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Acerbi è stato assolto per l’accusa di razzismo contro Juan Jesus: in base a quali motivazioni il Giudice Sportivo ha deciso di assolverlo?

Nessuna squalifica per Francesco Acerbi. Questo pomeriggio il Giudice Sportivo Gerardo Mastrandrea ha emesso la sua decisione finale (non è infatti possibile alcun ricorso) sul caso scoppiato in campo domenica 17 marzo, durante Inter-Napoli: il difensore nerazzurro è stato assolto dall’accusa di aver rivolto un insulto razzista all’avversario Juan Jesus.

Una sentenza che sta già facendo molto discutere, dato che secondo molti la squalifica di 10 giornate per il nerazzurro era molto probabile, visti anche i precedenti. Nel 2021 si erano verificati almeno due casi molto discussi negli ultimi giorni, quelli di Santini e di Marconi, squalificati per razzismo verso degli avversari, sebbene senza prove certe contro di loro. Invece, il caso di Acerbi ha visto prendere una storica decisione, in controtendenza con il passato. Per quale motivo, dunque, il difensore italiano è stato assolto?

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Perch Acerbi è stato assolto: la motivazione del Giudice Sportivo

Il comunicato del Giudice Sportivo chiarisce in maniera abbastanza netta il motivo dell’assoluzione: “non si raggiunge nella fattispecie il livello minimo di ragionevole certezza circa il contenuto sicuramente discriminatorio dell’offesa recata”. In poche parole, Acerbi è stato assolto per insufficienza di prove. Il fatto che abbia rivolto un’offesa a Juan Jesus è appurato, e confermato dallo stesso giocatore dell’Inter, a quanto scrive Mastrandrea, ma non c’è la “ragionevole certezza” che l’offesa in questione sia stata di tipo razzista.

Non ci sono infatti video del momento in cui Acerbi insulta Juan Jesus, né altre testimonianze del fatto. Il Giudice Sportivo si è dunque potuto basare solamente sulle versione dei due giocatori coinvolti. Acerbi dovrebbe aver sostenuto, da quanto riportato da varie fonti giornalistiche, di aver detto “Ti faccio nero” all’avversario, il quale avrebbe frainteso le parole. Per Juan Jesus, in base a ciò che lui stesso ha riferito su Instagram, Acerbi gli avrebbe detto “Vai via nero, sei solo un ne*ro” e poi, dopo essersi scusato, avrebbe aggiunto “Per me ne*ro è un insulto come un altro”.

Cosa non torna sulla sentenza sul caso Acerbi

Il Giudice Sportivo non è tenuto a stabilire la verità, solo se esiste la ragionevole certezza in merito alle accuse formulate. Proprio per questo non si può nemmeno sostenere che Juan Jesus abbia mentito, anzi il comunicato riporta proprio: “senza che per questo (cioè, per il fatto che solo Juan Jesus ha riferito un insulto razzista, ndr) venga messa in discussione la buona fede del calciatore della Soc. Napoli”. Per lo stesso motivo, però, non viene chiarito cosa esattamente Acerbi abbia detto al brasiliano: un termine indiscutibilmente offensivo, ma secondo Mastrandrea non razzista.

Di sicuro, le due versione fornite dai giocatori sono però del tutto contrastanti, e l’idea che possa esserci stato un fraintendimento effettivo pare improbabile. Così come non è chiaro come è possibile che, davanti all’arbitro La Penna, i due giocatori si siano chiariti per poi ritrovarsi, il giorno seguente, in così netto disaccordo: su cosa aveva convenuto, durante il loro confronto in campo?

Dalla sentenza sul precedente di Santini, emerge inoltre che non è proprio vero che sia impossibile decidere per la squalifica del giocatore senza filmati o altre testimonianze. In quel caso, il Giudice Sportivo segnalava che “il fatto contestato può essere ritenuto provato anche se il quadro probatorio sia formato dalle sole dichiarazioni della persona offesa, purché sia sottoposta a vaglio positivo circa la sua attendibilità e senza la necessità della presenza di riscontri esterni”. Una decisione differente da quella presa, dunque, nel caso di Acerbi, dove la sola parola di Juan Jesus non è evidentemente stata sufficiente.