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Il numero 88 non potrà più essere indossato dai calciatori in Italia, ha detto il Ministro dell’Interno: spieghiamo il motivo di questa decisione.

Niente più maglie col numero 88: questa la decisione comunicata nella mattinata di martedì dal Ministro dell’Interno Piantedosi. Il provvedimento fa parte di una serie più ampia di misure prese assieme al Ministro dello Sport Abodi, il presidente della FIGC Gravina e il Coordinatore nazionale per la lotta contro l’antisemitismo Pecoraro. Il gruppo di lavoro ha stilato una dichiarazione di intenti con cui il mondo del calcio e le istituzioni italiane prevedono di affrontare il problema dell’antisemitismo nello sport più seguito del paese.

Specialmente nel corso dell’ultima stagione di Serie A si sono verificati casi di discriminazioni antisemite. Ad esempio lo scorso settembre, quando quasi in contemporanea ci sono stati due distinti episodi: da parte di alcuni tifosi della Juventus contro quelli della Fiorentina, e da parte di altri dell’Inter contro quelli del Milan. In più lo scorso marzo ha fatto molto discutere il caso della maglietta “Hitlerson”, con appunto il numero 88 scritto dietro, mostrata all’Olimpico da un sostenitore della Lazio (poi successivamente identificato e sanzionato). Una situazione che si è inserita in quella più ampia delle discriminazioni razziste, che hanno fatto del massimo campionato italiani uno dei più discussi e criticati a livello internazionale.

Non si tratta solo di un’iniziativa specifica contro le maglie col numero 88, ritenute vicine alla simbologia neonazista. Tra i provvedimenti contenuti nella suddetta dichiarazione d’intenti del mondo dello sport e delle istituzioni italiane figurano anche altre iniziative. Prima tra tutte l’adozione della definizione internazionale di antisemitismo dell’International Holocaust Remembrance Alliance, che al momento non è mai stata inserita nel codice etico della FIGC né in quello della Serie A. In aggiunta, verrà approvato un divieto a esporre simboli neonazisti e antisemiti, sarà consentita l’interruzione delle partite in presenza di cori discriminatori, e si imporrà l’obbligo di sedere al posto segnato sul biglietto.

Mosse che stanno già facendo discuetere, sebbene al momento esse contengano ben poco di concreto, trattandosi appunto di una dichiarazione d’intenti. Di fatto gli ultimi tre punti citati sono già previsti dai regolamenti del calcio o dalla Legge Mancino, e non è chiaro cosa verrà aggiunto per rinforzarli, né perché queste modifiche debbano riguardare solo il mondo del calcio e non gli episodi di antisemitismo al di fuori degli stadi.

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Perché il numero 88 è antisemita

Al centro del dibattito sui giornali c’è soprattutto la dichiarazione del Ministro Piantedosi secondo cui ai calciatori non sarà più permesso indossare la maglia numero 88. Questo numero è divenuto da tempo un simbolo identitario dei neonazisti a livello internazionale: l’ottava lettera dell’alfabeto è infatti la “h”, per cui 88 indica “HH”, ovvero le iniziali del noto motto nazista “Heil Hitler”.

Purtroppo, il calcio italiano conosce bene questo problema, e da ben prima del recente episodio della maglia “Hitlerson”. Nel 2000, fu il portiere del Parma Gianluigi Buffon ha sollevare le proteste della Comunità ebraica per aver scelto di vestire la maglia 88. Il giocatore disse che era un riferimento alle “quattro palle” e al suo sforzo per recuperare dal recente infortunio. Le sue giustificazioni non convinsero del tutto, però, dato che già un anno prima Buffon aveva fatto discutere per aver indossato una maglietta con sopra scritto il motto fascista “Boia chi molla”.

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