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Pietro Accardi è il direttore sportivo dell’Empoli e il principale candidato per rilevare il posto di Giuntoli al Napoli. Scopriamo chi è.

Il suo è diventato uno dei nomi più caldi sul mercato italiano, ma non è un calciatore (o meglio, non lo è più). Pietro Accardi è ormai da più parti indicato come il prescelto per succedere a Cristiano Giuntoli nel ruolo di direttore sportivo del Napoli. Il dirigente dei partenopei, unanimemente riconosciuto come uno degli artefici dello scudetto di quest’anno, sembra ormai destinato a trasferirsi a breve alla Juventus, lasciando il posto vacante al Napoli.

Per questo motivo, il presidente Aurelio De Laurentiis starebbe cercando il suo sostituto, andando a caccia di un profilo “alla Giuntoli”, appunto. Ovvero di un direttore sportivo giovane e molto competente, specializzato nello scovare giovani talenti da far maturare, di migliorare la squadra contenendo molto le spese, e soprattutto capace di battere in maniera proficua campi poco sfruttati. Giuntoli fu portato al Napoli da De Laurentiis nell’estate del 2015, quando aveva appena 43 anni, ma in sei anni era stato in grado di condurre il Carpi dalla Serie D alla Serie A grazie a un mercato oculato e grandi capacità di programmazione.

Chi è Pietro Accardi: la sua storia da calciatore

Nato a Palermo il 12 settembre 1982, Pietro Accardi ha solamente 40 anni, ma già da tempo si è fatto un nome nel mondo del calcio come un dirigente abile e precoce. Il suo ingresso in questo ambiente si deve innanzitutto alla sua lunga carriera da calciatore: cresciuto nelle giovanili del Palermo, ha esordito tra i professionisti nel 1999 col Marsala in Serie C1, prima di tornare in rosanero. Da giovane è stato un buon difensore centrale, protagonista della promozione in Serie A del club siciliano nel 2004.

Il periodo migliore della sua carriera lo ha vissuto tra il 2006 e il 2009, come titolare della difesa della Sampdoria, arrivando a giocare anche per due stagioni in Coppa UEFA. In questo periodo ha lavorato agli ordini di Walter Novellino e di Walter Mazzarri, per poi perdere gradualmente il posto da titolare con Luigi Delneri. Ma soprattutto alla Samp Accardi ha avuto modo di conoscere un allora giovane Giuseppe Marotta, in procinto di diventare uno dei migliori direttori sportivi in Italia.

Tra il 2011 e il 2012 ha fatto avanti e indietro tra Sampdoria e Brescia, per poi accasarsi definitivamente all’Empoli, all’epoca in Serie B. Alla società toscana, con cui si è ritirato nel 2014, Accardi ha finito per legare la sua carriera ma soprattutto il suo post-carriera da gicoatore. Subito dopo aver appeso gli scarpini al chiodo è divenuto team manager della squadra allenata da Maurizio Sarri, e nel maggio 2016 ha assunto la carica di direttore sportivo dell’Empoli, sostituendo Marcello Carli, a sua volta promosso direttore generale del club (e oggi ds del Parma).

Pietro Accardi direttore sportivo: i suoi colpi migliori

Nominato quando aveva appena 34 anni, tra i più giovani direttori sportivi del calcio italiano. L’esordio nel nuovo ruolo non era semplice, anche perché i toscani dovevano sostituire il tecnico Marco Giampaolo, passato alla Sampdoria. La scelta ricadde su Giovannni Martuscello, un tecnico cresciuto nell’Empoli, ma che non fu in grado di evitare la retrocessione in Serie B.

È stato allora dalla stagione successiva, nella serie cadetta, che Pietro Accardi ha iniziato a mostrare di che pasta era fatto. Alla sua prima campagna acquisti ha scovato giocatori come Francesco Caputo, Ivan Provedel, Ismael Bennacer, Pietro Terracciano e soprattutto Giovanni Di Lorenzo, che ai tempi giocava al Matera. Diede piena fiducia a un tecnico allora praticamente sconosciuto, Aurelio Andreazzoli, che a metà stagione prese al squadra dalle mani di Vincenzo Vivarini, inanellando 19 risultati utili consecutivi, e riconducendo l’Empoli in Serie A.

Negli anni successivi, Accardi ha plasmato lo spirito dell’Empoli di oggi, che sportivamente si barcamena tra la A e la B, ma riece spesso a proporre giovani interessanti con cui fare ottime plusvalenze. Accanto a ragazzi usciti dal settore giovanile, ne spuntano altri scovati dal direttore sportivo siciliano in giro per l’Europa: Nedim Bajrami, preso a 20 anni dal Grasshoppers per 300.000 euro e rivenduto al Sassuolo per 6 milioni; Fabiano Parisi, preso per 450.000 euro dall’Avellino; Guglielmo Vicario, scoperto che faceva la riserva nel Cagliari. I suoi pupilli, in pochi anni, si sono affermati come alcuni dei giocatori più interessanti della Serie A e, come abbiamo visto, due di loro si ono già laureati campioni d’Italia nelle ultime due stagioni.