Deloitte ha pubblicato un rapporto sui conti delle leghe più importanti d’Europa: solo la Bundesliga ha contenuto le perdite
L’ultimo anno e mezzo di pandemia ha sconvolto il mondo intero e anche il calcio ha risentito di una crisi che, a oggi, sembra ancora ben lontana dall’essere arrivata a concludersi. Lo stop forzato della manifestazioni nazionali, durato mesi nella prima metà del 2020, e la successiva chiusura a oltranza degli stadi ha provocato perdite che i club oggi fanno fatica a contenere.
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Secondo l’Annual Review of Football Finance 2021 di Deloitte, questi alti e bassi hanno portato le cinque leghe più importanti d’Europa a registrare perdite diffuse, consolidando però parallelamente la Bundesliga come uno dei, se non il, torneo più solido del continente.
Ricavi 2019/20: perdite per le leghe top
La conclusione principale dello studio è che l’industria calcistica europea, nel suo insieme, si è contratta per la prima volta in un decennio. Un risultato che non si registrava dai tempi della Grande Recessione, con un calo complessivo del 13% delle entrate. In totale, sono andati in fumo 3.700 milioni di euro, abbassando il totale degli incassi a 25.200 milioni di euro solo tra le cinque leghe top.
La Premier League inglese, che resta di gran lunga quella con il fatturato più alto, ha ridotto i propri introiti a 5.100 milioni di euro (circa 700 milioni in meno rispetto alla stagione precedente), mentre la Bundesliga ha generato 3.208 milioni (solo 137 milioni in meno rispetto alla stagione precedente).
Subito dietro troviamo la Liga spagnola, con un risultato di poco superiore ai 3.117 milioni di entrate (in calo rispetto ai quasi 3.378 milioni dell’anno prima). Fuori dal podio ci sono la Serie A italiana (2.052 milioni) e la Ligue 1 francese (1.598 milioni). Insomma, numeri alla mano, soltanto la Bundesliga ha parzialmente contenuto le perdite.
Prospettive di risanamento
Vedendo questi numeri, una domanda sorge spontanea: quando si potrà tornare ai numeri pre pandemia? Per la stagione al via tra pochi giorni le aspettative sono di miglioramento, ma nella maggior parte dei casi difficilmente sarà possibile coprire le perdite del lockdown.
Inoltre, c’è ancora molta incertezza sul fatto che i tifosi possano tornare negli stadi con una certa normalità, il che significa non solo incassi da botteghino limitati ma anche zero entrate per quanto riguarda l’indotto.
Secondo il rapporto Deloitte, in questa stagione solo la Premier League recupererà il reddito ante pandemia (potrebbe addirittura superarlo) e la Liga, che riprenderebbe il secondo posto come competizione con il maggior reddito. Viceversa, Bundesliga, Serie A e Ligue 1 dovranno aspettare almeno un altro anno per poter rientrare completamente del ‘rosso’.
Il problema stipendi
A tutto questo va ad aggiungersi l’enorme difficoltà dei club nell’onorare gli stipendi dei collaboratori e dipendenti, perché con un reddito gravemente impoverito il problema era trovare una strada per ridurre i costi salariali.
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“Era aritmeticamente inevitabile che il rapporto tra salari e guadagni aumentasse considerevolmente nel 2019/20. Sia la Premier League (73%) che la Ligue 1 (89%) hanno avuto i rapporti più alti della loro storia. Anche la Liga [67%], Serie A [78%] e Bundesliga [56%] hanno riportato i massimi da oltre 15 anni”, aggiunge Deloitte.
“Questa situazione – chiude il rapporto – dovrebbe servire da monito per il resto del calcio europeo, in modo che tutti lavorino sul necessario controllo sui costi dei giocatori, garantendo la sostenibilità del settore calcio”. Il primo impatto sui trasferimenti si è già sentito, visto che nell’estate 2020 è stato registrato un flusso di denaro inferiore del 40% alla sessione di mercato estiva precedente.
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