Paulo Sousa vicino a diventare il prossimo allenatore del Napoli: scopriamo come cambierebbero con lui i campioni d’Italia e le similitudini con Spalletti.
Un nuovo nome si è inserito prepotentemente nella lista di Aurelio De Laurentiis come prossimo allenatore del Napoli. Si tratta del tecnico della Salernitana ed ex centrocampista di Juventus e Inter Paulo Sousa. Dopo la decisione di Luciano Spalletti di non rinnovare il suo contratto col club partenopeo, in scadenza a fine giugno, e prendersi un anno di riposo, tanti nomi si sono rincorsi per il posto di suo erede sulla panchina dei campioni d’Italia. Luis Enrique ha però rifiutato, mentre Vincenzo Italiano ha confermato nei giorni scorsi che resterà alla Fiorentina, costringendo De Laurentiis a sondare altre strade.
Ieri si è diffusa la notizia che il patrone del club campano avrebbe incontrato Paulo Sousa, e oggi sono arrivate ulteriori conferme di questa indiscrezione. Il 52enne allenatore portoghese è stato artefice di un ottima stagione, dopo essere subentrato a Davide Nicola alla guida della Salernitana. È stato proprio lui a ritardare la vittoria matematica dello scudetto da parte del Napoli, bloccando sul pareggio i partenopei lo scorso 30 aprile allo stadio Maradona.
Il suo eventuale arrivo sulla panchina dei campioni d’Italia, peraltro da una squadra rivale, sarebbe clamoroso sotto molti punti di vista. L’operazione però è tutt’altro che impossibile, anche se il contratto di Paulo Sousa è stato rinnovato unilateralmente dalla Salernitana dopo la salvezza di quest’anno. Come confermato dal ds granata De Sancris, il tecnico lusitano ha “una strettissima finestra nella quale potrebbe accettare una nuova sfida”: Paulo Sousa ha tempo per accordarsi col Napoli fino al 20 giugno.
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Come cambierebbe il Napoli con Paulo Sousa
Il lavoro fatto da Paulo Sousa alla Salernitana, in questi pochi mesi, è senza dubbio un ottimo biglietto da visita da parte di un allenatore con idee tattiche molto interessanti ma che non sempre è riuscito a esprimere al meglio. Di sicuro conosce la Serie A, e a livello di principi di gioco presenta diverse similitudini importanti con l’approccio di Spalletti. Entrambi i due allenatori prediligono un gioco offensivo e con una buona dose di aggressività: costruiscono dal basso, ricercano il possesso e il fraseggio, e vanno a pressare alti.
Le differenze tra i due riguardano invece la verticalità delle soluzioni (maggiore nel gioco di Spalletti) e un pressing meno elevato da parte delle squadre di Paulo Sousa. Va però detto che il tecnico portoghese ha dimostrato di sapersi adattare a diversi contesti tecnici, e non è detto che non possa modificare alcuni di questi dettaglia trovandosi con una rosa come quella del Napoli, rispetto a quella che ha avuto a Salerno.
Cambia anche il modulo favorito da Paulo Sousa, che rispetto al 4-3-3 che ha esaltato i partenopei in questa stagione predilige il 3-4-1-2. Anche in questo caso, il portoghese potrebbe fare qualche modifica alla sua impostazione tattica, soprattutto per quanto riguarda il terzetto offensivo, andando a sfruttare maggiormente gli esterni (Kvaratskhelia in particolare). Ciò che attira particolarmente nel lavoro di Sousa è la sua capacità di valorizzare attaccanti e trequartisti: lo si è visto in passato a Firenze con Bernardeschi e Ilicic (ma anche con Chiesa, lanciato proprio da lui in maglia viola), ma anche quest’anno con il centravanti Boulaye Dia. Dall’arrivo di Paulo Sousa a febbraio, il senegalese ha segnato 8 dei suoi 16 gol stagionali, tra cui anche la sua prima tripletta.
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