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Lo Stoccarda di Matarazzo, giovane tecnico italoamericano, è una delle grandi sorprese della Bundesliga, specialmente dopo la larga vittoria in casa del Borussia Dortmund di sabato scorso. Scopriamo la storia dietro uno degli allenatori emergenti del panorama europeo.

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Nome inequivocabilmente italiano, con un suono tipico da film di Hollywood, Pellegrino Matarazzo è però un personaggio ben lontano da qualsivoglia stereotipo: in un anno solo si è ritagliato un ruolo di prestigio tra gli allenatori della Bundesliga, e oggi è settimo in campionato con lo Stoccarda.

Una storia partita da lontano, quella del 43enne allenatore nativo di Wayne, New Jersey, che di recente si è aggiunto lla lista dei giovani tecnici emergenti usciti dagli Stati Uniti, oggi uno dei movimenti calcistici più interessanti in circolazione.

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Matarazzo, l’italoamericano scuola Hoffenheim

I genitori di Matarazzo sono originari delle province di Avellino e Salerno, ma sono emigrati presto negli Stati Uniti, dov’è nato Pellegrino. Da ragazzo era un buon difensore a livello locale, ma fin da subito si è capito che non avrebbe potuto sfondare, e si è così dedicato agli studi universitari, laurendosi in matematica presso la Columbia University, una delle più prestigiose università pubbliche del paese.

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Fonte Immagine: @coulibaly_team (Instagram)

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Nel frattempo, però, il calcio restava la sua passione: Matarazzo andò avanti a giocare a calcio nella squadra della scuola e, una volta laureato, decise di fare il salto in Germania, terra di elezione di tanti calciatori nordamericani (ma anche di tanti immigrati italiani). Gli anni in campo sono trascorsi nelle serie minori tedesche, fino al ritiro avvenuto nel 2010.

A quel punto, Matarazzo scelse di intraprendere la carriera di allenatore, incominciando dallo staff della seconda squadra del Norimberga, dove aveva finito di giocare. In breve, ottene la fiducia del club, venendo messo a capo delle formazioni giovanili e ottenendo buoni risultati, che lo hanno portato a farsi notare dall’Hoffenheim, che nel 2017 lo scelse come tecnico dell’Under-17, e un anno dopo lo promosse ad assistente di Julian Nagelsmann.

L’Hoffenheim è stato decisamente un’ottima palestra: si tratta di uno dei club che ha formato alcuni dei più brillanti allentori in circolazione. Da qui è uscito appunto Nagelsmann, ma anche Domenico Tedesco, Hans-Dieter Flick e un altro statunitense, David Wagner. Qui, Matarazzo ha definito la sua idea di calcio costruita sulla tecnica e sui giovani.

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La prima grande panchina, però, è arrivata solo il 30 dicembre 2019, quando è stato ingaggiato dallo Stoccarda, in seconda divisione, al posto di Tim Walter. Una piazza apparentemente piccola, ma ambiziosa, visto che lo Stoccarda è stato ben cinque volte campione di Germania (l’ultima nel 2007) e ha lanciato giocatori come Khedira, Kimmich, Gnabry e Pavard. Dal 2016, però, il club sta facendo su e giù tra le prime due serie professionistiche tedesche, e nella scorsa stagione rischiava addirittura di mancare la promozione.

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Fonte Immagine: @vfb (Instagram)

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Matarazzo è arrivato in panchina senza troppo clamore, ritrovandosi a disposizione una squadra costruita attorno ad alcuni veterani (Holger Badstuber, Emiliano Insua, Gonzalo Castro e Mario Gomez) ma con tantissimi giocatori giovani, se non addirittura giovanissimi. È stato soprattutto su di loro che Matarazzo ha costruito la sua squadra: Insua è stato ceduto pochi giorni dopo il suo arrivo; Badstuber, anche a causa di un infortunio, ha fatto soprattutto panchina e, in estate, è stato passato alla squadra B; Gomez ha visto ridursi il suo minutaggio, e a fine stagione ha annunciato il ritiro.

Importantissimo, nella ripresa dello Stoccarda – che ha poi chiuso al secondo posto, ottenendo la promozione – è stato il recupero del centrocampista belga Orel Mangala, la stella della squadra, ansioso di trasferirsi in un club di maggiore successo. Matarazzo lo ha convinto a restare, e ne ha fatto il perno dei Rossi.

Le nuove colonne del club sono così diventate il portiere svizzero Gregor Kobel, il laterale croato Borna Sosa, il mediano giapponese Wataru Endo e l’attaccante argentino Nicolas Gonzalez. Ma alle loro spalle, Matarazzo ha saputo far emergere un gruppo di “adolescenti terribili” che comprende Mateo Klimowicz, Darko Churlinov, Tanguy Coulibaly, Silas Wamangituka e Lilian Egloff, nuova promessa del calcio tedesco.

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La campagna acquisti ha visto pochissime uscite, nessuna veramente significativa, e la trasformazione di alcuni importanti prestiti in tesserati (Kobel, Stenzel, Endo), più un unico vero innesto, il difensore dell’Hannover Waldemar Anton.

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All’inizio, il salto di categoria sembrava potersi far sentire, con la sconfitta in casa all’esordio col Friburgo e il pareggio, sempre interno, con il Bayer Leverkusen (risultato oggi da rivalutare, visto che il Bayer è primo in classifica, imbattuto, con 8 vittorie e 4 pareggi). Poi la squadra ha cominciato a prendere quota, fornendo ottime prestazioni, e perdendo da allora solo contro il Bayern.

Matarazzo ha a disposizione tanto talento ma poca esperienza, e questo si nota nei numerosi pareggi, alcuni anche contro avversari battibili (tipo lo Schalke 04, ultimo in classifica e senza vittorie). La travolgente vittoria di sabato scorso al Westfalenstadion (5-1 al Dortmund) è però il fiore all’occhiello di una prima parte di stagione che ha portato i Rossi a un passo dall’Europa.

Wamangituka, ala destra congolese di 21 anni scovato in Ligue 2 al Paris FC, è oggi uno degli uomini più in vista dello Stoccarda, con 7 gol e 3 assist, ma accanto a lui brillano anche Sasa Kalajdzic e i già citati Klimowicz e Gonzalez. Matarazzo si gode i suoi giovani fenomeni, che fanno dello Stoccarda la squadra con l’età media in campo più bassa della Bundesliga, e assicurano al club del Baden-Wurttemberg un futuro più che roseo.

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