Perché Zaniolo all’Atalanta è un problema per la Serie A

Nicolò Zaniolo è un nuovo calciatore dell’Atalanta, nella giornata di ieri la Dea ha raggiunto l’accordo economico con il Galatasaray per l’arrivo in prestito oneroso con obbligo di riscatto del centrocampista ex roma e Aston Villa

Una vita calcistica passata a convivere con l’etichetta di predestinato, di talento più precoce e brillante della nuova generazione azzurra per poi veder svanire tutto una sera di gennaio, quando è iniziato un calvario che si è trasformato in una parabola discendente che richiede un intervento tempestivo. Non serve che vi raccontiamo cosa sia stato Zaniolo prima degli infortuni, non serve ricordare con precisione euclidea l’ascesa del primo vero centrocampista box-to-box italiano capace di difendere e offendere, di ribaltare l’azione e tagliare il campo con falcate che ricordavano alla lontana Ricardo Kakà. Non serve parlare del gol contro il Sassuolo segnato con il cucchiaio, come Francesco Totti, né serve ripetere come a Roma – ma anche a Milano e a Torino – credevano fortemente che il ragazzo “si sarebbe fatto”, e che per questo hanno ripetutamente provato a investirci senza però farlo veramente. L’unica a giocarsi diverse fiches sul ragazzo di Massa è stata la Roma, ripagata con il gol in finale di Conference League e l’entusiasmo di una piazza abbracciata al talento di Zaniolo estintosi poco più tardi. Dicevamo quindi che non serve ripetere la sua parabola, basta citare le ultime due squadre in cui ha militato – Galatasaray e Aston Villa – per capire come il suo percorso da qualche parte si è interrotto, e gli infortuni non sono sufficienti a spiegare lo stato in cui oggi versa il calciatore azzurro. 

Infortunatosi al metatarso a maggio, Zaniolo è fermo dalla fine dell’ultimo mese di campionato in Premier League. Ha giocato 39 partite sotto la direzione di Unay Emery senza impressionare, è tornato al Galatasaray perché quelli di Birmingham hanno preferito fare altri investimenti – tipo Barrenechea – senza però tornare in Turchia. Si è fermato in Italia per le cure al piede infortunato, ha iniziato dialoghi per tornare a giocare in Serie A e alla fine è riuscito nell’intento: niente Turchia la prossima stagione, né tanto meno Firenze, la stagione che inizierà ad agosto vedrà Nicolò Zaniolo con la maglia dell’Atalanta

La formula dell’acquisto è molto simile a quella impostata con il Milan per De Ketelaere: prestito oneroso a tre milioni di euro con obbligo di riscatto fissato intorno ai 17 milioni più bonus al raggiungimento di almeno il 65 per cento di partite del prossimo anno. Una formula con cui Gasperini si è assicurato talenti di primo livello e attraverso la quale è riuscito ad ottenere risultati insperati, come resuscitare il Belga ex Club Brugges. 

Si, perché la formula con cui Zaniolo arriva a Bergamo non è la sola cosa in comune che ha con il giovane De Ketelaere: oltre al ruolo, trequartista offensivo il belga, trequartista a tutto campo l’azzurro, i due condividono la giovane età e la dispersione del talento dovuta a motivazioni disparate. De Ketelaere si era perso fra le strade affollate di Milano, Zaniolo tra i corridoi bui della solitudine e i troppi aeroporti visitati per sfuggire a sé stesso. Scappato dalla Roma con un certificato medico con vergate le parole depressione e stress, Zaniolo non è riuscito a trasferirsi al Milan quando era Maldini a comandare dalle parti di Milanello, e ha quindi preferito scappare più lontano possibile, dove un altro reietto del calcio italiano ha trovato asilo. In Turchia – dove oggi moltissimi giocatori scelgono di passare le ultime stagioni della propria carriera – Nicolò ha trovato Mauro (Icardi), e anche se per poche partite, l’intesa tra i due è stata immediata. 

Dodici partite più tardi il trasferimento all’Aston Villa, un’annata complicata dovuta ai ritmi della Premier League e la mancata convocazione al tragico Europeo dell’Italia di Spalletti ne hanno confermato la fase terminale del tracollo durato tre stagioni, che oggi può sperare di aver trovato un posto compiere l’ennesimo atterraggio di emergenza.

L’Atalanta di Gasperini è esattamente quello di cui Zaniolo e il suo talento hanno bisogno. Una spa per il fisico statuario del classe ’99, un centro terapico per ricostruire la fiducia in sé stesso e la consapevolezza nei propri mezzi, un luogo lontano dai riflettori in cui arrivare quarti è un traguardo importantissimo ma anche un punto di partenza. Zaniolo arriva in un’Atalanta campione d’Europa, una realtà che – ad oggi – è più grande del suo talento, e non può che essere positivo per il suo recupero. Per la prima volta dall’inizio della sua carriera è lui ad aver bisogno di una squadra e non la squadra ad aver bisogno di lui: lasciando perdere le giovanili, dove un talento simile è per forza di cose necessario alle vittorie, la Roma si è avvinghiata alle sue capacità, prendendo dalla sua forza più di quanto sia riuscita a restituirgli. Negli anni gli interessamenti di Juventus e Milan avrebbero risposto a bisogni delle due squadre e non direttamente a quelli di Nicolò. Di volta in volta insomma, l’ex numero 22 giallorosso avrebbe giocato per rinforzare una squadra e non per crescere e migliorare il proprio calcio

Con Gasperini le cose saranno decisamente diverse e – per una volta – al centro dell’attenzione non ci saranno le sparate fuori dal campo, i tatuaggi o le fidanzate ma il Zaniolo calciatore, un patrimonio che né gasperini né il calcio italiano possono permettersi di dissipare. 

Zaniolo all’Atalanta può essere un problema 

Questo era Zaniolo a vent’anni, appena prima dei due terribili infortuni. Una forza travolgente in grado di ribaltare da solo l’intero campionato di Serie A.

Innanzitutto perché così darebbe il via libera all’approdo di Koopmeiners in bianconero, rinforzando ulteriormente il centrocampo della Juventus e creando un vuoto importante nelle rotazioni nerazzurre. Il trasferimento dell’olandese sarebbe architettato dall’Atalanta alla perfezione: il 3-4-2-1 di Gasperini accoglierebbe un centrocampista dotato di caratteristiche tattiche simili all’ex AZ, ma con un potenziale fisico doppio se non triplo. Citando il The Athletic, Zaniolo è il primo giocatore italiano a poter essere paragonato ai box-to-box inglesi come Gerrard e Lampard, quei giocatori capaci di offendere e difendere allo stesso tempo, di correre da area ad area rendendosi decisivi in entrambe le fasi. Una simile descrizione – per chi ha negli occhi lo Zaniolo capace di ribaltare da solo il Porto e la Juventus – calza con precisione ancora una volta euclidea alle caratteristiche del classe ’99. Gasperini costruirà intorno a lui – e a De Ketelaere, e a Lookman, e a Scamacca – un’Atalanta ancor più dinamica, in cui la tecnica venga associata ad uno strapotere fisico grazie al quale ribaltare il fronte in maniera ancor più travolgente di quanto non venga fatto già ora da Ederson e De Roon. 

Ma perché Ederson e De Roon? Non abbiamo detto che con l’addio di Koopmeiners Zaniolo prenderebbe il posto dell’olandese a ridosso della punta? Beh, si e no. Si perché ha sempre giocato in posizione avanzata – 48 partite da ala destra, 40 partite da trequartista, 26 partite da seconda punta – ed è lì che ad oggi si ritiene possa avere più impatto sulle partite, ma anche no perché un giocatore dalla simile potenza fisica può scegliere di partire da più lontano per trascinare con sé avversari, compagni, mari, monti, uragani e temporali. 

Ed è così che trasformandosi in un centrocampista di Gasperini, capace di venire impiegato in ogni ruolo del 3-4-2-1 del tecnico dell’Atalanta, Zaniolo potrebbe ritrovare continuità, minutaggio e fiducia nei propri mezzi, ingrediente essenziale per tornare a vederlo sgroppare a una parte all’altra del campo come un titano durante le antiche Olimpiadi. 

Arriviamo quindi al cuore della riflessione: Zaniolo all’Atalanta sarà davvero un problema per la Serie A? Non lo sarà perché arricchirà il nostro campionato, non lo sarà perché il suo arrivo a Bergamo permetterà a Gasperini di ricostruire pezzo per pezzo un calciatore potenzialmente devastante, non lo sarà perché ne abbiamo follemente bisogno anche in Nazionale

Lo sarà perché il risultato dell’incontro tra il genio di Gasperini e il talento di Zaniolo non è prevedibile. É una reazione nucleare a cui non siamo pronti, è potenzialmente l’arma finale per rendere l’Atalanta la vera candidata allo Scudetto ma non vogliamo dirlo ad alta voce. Dando Zaniolo in gestione a Gasperini si rischia semplicemente di tornare ad esaltarsi per le corse a perdifiato da una parte all’altra del campo, per i gol travolgenti e le esultanze polemiche, si rischia, insomma, di divertirsi parecchio a guardare l’Atalanta giocare

Simone Mannarino
Simone Mannarino
Classe '94 e laureato in Storia all'Università Statale di Milano, ama il calcio in ogni sua forma ed espressione. Alla costante ricerca di storie da raccontare che permettano di andare oltre ciò che vediamo tutte le domeniche.

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