Payet è uno dei giocatori più talentuosi e allo stesso tempo incostanti del calcio contemporaneo, ma quando serve sa essere decisivo: grazie a una sua doppietta, ha tenuto vive le speranze europee del Marsiglia.
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Il Marsiglia vince, finalmente. Ieri, l’OM ha ottenuto la sua prima vittoria in questa Champions League, e il successo a lungo atteso porta la firma del giocatore più importante dei francesi da tre anni a questa parte, Dimitri Payet.
Autore di una doppietta su rigore che ha ribaltato il match del Velodrome contro l’Olympiacos, Payet ha rimesso in corsa il Marsiglia per un posto in Europa League, salvando la panchina di André Villas-Boas. Dopo un grande inizio di stagione, che il 13 settembre aveva portato a espugnare il Parco dei Principi di Parigi, l’OM è infatti precipitato in una serie di pessimi risultati sia in Ligue 1 che in Champions, al punto che la doppietta di Payet di ieri rappresenta le prime reti europee del Marsiglia.
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Un talento bizzoso tra Garcia e Bielsa
Dimitri Payet non è certo una novità, ma a 33 anni appare chiaro che, visto il suo talento, avrebbe potuto ottenere molto di più dal calcio. Nativo di Reunion, un’isola vicino al Madagascar, la sua non è la tipica storia del campione delle ex-colonie che arriva in Francia e sfonda subito; anzi, l’avventura francese di Payet al Le Havre, iniziata da bambino nel 1997, finì dopo soli tre anni con il ritorno in patria. Il problema non erano la capacità tecniche, fuori discussione, ma il suo carattere bizzoso: si sente spesso di giocatori dalla personalità difficile, ma raramente ci si riferisce a ragazzini di 13 anni, com’era Payet al momento del suo ritorno a Reunion.
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Nel 2004, però, era di nuovo in Francia, nei ragazzi del Nantes (probabilmente il miglior settore giovanile di Francia), e da qui iniziò la sua affermazione in Ligue 1, passata soprattutto da due allenatori. Il primo è Rudi Garcia, che pagò 9 milioni per portarlo al Lille nel 2011, permettendogli di affermarsi anche in Nazionale; il secondo è Marcelo Bielsa, che lo allenò durante il primo passaggio da Marsiglia, completando la maturazione in trequartista completo, capace sia di grandi numeri realizzativi sia di essere il cuore della manovra della squadra.
Una stagione e mezza in Premier League, al West Ham, bastò per arrestare la sua ascesa e convincerlo a tornare alla Ligue 1, nel momento in cui tutti si aspettavano il salto di qualità. Di nuovo al Marsiglia, fu ancora Garcia a permettergli di ritrovarsi come giocatore e diventare il leader tecnico di una squadra in cerca d’autore, in lotta per tornare ai vertici del calcio francese.
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Ma il Marsiglia non è mai riuscito ad essere alla sua altezza. Non che sia facile vincere, in un campionato come quello francese, dove il divario tra il ricchissimo PSG e il resto del torneo è senza dubbio il più ampio dei Big 5. Il secondo posto della scorsa stagione ha creato delle grandi aspettatative, ma attualmente la squadra è solo sesta in Ligue 1 (anche se, con due match da recuperare, potrebbe ritrovarsi ancora prima), e ha perso troppi punti per strada, come nei match interni contro St. Etienne e Metz.
#Payet a mis les Grecs dans son assiette ce soir. Comme s'il était en pays de connaissance… #OMOLY pic.twitter.com/PE3Q7b6hN9
— Patrick Juillard (@PatrickJuillard) December 1, 2020
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La rosa è giovane, e Payet è colui che deve portare esperienza e leadership: il ruolo di punto di riferimento non solo a livello tecnico ma anche caratteriale è qualcosa a cui non si è mai del tutto abituato, però. L’età è un altro fattore, e nelle scorse settimane c’è chi è arrivato a pensare, in Francia, che l’OM renda meglio senza di lui: dopo l’espulsione rimediata contro il Lione il 4 ottobre, ha saltato le successive due partite di campionato e il Marsiglia ha interrotto una serie di quattro non-vittorie.
Eppure, senza di lui il 6 novembre non ci sarebbe stato il gol di Sanson contro lo Strasburgo: a venti dalla fine, Payet entra in area sulla sinistra, cade, perde il pallone, ma con un guizzo riesce a effettuare un cross da terra, mettendo in mezzo il pallone che deciderà la partita. Ed è andato ancora in gol sabato scorso nella vittoria sul Nantes, confermandosi decisivo nelle sorti del Marsiglia, specialmente nei momenti più delicati.
Forse è stata l’espulsione a dargli la scossa, o forse l’ha data all’intera squadra, che ha capito che deve tirare fuori qualcos’altro per vincere, e non basta affidarsi sempre al suo 10. Payet è da sempre un eccellente giocatore ma a corrente alternata, che vincola la squadra al proprio estro estemporaneo. Il guaio è forse volerlo considerare l’uomo che può dare un cuore a una squadra in crisi: il pezzo forte di Payet sono e saranno sempre i piedi.
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