo lo sarà adesso che l’anno si approssima alla fine. La Champions League è nuovamente al centro del futuro di Stefano Pioli, secondo quanto sospettano molti esperti e come conferma anche quest’oggi Il Giornale. Il primo appuntamento che potrebbe sancire, nella peggiore dell’ipotesi, la sua estromissione dalla panchina del Milan, è fissato già per la prossima settimana: mercoledì 13 dicembre, i rossoneri vanno in trasferta a Newcastle, per un match decisivo per il passaggio del turno nel Gruppo F. Il Milan è fanalino di coda con 5 punti, ma è ancora teoricamente in vista della qualificazione come seconda del girone, posizione oggi occupata dal PSG, fermo a 7 punti totali. La vittoria in casa del Newcastle è obbligatoria, anche se potrebbe non bastare (ai francesi basterebbe il pareggio in casa del Borussia Dortmund, visti i due scontri diretti col Milan). Una qualificazione già non semplice, e che lo è ancora di più se consideriamo che in questa stagione i Magpies hanno perso tra le mura amiche due sole volte, 2-1 contro il Liverpool il 27 agosto e 1-0 contro il Dortmund il 25 ottobre, vincendo in tutte le altre nove occasioni: dal St. James’ Park sono usciti sconfitti il Manchester City, l’Arsenal, il Chelsea, il PSG e il Manchester United. E a questo punto per i rossoneri diventa anche molto complicato ambire a qualificarsi almeno per la fase a eliminazione diretta dell’Europa League, concludendo terzo nel girone. Uscendo dall’Europa già alla fine del 2023, il destino di Pioli diventerrebbe probabilmente quello dell’esonero.